Dopo averla tanto attesa, finalmente la neve è caduta copiosa nelle scorse settimane sulle montagne piemontesi. Noi di Autoappassionati.it non potevamo certo farci sfuggire l’occasione di realizzare un servizio speciale su neve con la Jeep Renegade Trailhawk che avevamo in prova. Sfruttando la versatilità della baby Jeep, abbiamo accompagnato tre rider sulle piste da snowboard e in cambio ci hanno regalato delle evoluzioni mozzafiato che abbiamo immortalato con degli scatti fotografici suggestivi e che nelle prossime settimane vi racconteremo in video.
Heritage? Qui è ovunque e ci piace
La Jeep Renegade è ricca di riferimenti che richiamano allo stile avventuriero e alla vita en plain air: gli stilemi presenti un po’ ovunque rappresentano il perfetto connubio tra gli oltre 70 anni di storia del marchio e le tecnologie moderne. All’interno e all’esterno dell’abitacolo troviamo la classica calandra a sette feritoie e la X tipica della tanica di benzina presente sulle vecchie Willys MB del ‘41. Le forme squadrate, che a qualcuno potrebbero far storcere il naso, rivelano comunque un design molto originale e fuori dagli schemi, liberando molto spazio all’interno, pur con dimensioni esterne contenute tra una Punto e una Giulietta (424x181x170 cm).
Gli interni, di conseguenza, presentano un look moderno e raffinato, in linea con il DNA del marchio. Personalmente oltre che pratici sono più originali della cugina 500X che, invece, prende molto da altri modelli della casa torinese. Qui le plastiche son robuste e ben assemblate, in un insieme non perfetto ma molto positivo. Il rivestimento centrale della plancia è stato fatto con materiali di qualità e sono presenti elementi funzionali dal design audace, come la maniglia di sostegno del passeggero. Al centro della plancia c’è lo schermo Uconnect touchscreen da 5 o da 6,5 pollici, mentre nella parte inferiore si integrano perfettamente i comandi del climatizzatore “simil Giulietta”, ma dal funzionamento leggermente più impreciso: all’avvio della vettura la ventola parte con troppa veemenza. Una modalità “comfort” sarebbe stata gradita.
Discreti i vani portaoggetti, non troppi per un’auto da famiglia, compensati però dalla presenza di ben due porte USB e due prese elettriche da 12 V per dispositivi mobili. Comodo, invece, l’accesso all’abitacolo, grazie alle porte dall’ampia apertura, fino a 80 gradi, e convince anche lo spazio a bordo, grazie al passo generoso di 257cm. Buona la capacità del baule con fondo posizionabile su due livelli (al costo di prendere il kit fix&go e non la ruota di scorta), la capacità di carico nominale è di 351 litri, che diventano 1.297 con i sedili posteriori completamente abbattuti.
Alla guida
La Renegade 2.0 Multijet da 170 CV ha una coppia robusta di 350 Nm a 1.750 giri al minuto e la spinta si sente, eccome. Il cambio a nove rapporti AT9 ZF permette di avere sempre il rapporto ideale in ogni situazione. La prima è una ridotta che viene inserita solo con la modalità LOW, mentre nella guida ordinaria si parte direttamente in seconda. Con la nona marcia, in autostrada a 130 km/h si viaggia a 1.950 giri, con il motore piuttosto silenzioso. Un silenzio in parte contaminato dai fruscii, che sono presenti, vista la forma squadrata del veicolo. Tra le curve la dose di brio non manca, cambio e motore sanno regalare soddisfazioni, nonostante un leggero ritardo del primo a cambiare rapporto, per l’indole della vettura si rivela comunque azzeccato. L’assetto è abbastanza frenato per la massa e il baricentro del SUV, ma se si esagera il sottosterzo è in agguato, frenato solo dall’ESP. Lo sterzo elettronico è sicuramente efficiente e leggero in città, ma non ci permette di stabilire una connessione tra “pilota” e auto: è neutro e predilige, com’è giusto che sia, una guida rilassata.
