Attenzione, il giallo della carrozzeria, così evidente, come per alcuni animali esotici, può trarre in inganno o, ugualmente, avvisare che questa non è proprio una Renegade come le altre. Non lo è semplicemente perché rappresenta l’alto di gamma della fortunata crossover, specie dopo l’arrivo del restyling 2019, e un po’ perché una Renegade due ruote motrici (come la Limited che abbiamo provato) non sarà mai in grado di fare ciò che una Renegade Trailhawk è capace di fare grazie ai suoi avanzati sistemi di gestione della guida 4×4, figli dell’esperienza maturata da Jeep, che ne ha da vendere.
Questa baby yankee con la voglia di scalare le montagne nasce, come tutte le altre Renegade, a Melfi, dove presto verrà allestita la linea per la produzione della versione ibrida, che sarà 4×4, e già questo è un fatto interessante. L’allestimento Trailhawk, dicevamo, rappresenta il massimo che si possa chiedere da questo B-SUV o crossover che dir si voglia, un manifesto alla voglia di avventura se vogliamo vederla sotto questo aspetto.
Sotto il cofano, un’unica possibilità, il potente 2.0 Multijet da 170 CV, trazione integrale 4WD Active Drive LOW e cambio automatico a nove rapporti. Vediamo come se la cava in città e nel suo ambiente naturale.
Guardatela bene nella nostra gallery più in basso e pensate: cosa serve per rendere un SUV da città, le cui dimensioni, anche se non sembra, sono inferiori ai 4,3 metri, una vettura in grado di offrire lo vero spirito avventuriero che da sempre contraddistingue il Marchio americano, ora sotto il controllo di FCA? Si agisce sui dettagli, sulle protezioni, sugli pneumatici e, per il 90%, su ciò che non si vede.
Bene, prima di avventurarci nella tecnica, senza entrare nel particolare (per quello c’è il nostro Focus Tecnico), a distinguere la Jeep Renegade Trailhawk, sia fuori sia dentro, ci pensano loro, i vari badge, per la maggior parte rossi, sparsi sulla vettura, compresa la scritta Trailhawk posizionata poco sotto il faro posteriore destro.
Come se non bastasse, l’adesivo nero opaco sul cofano (Black Hood Decal), distintivo di questo specifico allestimento. La vernice gialla (Solar Yellow, optional da 700 euro), non è invece l’unica disponibile ma sicuramente la più appariscente. L’unica di serie è la Colorado Red, comunque d’effetto, mentre c’è l’opzione per avere la vostra Renegade Trailhawk in tonalità bicolore (con tetto nero, 1.150 euro), metalizzata (700 euro) o nell’esclusivo Matt Green (verde opaco, 1.150 euro) che fa molto nostalgia del passato militaresco, tipo Jeep Willys e U.S. Army.
A differenza di Limited, Trailhawk monta di serie le luci Full LED, con elementi circolari sul frontale volutamente simili ai gruppi ottici della nuova Wrangler presentata l’estate scorsa. Sul lato B ritroviamo anche il gancio traino (fino a 1.500 kg con il 2.0 Multijet) di colore rosso, altro segno caratteristico di questo allestimento e invariato nella forma e nel colore a prescindere dalla tonalità della carrozzeria. Come si riconosce che è fatta per l’offroad? Osservandola frontalmente dal diverso scudo frontale, a suggerire un maggior angolo di attacco, e dalla diversa altezza su strada, portata in questo caso a 210 mm.
Dentro la Renegade Trailhawk, stessa impressione avuta sulla Limited, offre un abitacolo curato e in grado di offrire grande sensazione di respiro. Anche a bordo, la sensazione è quella di essere saliti su un’auto più grossa di quello che in realtà è, e, se ci pensate, è anche questa una delle principali caratteristiche che ricerca chi vuole portarsi in garage una vettura classificabile come SUV o crossover. Senza perderci in spiegazioni che vanno oltre il modello in sé, la Renegade Trailhawk si riconosce per la presenza di vari elementi di color rosso, colore che ritroviamo anche sulle impunture dei sedili in pelle della vettura in prova.
