Oggigiorno sono rimasti pochi veri 4×4, subissati nelle vendite da SUV e crossover, che però trovano ancora molti estimatori del genere. Uno tra questi è sicuramente l’americana Jeep Wrangler Unlimited, con le sue linee immutate nel tempo, salvo alcuni accorgimenti o migliorie che la rendono sempre attuale.
Nasce idealmente (passateci l’analogia di modello Willis-Wrangler) negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, cresce come veicolo commerciale e negli anni diventa uno status symbol, grazie alle sue doti offroad e al suo design unico.
In attesa del nuovo modello, appena presentato al Salone di Ginevra, noi ci siamo concentrati sulla versione uscente, provando così il Wrangler 3.0, nella sua versione a passo lungo 5 porte, ovvero l’Unlimited Night Eagle, ecco come va.
Nell’anteriore ritroviamo le ormai mitiche sette feritoie che compongono la griglia centrale con ai lati i fari tondi, rigorosamente alogeni; sopra di essi colpiscono le cerniere del cofano a vista che ribadiscono inequivocabilmente che siamo di fronte ad una vettura “maschia”. L’enorme copriruota con logo Jeep campeggia nel posteriore e potrebbe dare fastidio alla visuale, ma non è sufficiente a considerarlo un lato negativo, anzi, rappresenta una vera peculiarità del modello.
Osservandola lateralmente, l’attenzione viene attratta dalle quattro portiere amovibili, insieme al parabrezza ripiegabile sul cofano, che ci fanno sognare avventurosi percorsi fuoristrada tra sabbia, polvere e rocce, così come il tetto, che nel nostro modello è sia in versione Freedom Top hard che Sunrider soft. L’ideale, dal nostro punto di vista, è usare la copertura rigida durante l’inverno, per poi toglierla nelle mezze stagioni, in funzione della più pratica tela, ripiegabile nel vano bagagli in piena estate, per viaggiare “en plain air” con i soli rollbar di sicurezza.
Salendo a bordo, sulle prime il parabrezza sembra quello di un “panzer”, molto piccolo rispetto alla mole dell’auto. Molto piacevole, invece, la sensazione di avere il controllo totale dell’auto, da una posizione rialzata, che regala sicurezza nella guida quotidiana. Le finiture e i materiali utilizzati sono di robusta qualità, il design dell’abitacolo è essenziale e i vari comandi sono intuitivi e posizionati a regola d’arte per essere utilizzati anche in condizioni estreme. Il volante multifunzione, dalla corona spessa, è piacevole da impugnare. Di serie ci sono i comandi radio, vocali, il bluetooth e il cruise control.
Particolari sono le viti a vista disposte nell’abitacolo, che rendono il tutto magicamente più rude. Gli interni della Jeep Wrangler Unlimited sono lavabili: sono presenti tappi di scarico nell’abitacolo che permettono la fuoriuscita dell’acqua, in modo dal sciacquare con la pompa la parte bassa dell’abitacolo dopo una gita nel fango. I portaoggetti sono ovunque: il tunnel centrale è composto da un bracciolo con vano portaoggetti molto profondo dotato di serratura e un doppio porta bicchieri in tipico stile americano.
I passeggeri posteriori hanno spazio sufficiente sopra la testa anche perché il rollbar non è eccessivamente massiccio, nonostante integri anche le casse acustiche dell’impianto Alpine a nove altoparlanti e 552 watt di cui è dotata la versione Night Eagle. Il vano di carico è ampio e squadrato, quindi molto sfruttabile grazie ai suoi 498 litri, espandibili a 935. Infatti, in caso di necessità i sedili posteriori sono reclinabili 40:60, con il portellone dalla caratteristica doppia apertura; prima lo sportello laterale in lamiera poi il lunotto in vetro.
Il Jeep Wrangler Unlimited Night Eagle che abbiamo messo alla prova è equipaggiato con un motore diesel a 4 cilindri CRD 2.8 da 200 CV a 3.600 giri e una coppia di 460 Nm a 1.600 giri, con cambio automatico “vecchia maniera” a 5 rapporti.
