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La transizione elettrica in Motor Valley: si lavorerà meno per lavorare tutti

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La transizione elettrica sta coinvolgendo ed interesserà tutti, nessuno escluso. A farsi trasportare dal vento del cambiamento che detterà lo switch dal carburante all’elettrico ci saranno anche i brand che producono supercar. La cosa non escluderà quindi la Motor Valley, che sta studiando come affrontare al meglio questo frangente, regalando un’altra prospettiva anche agli altri produttori.

La transizione elettrica in Motor Valley: lavorare meno per lavorare tutti

Il cambiamento ecologico che porterà alla dismissione graduale dei motori Diesel e benzina, come detto pocanzi, non esclude nessuno, compresi i produttori presenti nella Motor Valley. È proprio nella zona dove nascono le migliori automobili e motociclette al mondo che si è escogitato un sistema per affrontare al meglio la transizione elettrica dal punto di vista occupazionale, sì perché questo cambiamento potrebbe portare anche ad adattamenti sulla forza lavoro.

Decine di migliaia di posti di lavoro sarebbero a rischio nella Motor Valley, precisamente dai 60.000 ai 120.000, motivo per il quale i sindacati hanno deciso di mettere in campo una nuova iniziativa. I leader dei sindacati metalmeccanici hanno siglato un accordo con alcune delle Casa della Motor Valley per ridurre le ore di lavoro, a parità di salario, e dare la possibilità a tutti di lavorare, evitando o limitando i licenziamenti. Un’opera di pura solidarietà, come già fatto da Toyota Material Handling Manufacturing Italy, la quale negli stabilimenti di Borgo Panigale e Crespellano ha previsto per i suoi dipendenti la paga delle 8 ore, nonostante questi ultimi lavorino 7 ore.

Il tutto accompagnato da formule particolari, come ad esempio il part-time di emergenza che può essere richiesto per un solo mese. Altra soluzione simile, ma non uguale, si è avuta nel 2020 nel campo della telefonia, quando Vodafone in piena pandemia decise di ricorrere al “venerdì solidale”.

La transizione elettrica in Motor Valley: Ducati, Lamborghini e Bosch prendono esempio da Toyota

Lavorare meno per lavorare tutti è una formula che può funzionare? Stando a quanto dimostrato finora da Toyota verrebbe da dire di sì. La sede bolognese del brand nipponico ha registrato addirittura incrementi del 30% degli ordini e spazi negli stabilimenti limitati. Non solo, Toyota ha dovuto addirittura assumere circa 130 risorse nell’ultimo anno. A prenderne esempio sono state altre aziende presenti nella Motor Valley come Ducati, Lamborghini e Bosch. In Ducati gli operai che assemblano le moto lavorano 7 ore e vengono pagati 8, e nel reparto macchine utensili la media settimanale è di 32 ore a fronte delle 40 previste in precedenza. In Lamborghini i turni di giorno sono di 7 ore, pagate 8, ma la notte si scende addirittura a 6 ore, mentre nelle sedi Bosch di Modena e Reggio Emilia l’orario può scendere in alcuni casi a 33 ore e mezza contro le 40 previste da contratto.

Angelo Petrucci

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Angelo Petrucci
Tag: Elettrico

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