Prove su strada

Lexus CT200h 2018 | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

La berlina della Casa di lusso giapponese, sbarcata sul mercato nel 2011 si evolve, come? Tenendo fede al suo motore Full Hybrid condiviso con la casa madre Toyota, uno dei suoi punti forti, e puntando su un nuovo linguaggio stilistico degli esterni,  che aumenta la sua natura sportiva coniugandola al piacere e alla praticità del motore ibrido e dei vantaggi che presenta, soprattutto in città.

Dopo 300.000 unità vendute a livello globale, la Lexus CT200h 2018 si affina senza compromettere la sua grande funzionalità e offrendosi a una clientela giovanile che guarda con interesse al mondo dei motori ibridi, ormai protagonisti del mercato a più livelli, compreso quello delle berline medie di segmento C.

La versione da noi provata, la F Sport, punta ancor di più sul suo look da sportiva, almeno apparentemente, con tanto di spoiler posteriore e dettagli sparsi qua e là che la fanno apparire più muscolosa di quanto in realtà sia. Non per partire con il piede sbagliato, ma l’apparenza, come si sa, a volte può ingannare. Andiamo quindi a scoprire se la Lexus CT200h 2018 riesce a coniugare un look notevole con una guidabilità e praticità che ne hanno decretato il successo dal 2010 in avanti. 

Il Blu Zaffiro fa intuire cosa si nasconde sotto il cofano

La Lexus CT200h MY18 si presenta con tutti gli stilemi classici dei modelli di successo della Casa giapponese. Fa sempre al sua figura la calandra a clessidra, ripresa dall’ammiraglia LS, che occupa buona parte del frontale, sull’allestimento F Sport della nostra prova verniciata in nero cromato, in questo caso abbinata alla rinnovata firma a LED capace di lasciare il segno così come il paraurti dal taglio più aggressivo. Il motivo a “L” delle luci rafforza il suo look e, osservandola frontalmente, l’effetto è assicurato. Lo “sfondo” delle luci fendinebbia ripropone lo stesso motivo a trama tridimensionale mentre in linea laterale si osservano i nuovi cerchi da 17” (di serie sulla F Sport con pneumatici 215/45)  mentre la scritta Hybrid sulla minigonna ricorda che sotto il cofano c’è un motore capace di un buon compromesso tra prestazioni e consumi.

Bello, molto bello, il colore Blu Zaffiro (a richiesta a 1.000 euro) indicativo di questa versione F Sport mentre dietro colpisce il piccolo spoiler, in grado di fare la sua figura prettamente estetica, accompagnato più in basso dalle luci che sono state assottigliate e dotate di scenografici proiettori a LED. La loro disposizione, come sempre più spesso accade sulle berline di segmento C riesce ad allargare l’impronta su strada.

 Nella parte bassa del paraurti sono stati introdotti delle simil-griglie che, viste da lontano, possono sembrare degli sfoghi d’aria, in realtà hanno una funzione meramente estetica ma sono apprezzabili se appunto, non vi soffermate troppo sulla loro reale utilità. Dentro la Lexus CT200h MY18, personalmente, ha un look demodè con una plancia sviluppata orizzontalmente (bello il nuovo schermo, non touchscreen, da 10,3” con il rinnovato Lexus Navigation System) con dettagli in alluminio. La parte centrale della plancia è invece piuttosto larga e occupa buona parte dell’abitacolo. Nulla da recriminare ai materiali, sono tutti di buona qualità e piacevoli al tatto. Belli gli inserti della parte mediana che denotano una buona ricerca delle forme.

Novità assoluta dell’abitacolo è lo schermo da 10,3″ con il nuovo sistema di infotainment

È la parte che mi ha convinto di meno, non tanto per la piccola leva del cambio automatico della quale si fa presto l’abitudine (è la stessa che trovate su Toyota Prius, sotto di essa si trova il pulsante che inserisce automaticamente la modalità di parcheggio P, altrimenti si ricorre al pedalino che aziona il freno di stazionamento) quando per la sua effettiva praticità. Non mi ha convinto il comando del cursore sul tunnel centrale che sposta una sorta di indicatore sullo schermo. Si gestisce con la mano destra, che si può appoggiare su un comodo supporto ergonomico, ma risulta ahimè scattoso e difficilmente gestibile durante la guida quando si vogliono scorrere le funzioni del sistema di infotainment.