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L’assetto è tutto sommato “rigido”, si fa per dire, il che garantisce una tenuta extra in curva: in effetti rispetto alla versione a passo corto, qui è sorprendentemente piacevole percorrere un tragitto misto: a dispetto delle dimensioni il Wrangler non disdegna un buon guidato con un appoggio sempre sincero e mai incerto. Ovvio, non siamo su una berlina sportiva, ma prendere le curve alla garibaldina non fa venire i capelli bianchi a nessuno, complice un corpo vettura frenato e uno sterzo non troppo evanescente anche ai piccoli angoli.
Nonostante le caratteristiche offroad e la gommatura da 255/70R18 siamo rimasti stupiti dal poco rollio in curva e dal modesto beccheggio in frenata ed accelerazione (minore comunque che sul passo corto) e le sospensioni anteriori ad assale rigido DANA a cinque punti di ancoraggio contribuiscono a mantenere la guida precisa. Le sospensioni posteriori, anche loro ad assale rigido DANA 44, sono dotate di bracci oscillanti montati all’esterno del telaio e di molle all’interno per consentire l’alloggiamento del serbatoio da 85 litri. I sistemi elettronici di controllo della stabilità come l’ESP non interferiscono eccessivamente con la guida, tagliando immediatamente l’erogazione del gas, ma senza mettere in crisi l’assetto. Il Wrangler, con il suo 2.8 CRD, accelera (con un leggero turbo lag) da 0 a 100 km/h in 10,7 secondi e raggiunge la velocità massima di 172 km/h, un risultato notevole per il mezzo in questione.
Come da copione, sono le strade non asfaltate il terreno ideale del Wrangler che, tra passaggi nel fango, terrapieni e salite, trova il suo habitat naturale. La trazione 4×4 ‘Command-Trac’ si dimostra capace di superare ogni ostacolo. Che sia sabbia, fango, pietraia o guadi, il 4×4 Jeep non fa nessuna piega, senza la necessità di inserire le marce ridotte, se non raramente, per nostra precauzione. Le condizioni che costringono questo fuoristrada a utilizzare il massimo del suo potenziale devono essere piuttosto estreme, e ricordiamo che esiste la versione Rubicon, ancora più specialistica per l’offroad.
In città, invece, guida alta a parte, meno agevole: le generose dimensioni 4,75 metri di lunghezza per 1,87 di larghezza, l’angolo di sterzo contenuto, non la rendono la regina dei parcheggi. Si sente la mancanza di una telecamera di retromarcia o almeno dei sensori, non tanto per la nostra vettura dai paraurti robusti, quanto per le auto parcheggiate. Invece, le classiche buche, i dossi, e le strade dissestate non rappresentano fonte di preoccupazione per il Wrangler, che affronta le asperità dell’asfalto in modo particolare, superando le buche agevolmente , ma senza eliminare del tutto il contraccolpo.
In città si percorrono meno di 8 km/l, molto meglio in extraurbano, dove, comunque non si passano i 10. La media è di circa 9 km/l. Che poi, pensandoci bene, è normale per un mezzo che pesa 2.160 kg (rilevati), con una meccanica “maschia” da portare avanti, un cambio a cinque marce e un’aerodinamica completamente a sfavore.
Nell’utilizzo in fuoristrada, la Jeep Wrangler Unlimited è molto performante, anche grazie alla buona distribuzione dei rapporti, infatti, la prima marcia molto corta aiuta a districarsi senza intervenire con sistemi riduttori, se non in situazioni particolari. La vera rivelazione è il cambio automatico, che mostra le sue doti nascoste proprio in offroad.
