Tecnica

La lista nera auto con motore a GPL: dove è sconsigliato

Tempo di lettura: 4 minuti

Nonostante sia diffusa la credenza che tutte le auto possano essere convertite con motore a GPL, è necessario fare una lista nera dei propulsori poco predisposti a questo tipo di alimentazione.


L’alimentazione a GPL (Gas Propano Liquido) è una soluzione molto apprezzata per la sua convenienza economica e il minor impatto ambientale rispetto ai carburanti tradizionali. Il GPL, essendo un combustibile più pulito, contribuisce a ridurre le emissioni di CO₂ e particolato, rendendolo ideale per chi cerca un compromesso tra risparmio e sostenibilità.

Tuttavia, non tutti i motori sono adatti alla conversione o all’uso di impianti GPL, e ignorare questa incompatibilità potrebbe causare problemi meccanici significativi. Per scegliere correttamente, è essenziale capire quali caratteristiche del motore influenzano la compatibilità e quali auto evitano questa opzione.

Caratteristiche di un motore compatibile con la conversione GPL

La compatibilità con il GPL dipende principalmente dai materiali utilizzati nel motore e dalla sua tecnologia costruttiva. I motori compatibili devono avere valvole e sedi valvole resistenti all’usura provocata dalla combustione del GPL, che genera temperature più elevate rispetto alla benzina. Inoltre, un impianto di raffreddamento efficiente è essenziale per dissipare il calore in eccesso. I motori a iniezione indiretta sono generalmente più adatti alla conversione, poiché il carburante viene miscelato con l’aria prima di entrare nei cilindri, riducendo il rischio di danneggiamenti.
D’altro canto, i motori con iniezione diretta richiedono impianti GPL specifici e costosi, e anche in questi casi, la conversione potrebbe non garantire risultati ottimali. Prima di procedere, è sempre consigliabile verificare la compatibilità con il costruttore dell’auto o con un installatore esperto.

Quali motori vengono prodotti già predisposti per il GPL

Alcune case automobilistiche, come Renault, Dacia e FIAT, offrono motori progettati direttamente per funzionare a GPL. Questi propulsori, spesso derivati da unità benzina tradizionali, sono modificati con materiali più resistenti per valvole e sedi valvole, e calibrati per funzionare in modo efficiente con questo carburante.

Tra i motori più noti ci sono il 1.0 TCe e il 1.6 SCe di Dacia e Renault, entrambi ottimizzati per offrire un buon compromesso tra prestazioni, affidabilità e consumo di carburante.
Anche FIAT propone il collaudato 1.4 Fire, presente su modelli come la Panda e la Tipo, disponibile in versioni benzina-GPL dalla fabbrica. Anche nella versione 1.2 Fire non sono stati riscontrati particolari problemi. Per qualcosa di più prestante di può andare anche sul 1.4 T-Jet, motore semplice e robusto con una ottima potenza.

Questi motori garantiscono una lunga durata e minori problemi di manutenzione rispetto alle conversioni aftermarket, rendendoli una scelta ideale per chi vuole un’auto pronta per l’uso a GPL.

Quali motori non sono compatibili con il GPL

Non tutti i motori sono adatti all’utilizzo del GPL, e alcune famiglie sono note per la loro scarsa compatibilità.

Ad esempio, i motori con sedi valvole in lega leggera, come alcuni propulsori Mazda e Toyota, tendono a soffrire di usura accelerata quando utilizzano il GPL.

Sui motori FCA, meglio stare sui motori della famiglia Fire: i MultiAir e i Firefly (sia aspirati che turbo) non sono abbastanza robusti per questa conversione. Anche i motori turbo di piccola cilindrata con iniezione diretta, come i TSI e TSFI di Volkswagen o i PureTech di Peugeot, possono essere problematici, a meno di interventi costosi e specifici per l’installazione di impianti a GPL a fase liquida, in grado di pompare direttamente in camera di combustione tramite gli iniettori una miscela di GPL e benzina, mitigando il risparmio.