Quest’ultimo è invece abbastanza ricco di funzioni e permette di suddividere lo schermo in due per affiancare, ad esempio, i comandi del clima a quelli della navigazione. Lo schermo da 10,3” è congeniale a questa funzione e rappresenta un buon compromesso in termini di visibilità, essendo posizionato piuttosto in alto sulla plancia e lontano dalle mani non essendo touch screen. Un dettaglio che non mi aveva convinto sulla C-HR, ovvero l’orologio digitale marchio di fabbrica della Casa madre, qui è stato spostato al centro dei comandi del clima e si armonizza maggiormente a quest’ultimi.

Dietro il volante, piuttosto massiccio e non così aggraziato come su alcune delle sue concorrenti più quotate, appare lo schermo TFT da 4,2” dal quale si possono comandare le varie schermate compresa quella del sistema di gestione del motore ibrido, visualizzabile anche sullo schermo centrale. Quest’ultimo, specie nei primi giorni dall’inizio della prova, mi ha aiutato molto a capire come funziona la trasmissione della potenza e il recupero dell’energia, rivelandosi un fedele alleato nel trovare il giusto stile di guida che si sviluppa giorno dopo giorno per chi arriva da una classica motorizzazione diesel o benzina.

Molto positivo, infine, il sistema audio Mark Levinson Surround con 13 altoparlanti (1.650 euro): non mostra segni di affaticamento neanche alzando il volume e offre una buona resa agli amanti del genere.  Discreto il bagagliaio (275 litri, fino a 985 con i sedili abbattuti; pratico il bozzetto per riporre piccoli oggetti), così come l’abitabilità del divanetto posteriore. Si sta comodi in due ma con i sedili impostati sulla mia altezza, 1,84 metri, lo spazio per le gambe di chi si siede dietro non rimane troppo.

Ho trovato davvero superfluo il tetto apribile, in optional a 1.000 euro. Apre solo una piccola porzione del cielo dell’abitacolo, per altro in posizione piuttosto spostata all’indietro e risulta quindi poco pratico. Parere strettamente personale.

Alla guida della Lexus CT200h 2018: il piacere di guidare ibrido, specialmente in città

Il rinnovato look del Model Year 2018 la rende apparentemente molto sportiva

Nello scrivere queste righe vorrei riprendere il discorso iniziato con la prova della Toyota C-HR ibrida, della quale mi aveva stupito l’efficienza del suo motore ibrido. Ebbene, siccome sulla Lexus CT200h troviamo esattamente lo stesso sistema, alimentato dalle batterie a nichel-metallo idruro, mi è sembrato giusto riapprocciare le settimane di prova con la Lexus CT200h 2018 da dove era finito il discorso con sua “cugina”.

Il motore della vettura in prova è il benzina 1.8 a ciclo Atkinson da 99 CV abbinato al motore elettrico da 82 CV (attenzione, la somma complessiva non è matematica, essendo di 136 CV) che funge da propulsore/generatore di energia ausiliaria. Tutte le impressioni che ho avuto provando la C-HR si sono quindi riproposte appena avviato il motore Full Hybrid della CT200h 2018. In città tutti i vantaggi dell’ibrido si presentano all’istante, con percorrenze che arrivano a sfiorare i 19 km/l. Rimane sempre il discorso del modo in cui “conviene” guidare questo tipo di motore, ovvero essendo il più possibile sensibili sul pedale del gas, specialmente nelle ripartenze, così da sfruttare al massimo la spinta del motore elettrico.

La vettura può infatti procedere in modalità completamente green per qualche chilometro, a una velocità che può arrivare fino ai 60 km/h se siete bravi a gestire il pedale del gas. Se poi siete soliti percorrere salite e discese per raggiungere il lavoro o la vostra abitazione meglio ancora, sulle seconde basterà veleggiare e giocare di freno per ricaricare velocemente la batterie, sulle prime si potrà invece sfruttare la spinta, non certo da vettura sportiva, che la Lexus CT200h sa offrire assistita dal cambio E-CVT; quest’ultimo è stato rivisto per diminuire il famoso effetto scooterone delle versioni precedenti, seppur questo effetto sia ancora piuttosto marcato quando si vuole esagerare col gas.

Abbandonata la città, come già accaduto con Toyota C-HR, i vantaggi dell’ibrido non sono più vantaggi ma diventano noie, o meglio, i consumi si attestano su valori più comuni a un normale e vecchio motore a benzina. A 90 km/h si arrivano a sfiorare i 20 km/l, a 130 o più, purtroppo, i consumi si alzano drasticamente senza però mai scendere sotto i 14 km/l. Valori comunque buoni ma da calibrare secondo l’uso che si vuole fare della vettura, così da godere a pieno di tutti i vantaggi che pongono l’ibrido un passo avanti rispetto alle più tradizionali motorizzazioni.