Quando si necessita di trazione, è sufficiente premere a fondo l’acceleratore con la trasmissione che pensa al resto. Per coloro che amano cambiare manualmente è presente la modalità Autostick sequenziale, spostando la leva a sinistra o destra, una soluzione molto “old school”, ma efficace in offroad. E’ presente poi il Command-Trac con 3 modalità di funzionamento: 2WD, nel quale la coppia è delegata al 100% sull’asse posteriore ed è sfruttabile su superfici con buona aderenza, 4WD High, dove la coppia è distribuita al 50% tra l’asse anteriore e posteriore in presenza di fondi a scarsa aderenza come neve, fango e sterrato, e, per finire, il 4WD Low, una volta conosciuto con il termine “ridotte”, nel quale la coppia è moltiplicata ulteriormente e dove la capacità di trazione è fondamentale in situazioni particolarmente critiche.
La Jeep Wrangler Unlimited prevede di serie un sistema chiamato BLD o Brake Lock Differential, che, dialogando con l’ESP, permette il bloccaggio della ruota che sta slittando, consentendo il trasferimento di coppia alla ruota che ha più aderenza.
Gli angoli specifici in fuoristrada, neanche a dirlo, sono ai vertici della categoria specialmente per la versione corta: 44.3° di attacco, 40.4° di uscita e 25.3° di dosso. Il paraurti anteriore è rimovibile (si può sostituire con quello ad uso gravoso) permettendo di incrementare ancora il valore di ingresso.
E’ presente il controllo della velocità in discesa (solo con cambio automatico): il sistema, programmabile a 6 velocità, entra in funzione nella posizione 4WD Low e permette di affrontare le discese attraverso la gestione elettronica del motore e dei freni, garantendo l’avanzamento del veicolo ad una velocità controllata variabile (fino a 1,6 km/h).
Nella versione estrema Rubicon è possibile attivare il sistema di disconnessione elettronica della barra stabilizzatrice (ASBS), che stacca la connessione tra le ruote dell’asse anteriore per permettere a ciascuna ruota di reagire indipendentemente dalle forze a cui è sottoposta.
Il Rubicon è dotato di alcuni sistemi specialistici come il ripartitore offroad Rock-Trac il quale aumenta la coppia disponibile sulle ruote, permettendo così il superamento di ostacoli che si possono incontrare su terreni insidiosi o il Tru-Lok, ovvero il bloccaggio degli differenziali anteriori e posteriori, bloccando la velocità e la velocità delle ruote dello stesso asse ed evitando quindi lo slittamento su qualsiasi tipo di terreno.
Vediamo come tutto non sia lasciato al caso: l’alternatore ad esempio è stato progettato nel punto più elevato possibile innalzando così la profondità di guado che supera i 700 mm.
Con la Jeep Wrangler si completa la gamma celebrativa di un marchio che dal 1941 è sempre stato sinonimo di capacità 4×4 di riferimento, innovazione tecnologica e continua ricerca della perfezione. L’ultimo Jeep Wrangler Unlimited Night Eagle (in attesa del nuovo modello che verrà presentato in estate) parte da un listino di 51.000 euro, oltre diecimila in più rispetto all’entry level Sport a passo corto, ma molto più dotato.
Infatti, è equipaggiato con una dotazione di accessori pressoché completa, come il sistema di navigazione Uconnect GPS schermo touchscreen 6,5”, HD 30GB, porta USB, lettore DVD video, i cerchi da 18”, il clima automatico e il cruise control, i sedili in pelle e l’impianto audio Premium Alpine.
Per gli incontentabili si può tranquillamente attingere dal catalogo accessori Mopar e spaziare nella personalizzazione più esasperata tipica dei fuoristradisti DOC, tra cui barre di led per la visione notturna, assetto rialzato e ruote specifiche per offroad, vericello, snorkel ecc… con la possibilità di aver anche l’omologazione ufficiale da parte di Jeep-Mopar.
Tra i concorrenti che possono competere con il Rubicon in termini di prestazioni offroad, possiamo ricordare il Land Rover Defender (uscito di produzione recentemente), per passare poi al Mercedes Classe G, ma con un prezzo molto più impegnativo. Ovviamente esistono mezzi di un segmento inferiore, ma con tradizione e capacità fuoristradistiche alquanto soddisfacenti come ad esempio lo stimatissimo Suzuki Jimny.
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