Nata nel 1989 la Land Rover Discovery, ha scritto pagine importanti nella storia del Marchio, grazie a un modello innovativo che ha garantito il successo per quattro generazioni.
Ora, dopo oltre 1,2 milioni di vettura vendute dall’89 a oggi, siamo giunti alla quinta generazione, prodotta nello stabilimento di Solihull, una ventata di novità che mantiene evidenti richiami al passato. Noi abbiamo provato la “First Edition”, una versione a tiratura limitata (2.400 unità) praticamente full optional, accoppiata al propulsore 3.0 TD6 da 249 CV. Ecco com’è e come va nella nostra prova su strada.
La nuova Discovery ha abbandonato le linee taglienti in favore di forme più morbide e sinuose. Ne ha giovato l’aspetto generale, che ora è più armonioso, un elemento da non sottovalutare date le dimensioni: lunghezza 4,97 m, larghezza 2,22 m e alta 1,85 m.
Più lunga, stretta e alta di prima, ma meno geometrica di un tempo e con uno stile molto più moderno ed elegante. I gruppi ottici full LED guardano al futuro, mentre sia il muso, sia il lato B sembrano confermare le doti offroad che vantano tutte le Discovery, da sempre. Il passato però c’è e si vede. Sono diversi gli omaggi al passato, come la forma del montante C, lo “scalino” sul tetto e la targa asimmetrica, che caratterizza in maniera evidente il posteriore.
Uno dei colori più noti, e quello della vettura da noi provata, è l’Arancio Namib, un colore tonico che ben si abbina con gli inserti neri della carrozzeria e con i cerchi in lega, sempre neri, disponibili da 20”, 21” e 22”. Questa è una misura quasi obbligatoria per la Discovery se non si vuole far risultare un dislivello notevole tra carrozzeria e ruote.
Nel complesso è impossibile non fare i complimenti a Massimo Frascella, Creative Director Exteriors Land Rover e a Gerry McGovern, Chief Designer Jaguar Land Rover, che sono riusciti a compiere una missione molto delicata, rendere un’auto che fa della sua imponenza la sua bellezza. Dall’altro lato, invece, stupirsi è fin troppo, dopo aver visto i capolavori estetici compiuti con Evoque e Velar.
All’interno regna lo spazio. Sette i posti veri, un bagagliaio ampio e vani in ogni dove. L’abitacolo è stato proprio pensato per questo fine, per far spazio ai passeggeri e ai loro bagagli, ma anche al comfort, uno dei cardini di quest’auto.
Finiture di classe, assemblaggi ben fatti e un rivestimento quasi totale in pelle Windsor, sono gli elementi principali che permettono di percepire la qualità a bordo. La plancia poi è molto tecnologica, con ben 9 porte USB, pochi tasti fisici e un display da 10” pollici che domina la scena.
Tra i vari gadget tecnologici c’è anche l’Activity Key, un bracciale che permette di aprire e chiudere la vettura, avvicinandosi alla “D” di Discovery del portellone posteriore, senza aver bisogno delle chiavi, che, ad esempio, potrebbero essere state lasciate in auto nel caso di una “surfata” o di un’escursione in mezzo alla natura.
Torniamo allo spazio. Il “salotto” a sette posti della Discovery è configurabile attraverso l’Intelligent Seat Fold, il sistema che permette di ripiegare e alzare tutte le sedute della seconda fila automaticamente, comandabile dal display, dal portellone o dall’applicazione scaricabile sullo smartphone. Il bagagliaio parte da una capienza di 258 litri con tutti i sedili in posizione, sale a 1.231 litri con la terza fila abbattuta e arriva a 2.500 litri nella configurazione a 2 posti. Infine, per semplificare il carico e scarico dei bagagli la vettura si può abbassare di 40 mm.
Il possente 3.0 l si differenzia rispetto alle motorizzazioni 2.0 l per la coppia generosissima di 600 nm. Questo permette alla Discovery di essere molto pronta e brillante nonostante il peso complessivo di 2.230 kg a pieno carico, che è stato ridotto di ben 480 chilogrammi rispetto alla Discovery 4. Il motore piace per erogazione e per allungo, così come il cambio a otto rapporti si abbina bene alla trazione AWD, anche se non è fulmineo nei passaggi di marcia.
Alla guida sulle strade urbane ci si sente i dominatori della strada, la posizione rialzata e l’ampia vetratura trasmettono poi una piacevole sensazione di sicurezza a bordo. Le telecamere, inoltre, permettono una visione completa nelle manovre.
Tra le curve la mole della vettura si fa sentire, incide sopratutto la coda dell’auto leggermente a sbalzo, con un’elettronica giustamente conservativa, che non permette velleità sportive, d’altronde la Discovery è pensata come un’auto da famiglia. Ma è nelle lunghe percorrenze che la Land Rover dà il meglio di sé rivelandosi un’auto pensata al comfort, dove i chilometri passano in totale relax, coccolati dai mille gadget elettronici. Un comfort che ritroviamo anche nelle situazioni di off-road più estremo, situazione in cui la Discovery esprime al meglio tutto il suo DNA Land Rover rivelandosi letteralmente inarrestabile davanti a qualsiasi ostacolo. Le marce ridotte ed il bloccaggio dei differenziali permettono a questo 4×4 di percorrere ogni tipo di tracciato, mentre il Terrain Response nella modalità automatica (ma è possibile settarlo anche in manuale) gestisce in piena autonomia ogni tipo di fondo che l’auto va ad impegnare, limitando i pattinamenti e massimizzando la trazione.
Ricordando che la quarta generazione di Land Rover Dicovery venne premiata come “auto da traino” del decennio, L’advanced Tow Assist è un’avanzata tecnologia semiautonoma che rende sicuro e agevole il traino di un rimorchio. Con questo dispositivo, e una capacità di traino di ben 3.500 kg, la vettura è il più capace veicolo per il traino nella sua categoria.
L’Advanced Tow Assist elimina lo stress delle manovre in retromarcia consentendo al guidatore di posizionare il rimorchio o il caravan senza neanche usare il volante. Sul touchscreen da 10″ appaiono le immagini della strada dietro il veicolo, e delle linee guida che anticipano la traiettoria prevista del mezzo. Il pilota, tramite il selettore del Terrain Response 2 situato sulla consolle centrale, guida il rimorchio nella posizione di parcheggio desiderata. È così possibile parcheggiare il rimorchio in retromarcia con assoluta sicurezza, poiché il veicolo calcola automaticamente i necessari input dello sterzo. Questo sistema intelligente avverte il guidatore se la sterzata impostata è eccessiva e rischia di portare il rimorchio a formare un angolo troppo acuto con il veicolo.
La Land Rover Discovery parte dal prezzo di 54.200 euro, mentre per avere la motorizzazione da noi provata si parte da 63.300 euro, che diventano 85.900 euro per la First Edition. Questo allestimento non è più disponibile, ma è paragonabile al Luxury, anche se leggermente superiore, e vanta, tra gli altri accessori, clima trizona, Navigation Pro System, cerchi da 20”, Keyless, 5 posti (e non 7), telecamera posteriore e tetto panoramico.
La Discovery è un’auto abbastanza unica nel suo segmento, ma è paragonabile ai SUV più grandi del segmento, come Audi Q7, BMW X5, Mercedes-Benz GLE e Volvo XC90. La Discovery dal canto suo però vanta una tradizione più antica e un know how che fa invidia a molte case costruttrici.
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