Per quanto riguarda la guida in sè, la Lexus CT200h F Sport è sportiva solo nella sigla. Accelera da 0 a 100 km/h in 10,3 secondi e tocca una velocità massima di 180 km/h. L’auto è comunque stabile nelle curve, ancor di più la F Sport dotata di molle a spirale che diminuiscono l’effetto rollio, e offre una buona reattività dello sterzo, dotato di servosterzo elettrico a irrigidimento progressivo in funzione della velocità, mentre quel qualcosa in più che ci si crea nella mente osservandola dall’esterno non si trasforma in concretezza una volta avviata la vettura.

Se vorrete sorprendere i passanti nessun problema, se vorrete invece sorprendere i vostri amici a bordo il risultato non sarà garantito. Puntate sull’aspetto green della vettura e potreste ribaltare il giudizio dei vostri critici compagni di viaggio, a patto che siano patiti di auto ibride.

Il lato B della F Sport diventa più aggressivo con l’adozione di uno spoiler e di un paraurti più dinamico

Non ho sentito una grande differenza, a livello di guidabilità, tra le tre modalità disponibili con il Drive Mode Select di serie, se non appunto a livello di consumi. La quarta modalità, la EV permette di procedere in modalità solo elettrica a patto di avere le batterie abbastanza cariche,mentre la Eco, la Normal e la Sport si equivalgono ma cambia il settaggio di recupero dell’energia, a favore della prima. La modalità Sport, inoltre, mantiene il regime del motore su standard più elevati e cambia il settaggio del servosterzo elettrico con un’impostazione più aggressiva. 

In conclusione la vettura si dimostra molto guidabile in città, complice l’ottimo servosterzo elettrico e la sua capacità di far risparmiare sui consumi rispetto a una più tradizionale berlina di segmento C. Le sue dimensioni compatte (è lunga 4,45 metri) permettono manovre di parcheggio rapide coadiuvate dal sistema di assistenza al parcheggio che fa parte del pacchetto Lexus Safety System+ (di serie), comprensivo, inoltre, di Adaptive Cruise Control, Lane Keeping Assist e  frenata automatica d’emergenza con sistema Pre-Crash.

Ultima nota, critica, sulla rumorosità. Se è vero che in città tutti i vantaggi dell’ibrido, ripeto ancora una volta, sono tangibili, in accelerazione e in autostrada l’effetto scooterone del motore e soprattutto del cambio E-CVT si fa sentire. Un aspetto al quale si fa bene o male presto l’abitudine, e che viene compensato dal comfort di marcia sul quale è difficile, altresì, muovere una seppur lieve critica. Il lavoro fatto sulle sospensioni, sugli smorzatori laterali di nuova concezione, sulla rigidità della scocca e infine sullo sterzo elettrico premia la compatta della Casa giapponese.

Prezzi e concorrenti

La Lexus CT200h 2018 parte da un prezzo di 32.100 euro, chiavi in mano. La F Sport della nostra prova è la più cara in gamma (gli altri allestimenti sono Business, Exectuive e Limited Edition) con un prezzo di partenza di 37.400 euro, ma presenta una dotazione di serie molto completa. Aggiungendo i vari optional che avete avuto modo di scoprire leggendo queste righe, il prezzo lievita a 43.550 euro. Troppi? Non sta a noi dirlo, è però innegabile che se guardate con interesse a una berlina di segmento C ibrida e sportiveggiante oggi Lexus è l’unica ad offrire un prodotto comunque degno di nota.

Tra le sue concorrenti, in campo ibrido, si staglia all’orizzonte la sua gemella separata alla nascita, la Toyota Auris, recentemente rinnovata al Salone di Ginevra 2018, con la quale condivide quasi tutto, a partire dal gruppo propulsore che appare ormai ben collaudato. Se non vi interessa l’ibrido (attenzione, la Lexus CT200h è solo ibrida e non propone differenti motorizzazioni) la lista si fa lunga: Volkswagen Golf, Ford Focus, Alfa Romeo Giulietta, Mazda 3, BMW Serie 1, Mercedes Classe A, Kia Ceed, Hyundai i30 e potremmo continuare.

Ibrido o no, sicuramente la CT200h 2018 sa come farsi ammirare anche da ferma.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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