Storiche

Lancia D50. Leggendaria settantenne

Tempo di lettura: 3 minuti

Gianni Lancia nell’estate del 1953 decide che è arrivato il momento di entrare nel nuovo Campionato di Formula Uno inaugurato nel 1950. Proiettandoci in quegli anni si comprende come la scelta fosse tutt’altro che spericolata, considerando che tale campionato vide nelle prime edizioni il completo monopolio da parte dei costruttori italiani con la vittoria dell’Alfa Romeo 158 di Nino Farina nel 1950, l’Alfa Romeo 159 di Juan Manuel Fangio nel 1951 e la Ferrari 500 F2 di Alberto Ascari nel 1952 che raddoppierà l’anno successivo. Inoltre corrono anche Maserati e OSCA. In sintesi ci sono i grandi, e Lancia non deve mancare.

Il progetto viene affidato a Vittorio Jano che lo termina dopo solo qualche mese, ovvero nel settembre 1953; la spettacolare automobile delineata è il risultato del perfetto connubio tra Lancia e Jano, che condividono la passione per l’innovazione più pura. Tra le caratteristiche principali troviamo la sistemazione dei due serbatoi del carburante ai lati del corpo vettura tra le ruote anteriori e quelle posteriori: la scelta deriva dalla volontà di arrivare il più possibile a fine gara saltando qualche rifornimento, anche se pagando una partenza più “appesantita” rispetto agli avversari, che però dovranno fermarsi più spesso. Inoltre la disposizione favorisce il bilanciamento e miglior resa aerodinamica

Ma anche il resto merita attenzione, il motore rispondente al capitolato per l’anno 1954 è un 8 cilindri a V di 90° da 2,5 litri di cilindrata capace di circa 260 CV, posizionato leggermente fuori asse di 12° rispetto all’asse longitudinale in modo da scavalcare il posto del pilota e abbassare il baricentro. Le sospensioni sono a ruote indipendenti all’avantreno, e a ponte De Dion al retrotreno. Il gruppo frizione/cambio/differenziale è al retrotreno, mentre il cambio a 5 rapporti è disposto trasversalmente. Il tutto viene avvolto in una carrozzeria dalla forma sublime, formata in alluminio e poggiata su un telaio in tubi: il peso si ferma a soli 608 kg eleggendola come la più leggera della griglia di partenza.

Innovazione. Come da tradizione

Ma tanta innovazione porta la gestazione della Lancia D50 ad essere travagliata già dalla prima uscita per i test, il 20 febbraio 1954 all’Aeroporto di Torino-Caselle con alla guida Alberto Ascari che, insieme a Luigi Villoresi ed Eugenio Castellotti forma il team di piloti scelti da Gianni Lancia

Nonostante le indubbie doti tecniche e velocistiche (300 km/h), la vettura mostra una certa instabilità man mano che i serbatoi vanno svuotandosi, difficoltà in frenata e varie altre criticità che costringono a continui (e costosi) perfezionamenti facendone slittare l’entrata in pista prevista in Francia: data la situazione Villoresi e Ascari, alla fine di aprile 1954, sottoscriveranno un accordo che gli consentirà di partecipare ai GP in calendario con altre vetture, fino al momento in cui la D50 sarà pronta, collaborando comunque ai collaudi. 

Finalmente, dopo una serie di convincenti prove, due Lancia D50 vengono spedite a Barcellona per il Gran Premio di Spagna in calendario per il 24 ottobre 1954, ma purtroppo non arrivano grandi risultati: nel 1955 le D50 disputano, con alterne fortune, altri cinque GP (Argentina, Torino, Pau, Napoli, Monaco) amareggiando Gianni Lancia che, dopo l’improvvisa morte di Ascari avvenuta durante una prova a Monza sulla Ferrari 750 di Castellotti, decide di sospendere ogni attività agonistica

La seconda vita

Con l’intento di evitare che la comunque preziosa esperienza tecnica della Lancia D50 finisca pericolosamente all’estero, rientrando al contempo il più possibile nell’investimento sostenuto, il principe Filippo Caracciolo, suocero di Gianni Agnelli, e il Presidente dell’Automobile Club d’Italia si attivano presso la Fiat con un accordo che prevede la donazione di 6 vetture (più due scocche, ricambi e parti meccaniche) a Ferrari che si impegna ad erogare una cospicua somma. Tale “passaggio” avviene il 26 luglio 1955 nel cortile della Lancia in Via Caraglio a Torino, vedendo anche quello di Jano alla Ferrari.

Nel 1956 le Lancia-Ferrari D50 (ribattezzate Tipo 801) in continua evoluzione, colgono numerosi allori, tra questi, quello di Juan Manuel Fangio che si laurea Campione del Mondo per la quarta volta: su sette prove del Campionato otterranno cinque vittorie (Argentina, Belgio, Francia, Gran Bretagna e Germania) e due piazze d’onore (Monaco e Italia), eccellendo nelle prove aggiudicandosi 6 pole ed un secondo miglior tempo, oltre al giro più veloce. Oggi una Lancia D50 fa parte della collezione FCA Heritage HUB, mentre al MAUTO è possibile ammirare un esemplare Lancia-Ferrari.

L’epilogo della D50 è imprevisto ma dimostra la bontà concettuale del progetto Lancia, impegnata in quegli stessi anni a dare forma anche alla fascinosa Lancia D25. Ma questa è un’altra leggenda..

Autore: Federico Signorelli

Redazione Autoappassionati.it

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Tag: Lancia

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