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L’altra faccia dell’auto elettrica in Cina: 8.000 concessionari chiusi e una guerra di prezzi senza fine

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La Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo e fulcro globale dell’elettrificazione, sta vivendo una crisi silenziosa nel settore auto: migliaia di concessionari stanno chiudendo, e la rivoluzione elettrica sembra avere un lato oscuro che pochi raccontano.

Quello che sembrava un trionfo per le auto elettriche si sta trasformando in un terremoto economico che rischia di ridefinire completamente il modo in cui si vendono le auto nel paese. Secondo Bloomberg, oltre 8.000 concessionari 4S (vendita, assistenza, ricambi e sondaggi) hanno chiuso dal 2020, e altri potrebbero seguire presto. La causa? Un mix letale di sovrapproduzione, guerre di prezzo feroci e margini di profitto ridotti all’osso.

Sovrapproduzione e margini risicati

Le case automobilistiche cinesi hanno accelerato la produzione di veicoli elettrici a un ritmo che il mercato non riesce a sostenere. Marchi come Geely, Changan e NIO hanno riempito i concessionari di auto, mentre le vendite crescono più lentamente. Per difendere la quota di mercato, i prezzi sono stati ridotti drasticamente, spesso al di sotto del costo di produzione, creando una spirale che sta distruggendo i margini di profitto dei dealer.

Il risultato è drammatico: concessionari indebitati, scorte enormi, vendite forzate e fallimenti in aumento. Molti vendono auto semplicemente per mantenere la licenza concessa dalla casa madre, senza alcun guadagno reale.

La vendita diretta cambia le regole del gioco

Il settore sta vivendo una rivoluzione digitale: i modelli tradizionali di concessionario diventano obsoleti. Tesla, NIO e XPeng vendono direttamente al consumatore attraverso negozi propri o piattaforme online, con prezzi fissi e servizi di manutenzione mobile. Anche marchi più tradizionali, come Ford, seguono la stessa strategia, riducendo al minimo il ruolo dei concessionari.

I nuovi clienti cinesi preferiscono esperienze digitali e centri interattivi, piuttosto che visitare grandi showroom tradizionali. Marchi emergenti come Zeekr e Aion puntano su centri più piccoli, esperienziali e orientati allo stile di vita, non alla vendita aggressiva.

Un segnale per il resto del mondo

La crisi cinese dei concessionari è anche un monito per Europa e Stati Uniti. L’era del venditore tradizionale sembra arrivata al capolinea: sopravvivranno solo chi saprà adattarsi, offrendo servizi di ricarica, vendita di auto elettriche usate o manutenzione avanzata dei software dei veicoli.

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