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Lamborghini dice no al Salone di Ginevra 2020: ecco perché

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In un anno, il 2019, che si è chiuso in positivo, con record di consegne per Urus (quasi 5.000 unità consegnate), il 2020 di Lamborghini inizia nel segno del cambiamento: dopo anni di presenza fissa, Automobili Lamborghini non parteciperà al Salone di Ginevra 2020

8.205 vetture, totali, consegnate nel 2019 hanno spinto la Casa di Sant’Agata Bolognese a rinunciare alla formula classica del salone statico, così da sposare una nuova filosofia che avvicini il pubblico, nello specifico i suoi clienti, a esperienze nuove e coivolgenti, dove destinare buona parte del budget.

Ciò non significa che nel 2020 Lamborghini non presenterà nuovi modelli, anzi, tuttavia saranno, come fatto da Ferrari con l’evento Universo Ferrari del settembre scorso, vetture svelate in eventi dedicati, così da catalizzare in primis l’attenzione dei media e per avvicinare sempre più i clienti ai loro oggetti del desiderio.

In tutto questo discorso si inserisce un contesto geopolitico poco stabile, con le possibili ripercussioni tariffarie che potrebbero verificarsi in Europa e nel resto del mondo, i fattori economici chiave rimangono positivi, sebbene meno prevedibili, e in questo quadro Lamborghini guarda con ottimismo le previsioni per il futuro.

Ci si attende che le economie maggiori continuino a crescere e, anche grazie alla sua gamma di prodotti giovani e attraenti, Lamborghini prevede nuovi livelli di crescita a medio termine, sia per quanto riguarda le vendite che il fatturato. 

No di Lamborghini a Ginevra 2020: Ferrari cosa fa?

Da parte della Casa di Maranello, i programmi sembrano confermati. Ci sono da presentare tutte le ultime novità del 2019, dalla SF90 Stradale all’ultima arrivata, la Roma. Sicuro, invece, il forfait di Maserati mentre Groupe PSA potrebbe partecipare unicamente con un solo brand.

Una tendenza, quella dell’abbandono ai grandi saloni, che continua. Importante il no di Lamborghini, non solo per il mondo dell’auto italiano. Sempre più spazio a piccoli espositori e al digitale, quasi “oltre settore”?

Il futuro del grande salone europeo appare sempre più avvolto dalle nubi.

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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