Nonostante sia diffusa la credenza che tutte le auto possano essere convertite con motore a GPL, è necessario fare una lista nera dei propulsori poco predisposti a questo tipo di alimentazione.
L’alimentazione a GPL (Gas Propano Liquido) è una soluzione molto apprezzata per la sua convenienza economica e il minor impatto ambientale rispetto ai carburanti tradizionali. Il GPL, essendo un combustibile più pulito, contribuisce a ridurre le emissioni di CO₂ e particolato, rendendolo ideale per chi cerca un compromesso tra risparmio e sostenibilità.
Tuttavia, non tutti i motori sono adatti alla conversione o all’uso di impianti GPL, e ignorare questa incompatibilità potrebbe causare problemi meccanici significativi. Per scegliere correttamente, è essenziale capire quali caratteristiche del motore influenzano la compatibilità e quali auto evitano questa opzione.
La compatibilità con il GPL dipende principalmente dai materiali utilizzati nel motore e dalla sua tecnologia costruttiva. I motori compatibili devono avere valvole e sedi valvole resistenti all’usura provocata dalla combustione del GPL, che genera temperature più elevate rispetto alla benzina. Inoltre, un impianto di raffreddamento efficiente è essenziale per dissipare il calore in eccesso. I motori a iniezione indiretta sono generalmente più adatti alla conversione, poiché il carburante viene miscelato con l’aria prima di entrare nei cilindri, riducendo il rischio di danneggiamenti.
D’altro canto, i motori con iniezione diretta richiedono impianti GPL specifici e costosi, e anche in questi casi, la conversione potrebbe non garantire risultati ottimali. Prima di procedere, è sempre consigliabile verificare la compatibilità con il costruttore dell’auto o con un installatore esperto.
Alcune case automobilistiche, come Renault, Dacia e FIAT, offrono motori progettati direttamente per funzionare a GPL. Questi propulsori, spesso derivati da unità benzina tradizionali, sono modificati con materiali più resistenti per valvole e sedi valvole, e calibrati per funzionare in modo efficiente con questo carburante.
Tra i motori più noti ci sono il 1.0 TCe e il 1.6 SCe di Dacia e Renault, entrambi ottimizzati per offrire un buon compromesso tra prestazioni, affidabilità e consumo di carburante.
Anche FIAT propone il collaudato 1.4 Fire, presente su modelli come la Panda e la Tipo, disponibile in versioni benzina-GPL dalla fabbrica. Anche nella versione 1.2 Fire non sono stati riscontrati particolari problemi. Per qualcosa di più prestante di può andare anche sul 1.4 T-Jet, motore semplice e robusto con una ottima potenza.
Questi motori garantiscono una lunga durata e minori problemi di manutenzione rispetto alle conversioni aftermarket, rendendoli una scelta ideale per chi vuole un’auto pronta per l’uso a GPL.
Non tutti i motori sono adatti all’utilizzo del GPL, e alcune famiglie sono note per la loro scarsa compatibilità.
Ad esempio, i motori con sedi valvole in lega leggera, come alcuni propulsori Mazda e Toyota, tendono a soffrire di usura accelerata quando utilizzano il GPL.
Sui motori FCA, meglio stare sui motori della famiglia Fire: i MultiAir e i Firefly (sia aspirati che turbo) non sono abbastanza robusti per questa conversione. Anche i motori turbo di piccola cilindrata con iniezione diretta, come i TSI e TSFI di Volkswagen o i PureTech di Peugeot, possono essere problematici, a meno di interventi costosi e specifici per l’installazione di impianti a GPL a fase liquida, in grado di pompare direttamente in camera di combustione tramite gli iniettori una miscela di GPL e benzina, mitigando il risparmio.
Un’altra categoria da evitare è quella dei motori con alimentazione a doppia iniezione (diretta e indiretta) come i Toyota Dynamic Force , in cui il GPL potrebbe non raggiungere tutti i cilindri in modo uniforme, causando problemi di combustione. Questi motori, pur avanzati tecnicamente, non sono progettati per gestire le caratteristiche uniche del GPL, rendendo rischiosa la conversione.
La lista contiene i motori su cui non si consiglia l’installazione, anche se essa è all’atto pratico possibile. I nuovi impianti a GPL consentono di convertire praticamente qualunque propulsore, ma la complessità dei motori di ultima generazione, le diverse temperature di funzionamento e l’utilizzo di materiali più leggeri può portare a una usura prematura dei propulsori.
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