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In città, invece, le dimensioni contenute, le superfici verticali e i sensori posteriori aiutano nei parcheggi, solo occorre prestare attenzione a dove finisce il cofano. Le buche vengono digerite con disinvoltura e la sensazione di compattezza è da tedesca.
La sicurezza è molto curata, sia dal punto di vista passivo (ESC, antiribaltamento, 7 airbag) sia con i sistemi elettronici attivi che monitorano costantemente lo spazio tra il Renegade e gli altri veicoli: pagando l’optional il conducente viene avvisato della presenza di un angolo cieco laterale o posteriore attraverso il Blind-Spot Monitoring e il Rear Cross Path detection. Infine, troviamo il Forward Collision Warning-Plus, o cruise control attivo, e il LaneSense Departure Warning-Plus di mantenimento in corsia.
In fuoristrada la prima della classe
Avete presente i SUV compatti di segmento B? Ideati per l’asfalto e pronti per qualche capatina nello sterrato leggero? Con la versione Trailhawk del Renegade è tutto un altro discorso: il rapporto di riduzione finale di 20:1 che simula la marcia ridotta, l’Active Drive Low, il Selec-Terrain per selezionare il fondo migliore tra sabbia, fango, neve, roccia, il controllo della velocità in discesa Hill-Descent Control, l’altezza da terra aumentata di 35 mm rispetto alla versione 4×2, le sospensioni off-road, le piastre di protezione e gli esclusivi paraurti anteriori e posteriori con angoli di attacco e di uscita accentuati sono solo alcuni degli accorgimenti per affrontare il fuoristrada quasi estremo.
Il Trailhawk è il modello più accattivante esteticamente e più propenso al fuoristrada della gamma, grazie ad un’altezza da terra pari a 210 mm e alla tecnologia di disconnessione dell’asse posteriore per il passaggio dalla trazione 4×4 a quella anteriore ad alte velocità è allo stesso tempo efficace in offroad e efficiente su strada asfaltata. E alla prova dei fatti basta addentrarsi nel fango più profondo per sentire le ruote sempre in presa: si seleziona il programma di fondo adeguato e si affonda il piede per tirarsi fuori d’impaccio, con l’ABS che frena le ruote con poca aderenza permettendo alle altre di avanzare. Anche il rischio di spanciare è ridotto grazie a paraurti dagli angoli più accentuati che nelle versioni “ordinarie”. Solo le gomme 215/60 R17 M+S hanno convinto poco nella guida su neve. Questi penumatici All Season di serie per questa versione dovrebbero esser un compromesso tra la guida su strada e l’agilità su fondi innevati, permettendo di esser in regola con il codice della strada tutto l’anno ed evitando il dispendioso e fastidioso cambio gomme. Se però si affrontano spesso i percorsi innevati o se si abita in montagna sicuramente quattro gomme “termiche” sono la soluzione più congeniale per evitare di vanificare il lavoro sopraffino della meccanica con coperture non proprio ottimali per la marcia su ghiaccio.
Prezzi e concorrenti
Il listino prezzi parte da 23.500 euro per gli esemplari Longitude e Limited (+1.600€) con motore 1.4 Multiair da 140 CV fino a raggiungere i 32.800 euro del Trailhawk 2.0 MultiJet II da 170 CV con 4×4 e cambio automatico a 9 rapporti. L’esemplare in prova color Omaha Orange, tetto nero, interni in pelle, Visibility Pack (bixeno e sensori luce e pioggia) e Lane Departure Warning, Navigatore 6.5” supera i trentasettemila Euro. Sicuramente troppi per un B SUV, visto che il Cherokee parte da 39.000€, ma la tecnica è elevata e il marchio Jeep si sta confermando tra i top blasonati.
Tra le competitors modaiole: l’eclettica Citroen Cactus, la Ford EcoSport, la cugina Fiat 500x, il “manga” Nissan Juke, la tedesca Opel Mokka e le best seller francesi Peugeot 2008 e Renault Captur, tra quelle capaci in offroad, ma meno glamour la Dacia Duster e la Suzuki Vitara.
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