Un’altra categoria da evitare è quella dei motori con alimentazione a doppia iniezione (diretta e indiretta) come i Toyota Dynamic Force , in cui il GPL potrebbe non raggiungere tutti i cilindri in modo uniforme, causando problemi di combustione. Questi motori, pur avanzati tecnicamente, non sono progettati per gestire le caratteristiche uniche del GPL, rendendo rischiosa la conversione.

Lista nera dei motori più diffusi su cui è meglio non montare l’impianto GPL

Stellantis (FIAT, Peugeot, Citroen, Opel)

  • Motori FireFly T3 e T4 (1.0, 1.3, 1.5): le alte temperature di esercizio e il design delle valvole rendono difficile una trasformazione duratura. Inoltre, i costi per installare un sistema di lubrificazione delle valvole spesso superano i benefici.
  • Motori PureTech (1.2 tre cilindri): noti per problemi di usura precoce delle valvole, accentuati con il GPL, a meno di modifiche costose.
  • Motori MultiAir (TwinAir, 1.4, 2.0): le alte temperature di esercizio e la particolare gestione dell’ingresso dell’aria rendono complessa la gestione del sistema GPL
  • Motore Hurricane (3.0): utilizza anch’esso la tecnologia MultiAir e la sua sovralimentazione porta troppo in alto le temperature

Kia/Hyundai

  • Gamma GDi (1.0, 1.4, 1.6): i motori a iniezione diretta di benzina richiedono impianti specifici e costosi. Inoltre, l’accumulo di residui carboniosi peggiora con l’uso di GPL. Le versioni che escono di serie montano sedi valvole rinforzate appositamente dal produttore.
  • Motori MPI con testate in alluminio: non ideali per GPL a causa delle valvole non compatibili con le alte temperature.

Volkswagen Group (VW, Audi, Seat, Škoda)

  • Motori TFSI/TSI (1.0, 1.4, 1.5): l’iniezione diretta e i materiali delle testate sono problematici per l’utilizzo di GPL. Alcuni modelli richiedono una doppia alimentazione con benzina, riducendo il risparmio.
  • Motori aspirati (1.6 MPI): pur essendo tecnicamente trasformabili, soffrono di usura delle sedi valvole senza modifiche significative.

Renault/Nissan

  • Motori H4Bt (1.2 TCe): fragilità intrinseca del motore, con problemi che si accentuano con il GPL.
  • Gamma DIG-T (1.3): elevata sensibilità delle valvole e alta temperatura di combustione non compatibili senza modifiche costose.

Ford

  • Gamma EcoBoost (1.0 e 1.5): l’iniezione diretta e l’elevata compressione compromettono la compatibilità con il GPL.
  • Motori Duratec aspirati: sebbene trasformabili, possono richiedere lubrificazione aggiuntiva per proteggere le valvole, altrimenti molto delicate.

BMW/Mini

  • Motori N20 e B48: i motori turbo con iniezione diretta e compressioni elevate sono problematici per l’adattamento GPL.

Toyota

  • Motori Valvematic e VVT-i: generalmente compatibili, ma richiedono manutenzione aggiuntiva per evitare problemi con le valvole.
  • Motori ibridi HSD (1.5-1.8): non è consigliabile installare l’impianto a GPL su queste motorizzazioni che lavorano a temperature molto basse.
  • Motori Toyota Dynamic Force: è possibile trasformarli solo con impianti specifici e costosi che non interferiscono col sistema a doppia alimentazione. Il risparmio su queste vetture è marginale e l’operazione può rivelarsi poco conveniente.

La lista contiene i motori su cui non si consiglia l’installazione, anche se essa è all’atto pratico possibile. I nuovi impianti a GPL consentono di convertire praticamente qualunque propulsore, ma la complessità dei motori di ultima generazione, le diverse temperature di funzionamento e l’utilizzo di materiali più leggeri può portare a una usura prematura dei propulsori.

Alessandro Pittau

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Alessandro Pittau

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