Altri dettagli che catturano la nostra attenzione sono le prominenti casse dell’impianto audio Beats (compreso nel Pack Infotainment da 1.700 euro) che si combina allo Uconnect 8,4 con navigatore. Le retine in tonalità rosso/nero possono invece tornare utili per riporre piccoli oggetti nel momento in cui l’auto si trova ad affrontare scossoni dovuti alla natura della strada, anzi fuori strada.
I sedili, di serie in tessuto, possiedono la regolazione elettronica a 8 vie, un bel vantaggio per trovare subito la posizione più comoda, mentre il volante, rimasto intoccato rispetto a una Limited, appare sempre troppo grosso, opinione personale, ma bello da impugnare. Di serie su questo allestimento troviamo poi la leva del cambio automatico in pelle, il cruise control con comandi al volante, il clima bi-zona e, vero e proprio secondo cuore, dopo il motore, il comando delle varie modalità di guida, grazie alle quali la Trailhakw si adatta in un istante alla tipologia di fondo che avete davanti, nello specifico Snow, Sand, Mud e Rock, quest’ultima aggiunta col Model Year e selezionabile solo con la modalità 4WD Low inserita. Se siete in città o in autostrada, la modalità “Auto” farà tutto da sola, portando alla sola trazione anteriore il compito di far marciare la vettura, risparmiando qualcosa sui consumi.
Volante, e sedili, riscaldabili, oltre al parabrezza sbrinabile sono un ulteriore funzione presente sulla vettura in prova ma fanno parte del Winter Pack, a richiesta da 700 euro, il quale non prevede la convivenza con la regolazione elettronica dei sedili. Con i vari pacchetti disponibili vero è che il prezzo sale, sta a voi decidere quanto viziarvi.
Una presa USB davanti, una dietro e un bagagliaio che si conferma capiente (351 – 1297 litri) completano il quadro degli interni di questa Jeep Renegade Trailhawk che abbiamo provato.
La Trailhawk conferma, ancora di più, che quando si sale a bordo di una Jeep Renegade, qualsiasi essa sia, la sensazione è sempre quella di accomodarsi sul più classico dei fuoristrada, alto da terra e con quella sensazione di dominio che piace. La Trailhawk è questo, con la differenza che rispetto a una “semplice” due ruote motrici lei sui fondi sterrati ci va che è un piacere.
Detto delle varie modalità di guida, le quali funzionano grazie all’ottimo Select-Terrain, l’altezza maggiorata, gli angoli d’attacco migliorati (30,5° all’anteriore, 34 al posteriore) e, appunto, la trazione integrale permette di andare là dove nessun B-SUV potrebbe immaginarsi di portarvi, almeno in tempi recenti dove il pubblico di riferimento si sta spostando verso il gentil sesso, non che non ci siano appassionate di fuoristrada tra le donne, sia chiaro.
Piccolo fiumiciattolo di fronte a voi? No problem, la capacità di guado è di 480 mm, praticamente il doppio dell’altezza da terra della vettura. Grazie al sistema Jeep Active Drive Low, una sorta di simulacro elettronico delle care e vecchie marce ridotte, la modalità Rock giunge utile quando davvero alla Renegade le si chiede il massimo, ovvero il più alto grip possibile da ciascuna ruota, così da fare presa sui fondi impervi. L’Hill-Descent Control, che si attiva tramite un altro pulsante accanto alla modalità 4WD Low, permette infine di affrontare discese ripide intervenendo continuamente con leggere frenate sull’impianto frenante, grazie all’ABS.
Tutte tecnologie che servono a spingerla oltre i suoi limiti o, per la maggior parte del tempo, vogliamo immaginare, a renderla tutto a un tratto un docile crossover da città. Sì perché la Trailhawk si conferma un animale da off-road, il DNA Jeep è lì e pulsa in ogni sua singola cellula, ma, almeno nel caso della nostra prova, prevalentemente divisa tra una buona parte di città e meno di autostrade, l’auto non ha affatto sfigurato.
