Pensando a Lexus, siamo abituati a pensare a un Marchio premium, fortemente legato alla Casa madre Toyota, nonché a un Marchio capace di lanciare sul mercato auto assolutamente inattese, di rottura. C’è un parallelismo che lega le tre lettere che compongono il nome della protagonista di questa prova in anteprima, la nuova Lexus LBX, e la celeberrima Lexus LFA, supercar oggi super ricercata che sembra lontana anni luce dal mondo dell’automotive di oggi e che invece ha da poco compiuto 13 anni, lontanissima dal diventare storica e soprattutto maggiorenne. Attenzione, questo non è un confronto tra una supersportiva con motore V10 che gli appassionati hanno chiara in mente e il nuovo B-SUV derivato dalla stessa piattaforma dalla quale nasce Toyota Yaris Cross, oggi tra i B-SUV ibridi più apprezzati e venduti in Italia.
Avendo, però, scelto le tre lettere a comporre il suo nome, Lexus denota una certa attenzione al destino di questo allegro nonché elegante B-SUV lungo 4,19 metri e, nelle previsioni ambiziose del Marchio, capace di raddoppiare i volumi di vendita visto che le varie UX, RX, RZ e NX si rivolgono a un pubblico decisamente diverso, ma di nicchia. Con Lexus LBX ciò che di buono è stato fatto con Yaris Cross viene qui ampliato e reso più premium e sì, anche sportiveggiante: cerchiamo di spiegarvi come in questa recensione della Lexus LBX che ci ha permesso di saggiare su strada le doti di questa auto così di rottura per il Marchio dagli occhi a mandorla.
Non meno importante il discorso sul suo prezzo, sicuramente “interessante”, nonché sul configuratore, visto che l’auto è già ordinabile con prime consegne previste nel corso della primavera nel nostro paese.
Partiamo per questa recensione della Lexus LBX con le sue dimensioni e l’aspetto esterno. Innanzitutto sotto il vestito c’è la piattaforma GA-B comune a Yaris Cross ma tutto il resto è stato modificato e attualizzato in primis per giustificare un posizionamento premium e non ultimo per modificare la guidabilità del SUV giapponese rispetto all’indole sicuramente più pacifica della cugina. Rispetto a quest’ultima è alta uguale (1,56 metri) ma è ben più larga (+ 6 centimetri, per un totale di 1,83 metri) ed è di un centimetro più lunga (4,19 metri).
Cresce di due centimetri, ma a costo di ridurre di poco lo sbalzo posteriore, il passo: con 2,58 metri posso garantirvi che lo spazio c’è a patto di non eccedere con i centimetri. Un esempio è rappresentato dalla seconda fila, dove i sedili in pelle (sempre di serie) impreziosiscono la già ottima qualità percepita non appena saliti in abitacolo: io, che sono alto 1,84 metri, con il sedile impostato sulla mia altezza ho fatto fatica a trovarmi comodo. Meglio pensare al più che sufficiente spazio per la testa e all’ottima imbottitura delle poltrone. Anche da questi aspetti, specialmente dal secondo, si capisce dove si posiziona questo piccolo SUV che appare più come una berlina per mantenere saldo il legame con le sue sorelle maggiori.
Quindi clessidra confermata, sebbene ristilizzata, impronta su strada importante e luce LED orizzontale al posteriore che non fa che rafforzare questa sensazione di auto ben piantata sull’asfalto. Sempre di serie, ovviamente con diverse varianti, i cerchi da 18″, mentre sulle colorazioni l’auto che ho provato in anteprima è Dark Blue, ma consiglio anche il Sonic Copper derivato dall’alto di gamma (RX e RZ).
Apro elettronicamente il bagagliaio, giusto per dare un punto in questa recensione della Lexus LBX al discorso dimensioni, e mi trovo di fronte a un vano che rappresenta uno standard in questo segmento. I litri sono di poco superiori ai 400 (ca. 315 se scegliete la 4WD), davvero peccato per il vigoroso scalino che si viene a creare abbattendo gli schienali della seconda fila. Vero, si guadagna spazio in basso, ma se si caricano oggetti lunghi può rappresentare un fastidio. Molto bene i rivestimenti in moquette, idem come sopra: tutto è importante per dare un senso di ben fatto, di sentirsi a bordo di un’auto di categoria superiore.
Continuando il confronto con tra Lexus LBX e Toyota Yaris Cross, ciò che avevo letto nel comunicato stampa si è rilevato corretto: il punto d’anca più basso (distanza tra bacino e terreno) permette di percepire la LBX al pari di una berlina, anche a ruote ferme. Diverso il discorso sulla Yaris Cross che io stesso provai su queste pagine: lì ci si sente su un vero e proprio SUV, la sensazione che si ha sulla strada è decisamente diversa.
Infine mi è piaciuto l’approccio alla sicurezza che si percepisce a bordo della Lexus LBX. Il sistema e-Latch che sostituisce la classica maniglia non permette alla porta di aprirsi se il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco (Safe Exit Assist) rileva il passaggio di un pedone, di un ciclista o di un’altra automobile un po’ troppo vicina. In pratica, c’è un tasto che se tutto è ok si preme e apre la portiera, mentre ne impedisce l’apertura nei casi sopra citati. Sono poi rimasto stupito dai rivestimenti, che raggiungono sicuramente il non plus ultra con i rivestimenti in Alcantara dell’allestimento più ricco, denominato Cool. In ogni caso, non ci sono giochi particolari e rumori fastidiosi, il che mi porta a promuovere la Lexus LBX sia fuori sia dentro. Non troppo SUV, ideale per una coppia senza figli anche se Lexus ipotizza in una donna nativa digitale il cliente tipo, tecnologica e ben fatta. Il prezzo di cui vi parlo a breve è sicuramente da non sottovalutare, ma la qualità c’è tutta.
