Come ormai tradizione, tutte le Ferrari facenti parte della serie denominata “Icona” si rifanno alle vetture che hanno fatto la storia della Casa di Maranello. I richiami estetici sono dei veri e propri omaggi, delle ispirazioni che, però, non sfociano mai in qualcosa di simile a dei remake.
La serie “Icona” ha preso vita nel 2018 con le Ferrari Monza SP1 ed SP2, nate per celebrare lo spirito delle barchette degli anni ’50, con richiami alle 750 Monza e 375 MM, ma la più recente, la Daytona SP3 è un chiaro omaggio a quella fantastica tripletta, datata 1967, alla 24 Ore di Daytona, tanto da celebrarla in diretta mondiale nel weekend del Mugello.
Vista la “tradizione”, quali potrebbero essere le fonti d’ispirazione per i prossimi modelli “icona”? Flavio Manzoni ha dichiarato, nel corso delle Finali Mondiali 2021, che l’ispirazione è sicuramente tanta a guardare l’heritage del brand del cavallino. Sicuramente un tributo lo merita la celeberrima Ferrari Testarossa, automobile nata nel 1984 ed in profumo di quarantesimo compleanno.
È proprio la ricorrenza anagrafica che potrebbe ispirare una vettura commemorativa. La prima potrebbe essere, già nel 2022, la Ferrari 208 GTB rivista in salsa moderna. Proporzioni simili alla nuova 296 GTB, ma non il V6 plug-in bensì il V8 2.0 turbo che all’epoca sprigionava 220 CV a 7.000 giri/min, e tanta storia da raccontare. Ci sarebbe, sempre dell’82, l’anno del terzo titolo dell’Italia in quello storico 3-1 contro la Germania ovest nella finale dei mondiali, la Ferrari Mondial, seguita l’anno successivo dalla versione cabriolet.
Se invece pensiamo agli anni ’80, lei è stata davvero l’oggetto del desiderio, la Ferrari Testarossa. Sotto al cofano rombava un 12 cilindri a V di 180 gradi, da 4942 centimetri cubi di cilindrata, con quattro valvole per cilindro, il tutto con una potenza erogata di 390 cavalli a 6800 giri al minuto, con un picco di coppia di 490 Nm a 4500 giri al minuto. Cambio a 5 marce e velocità massima di 290 km/h, un qualcosa di inaudito all’epoca. La supercar venne prodotta in 7177 esemplari, prima di lasciare spazio alle successive 512 TR e 512 M.
Altra auto meritevole di considerazione è la Ferrari 512 S, vettura da competizione che corse nel Campionato del mondo sportprototipi nel 1970. Si tratta di un bolide che appartiene alla tradizione agonistica del Cavallino Rampante, ne furono prodotti 25 esemplari, praticamente solo quelli che servivano per l’omologazione. La vettura era equipaggiata con un motore V12 da 5 litri di cilindrata, con 550 cavalli di potenza pronti a muovere un peso di 850 chilogrammi. La velocità massima toccava quota 340 Km/h.
Tornando agli anni ‘80, anche la Ferrari F40 avrebbe tutte le carte in regola per essere ispiratrice di una nuova “Icona”. Con essa, la marca, a un anno dalla scomparsa di Enzo Ferrari, celebrò al meglio il suo quarantennale nelle corse, equipaggiandola con motore 8 cilindri a V di 90 gradi e con cilindrata di 2.936,25 centimetri cubici. La potenza massima che riusciva ad erogava equivaleva a 478 CV (352 kW) a 7000 giri/min, coppia massima 577 Nm a 4000 giri/min. Il cambio è manuale a 5 marce, più retromarcia, con frizione bidisco a secco. A quarant’anni dal suo debutto, era il 1987, perchè non pensarci?
Sono tutte automobili che hanno fatto la storia e che hanno fatto sognare tutti gli appassionati, è inevitabile che, prima o poi, da Maranello decideranno di trasformarle in vere e proprie muse ispiratrici. La prossima Ferrari Icona, infatti, sarà come sempre una sorpresa.
Autore: Angelo Petrucci
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