Partendo dall’autostrada, prima di parlarvi delle prestazioni del motore, va detto che il Cx di 0,37, contro lo 0,34 di una Renegade 2WD, pesa sui consumi. Il 2.0 Multijet nasce per essere parco e offrire tanta coppia in basso (350 Nm a 1.750 giri/min) ma contro la sezione frontale di una Renegade i miracoli non accadono. Se ci hanno sorpreso i consumi del nuovo motore 1.0 T3 da 120 CV, solo ed esclusivamente montato sulle trazioni anteriori, altrettanto si può dire di questo motore a gasolio che rappresenta il vertice della gamma.
I consumi dichiarati sono, nel ciclo misto (WLTP) di 6,6 l/100 km, noi siamo stati, con l’uso prevalentemente urbano cui accennavamo, intorno ai 7,6 l/100 km, con qualche punta di 8,0 dopo diversi giorni consecutivi di solo uso cittadino. Risultati comunque buoni pensando al Cx e al peso della vettura: con la trazione integrale e tutti i gingilli elettronici sfiora i 1.660 chilogrammi in ordine di marcia.
I motori a gasolio 2.0 della Jeep Renegade, inoltre sono già omologati Euro 6d grazie al sistema “SCR on filter” che va a ridurre drasticamente le emissioni di NOx tramite l’iniezione di AdBlue e aiuta a “intrappolare” il nocivo particolato.
Sicurezza? Sulla Renegade Trailhawk abbonda grazie ai nuovi contenuti aggiunti con l’arrivo del restyling di metà carriera. Di serie troviamo i sistemi Lane Sense Departure Warning-Plus (sistema di avviso di uscita dalla corsia e conseguente intervento dello sterzo per riportarvi tra le linee, a meno di attivare l’indicatore di direzione), l’Intelligent Speed Assist dotato di Traffic Sign Recognition, l’Advanced Brake Assist, i cui allarmi sono piuttosto acuti se non li regolate tramite le impostazioni apposite sullo schermo dello Uconnect.
A pagamento, troviamo sulla Trailhawk l’Adaptive Cruise Control, il Blind-Spot Monitoring e il Rear Cross Path Detection, quest’ultimi racchiusi, con la telecamera posteriore e l’assistente al parcheggio, nel Parking Pack (optional da 900 euro).
Difetti? Non si può certo dire un’auto poco rumorosa, anche dall’abitacolo, con il 2.0 che gonfia il petto specie quando si esagera col gas, e, con la trazione integrale attivata, come da prassi, i consumi salgono.
Se la gamma Renegade 2019 parte da un prezzo di 22.400 euro (1.0 T3 benzina allestimento Sport) la Renegade Trailhawk, in quanto top di gamma, parte da un prezzo decisamente più alto, ossia 36.700 euro. La dotazione di serie è pero ricca e comprende praticamente tutto, dai cerchi in lega da 17” specifici per l’offroad al gancio traino posteriore, dalle sospensioni sempre tarate per l’offroad alla protezione nel sottoscocca, e potremmo andare avanti con Uconnect 7” con Apple CarPlay e Android Auto, clima bi-zona, sensori di parcheggio e i vari stilemi Trailhawk che avete imparato a conoscere nella sezione relativa al design.
C’è tutto? Sembrerebbe proprio di sì, di più non si può chiedere, a meno di voler aggiungere chicche come il doppio tetto panoramico apribile elettronicamente (1.500 euro), i sedili in pelle (1.300 euro, presenti sulla vettura in prova), la telecamera posteriore (400 euro) vetro e qualche altro centinaio d’euro per completare il pacchetto. Così facendo, si superano tranquillamente i 40.000 euro, rimanendo poco sotto i 45.000 euro; cifre atipiche per un B-SUV, anche se tendente al premium, ma così facendo non potrete chiedere davvero di più alla vostra Renegade.
Difficile trovarle una vera e propria concorrente, nessuna come lei, a parte la sola Suzuki Jimny, diversa per DNA e prezzo, sa offrire la stessa prestanza pur rimanendo un SUV da città. Potremmo quasi rinominarla la piccola Wrangler questa Jeep Renegade Trailhawk, una definizione che sembra proprio calzarle a pennello.
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