Sarà la diversa impronta su strada, sarà il famoso punto d’anca ribassato, sarà il Vehicle Posture Braking Control sul quale torno a breve ma devo dire che nelle poche centinaia di chilometri di questo primo contatto in terra spagnola la Lexus LBX mi ha convinto anche e soprattutto alla guida. Certo, partiamo da un tre cilindri 1.5 full hybrid da 136 CV che non sprizza per vivacità né per particolari doti di ripresa e accelerazione (0-100 in 9,2 secondi, per darvi un riferimento). Non è questo il segreto nella guida della Lexus LBX, visto che come ogni ibrido che si rispetti e in questo sia Toyota sia Lexus possono solo essere presi a riferimento, al centro c’è l’efficienza. Efficienza che qui si misura con una batteria che utilizza la stessa tecnologia della più costosa RX (tecnologia bipolare al nichel-metallo idruro), motore che è stato rivisto in alcune delle sue parti per essere più prestante e ovviamente più efficiente.
Sempre presto giudicare i consumi da un veloce primo contatto ma i 4,7 l/100 km promessi su carta hanno visto in un 5,0 l/100 km a fine test, ottenuto senza grossi sforzi e senza mai attivare la modalità eco. Questo fa capire il potenziale di un’auto fatta per viaggiare in elettrico a bassa velocità, complice il “solito” cambio CVT senza tutto questo non sarebbe possibile pur perdonando il “solito” rumore che penetra in abitacolo se si esagera con il gas. Ecco, in questo caso penetra meno rispetto a una C-HR che ho recentemente provato (le potenze sono differenti, da cui il rumore in abitacolo) e l’ottima insonorizzazione del cockpit fa il resto.
Infine, il nostro test drive in anteprima della nuova Lexus LBX si è concentrato sul capire quanto cambi alla guida rispetto alla Yaris Cross. La risposta è: tanto, tantissimo. Vuoi per l’impostazione da berlina, vuoi per un sistema che la Casa giapponese introduce per la prima volta in un’auto di questo segmento. Si chiama Vehicle Posture Braking Control e altro non è che un sistema di controllo dell’assetto grazie all’azione dei freni. Se alla guida l’effetto è quello di un assetto piatto, dove viene sicuramente ridotto il fastidioso rollio dato da un’impostazione confortevole delle sospensioni (seppur irrigidite rispetto a Yaris Cross) e praticamente annullato il beccheggio, il merito è dato dall’azione di regolatori di pressione indipendenti sull’asse anteriore e sul posteriore per ripartire meglio la forza frenante in base a due parametri: forza applicata al pedale del freno e movimento verticale delle sospensioni.
In altri termini, è normale che il muso si abbassi una volta toccati i freni. Se questo movimento persiste, o se la frenata si fa più vigorosa, la tecnologia di cui sopra ripartisce maggiore forza frenante ai dischi posteriori. Il beccheggio diminuisce di conseguenza. Bene anche lo sterzo, sempre consistente e mai troppo leggero. Si può regolare in altezza (fino a 4 centimetri) e in profondità (fino a 5 centimetri).
Capito com’è fatta e come si guida la Lexus LBX almeno dopo questo primo contatto tra le strade e i panorami di Valencia, è ora di parlare del prezzo della Lexus LBX. La nostra scheda dedicata (il link lo trovate in apertura di articolo) è andata nel profondo analizzando i listini nella loro completezza. Qui posso ripetere quello che è il prezzo di partenza della vettura, che parte per l’appunto da 38.000 euro senza considerare eventuali sconti e promozioni al lancio che fanno scendere il prezzo fino a 33.000 euro. Siamo in attesa del nuovo round di incentivi 2024, dove la Lexus LBX si inserisce nella seconda fascia (da 21 a 60 g/km CO2) ma possiamo già dirvi che un’interessante promozioni comunicata in presentazione riguarda chi possiede già una Lexus, per il quale lo sconto guadagna ulteriori 1.000 euro per fidelizzare il cliente. C’è il finanziamento Easy Next (da 259 euro al mese, 48 mesi, max 60.000 km, anticipo 8.180 euro TAN 5,99%) c’è il noleggio Kinto One (399 euro al mese, 36 mesi, max 30.000 km, anticipo 6.500 euro) e c’è il sito ufficiale che può darvi una panoramica molto più completa sulle iniziative Lexus per il lancio in Italia (auto ordinabile, prime consegne in primavera).
Interessante il programma WeHybrid preso in prestito, giustamente, da Toyota: monitorando lo stile di guida del conducente, si può risparmiare su assicurazione e tasso di interesse del finanziamento (tutto vero).
Sempre sul sito ufficiale Lexus, è già disponibile il configuratore, complice l’intelligenza artificiale, che permette di scegliere la LBX su misura per voi. Qui posso concludere dicendo che il prezzo della Lexus LBX può sembrare alto per alcune tasche, mi piace ripetere che non sta a me e a noi giudicare, ma che la dotazione di serie è veramente molto completa. Sono sempre di serie, ad esempio, i cerchi da 18″, gli interni in pelle, i sistemi di assistenza alla guida e i sensori di parcheggio. Gli optional non mancano (uno su tutti l’ottimo impianto audio Mark Levinson) ma da buona auto premium quale la LBX si conferma essere la qualità si paga ma una volta a bordo si viene ripagati in abbondanza, non ultimo grazie all’efficienza del sistema ibrido che mi ha davvero convinto.
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