Categorie: Primo Contatto

Jeep Renegade: prova su strada in anteprima

Tempo di lettura: 5 minuti

È il primo veicolo sviluppato e prodotto – presso il rinnovato stabilimento SATA di Melfi in Basilicata – in collaborazione tra Italia e Stati Uniti con una distribuzione che raggiungerà oltre 100 paesi in tutto il mondo. E’ stato soprannominato il (small) SUV globale e arriverà nei concessionari italiani verso la fine di settembre.

Come avrete capito, stiamo parlando di Jeep Renegade, fuoristrada di segmento B pronta a “divorarsi” una grossa fetta di mercato.

Noi l’abbiamo provata, come sempre, all’interno e nei dintorni del magnifico Fiat proving ground di Balocco (VC), fiore all’occhiello del Gruppo FCA. Testimone dell’importanza di questo nuovo modello, la presenza di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e neo presidente di Ferrari.

Esterni: “since 1941”

Prestazioni da SUV cittadino più il carattere di una vera Jeep. Renegade è un perfetto connubio di entrambe le caratteristiche ed è anche per questo che è stato scelto un nome che ricordasse il passato.Il risultato è un veicolo che attinge molto dal “muscoloso” Jeep Wrangler, ma che si distingue per lo stile moderno e originale degli esterni.

Nella parte anteriore, Renegade è decisamente Jeep come dimostrano la griglia a sette feritoie tipica del marchio e i grandi fari circolari situati nella parte alta del frontale. Sbalzi corti, passaruota trapezoidali e una combinazione di forme fluide e scolpite, interrotte da smussi marcati caratterizzano la robusta carrozzeria della Renegade. L’unione del profilo laterale al retro del veicolo è l’emblema del marchio Jeep che incorpora la retroilluminazione e i fari posteriori dalla forma quadrata incorniciati da finiture di colore nero. Per sottolineare ulteriormente l’attenzione al dettaglio, i fari posteriori presentano un inedito motivo a “X” ispirato all’equipaggiamento militare(tanica di benzina).

Questa nuova Jeep monta cerchi in lega da 16” (Longitude), 17” (Trailhawk e Limited) o 18” (Opening Edition e optional per Limited).

Sono disponibili 9 colorazioni degli esterni. Oltre al tetto di colore nero, le tinte disponibili per la carrozzeria sono: Colorado Red, Omaha Orange, Solar Yellow, Commando, Carbon Black Metallic, GlacierMetallic, Black Alpine White e Anvil.

Interni: DNA Jeep

Gli interni presentano un look moderno e raffinato, in linea con il DNA del marchio. Il linguaggio stilistico – denominato “Tek-Tonic” dai designer Jeep –  coniuga forme morbide e piacevoli al tatto con dettagli robusti e funzionali.

Alle superfici principali, come ad esempio il rivestimento con materiali morbidi del quadro strumenti integrato, si sovrappongono elementi funzionali dal design audace, come la maniglia di sostegno del passeggero presa in prestito dalla sorella maggiore Wrangler. Al centro della plancia c’è lo schermo touchscreen da 5 o da 6,5 pollici, mentre nella parte inferiore si integrano perfettamente i comandi del climatizzatore, un vano portaoggetti con sportello ammortizzato e il centro multimediale con porta USB, ingresso AUX e presa elettrica da 12 V per dispositivi mobili. Un po’ pochi i vani a disposizione.

Per la nuova Jeep Renegade sono disponibili sei diverse combinazioni di interni, ognuna specifica per un allestimento della gamma. Nero con modanature Metal Diamond (Longitude), tessuto nero monocromatico con modanature e cuciture di colore rosso rubino (Trailhawk), pelle nera (optional) con modanature e cuciture di colore rosso rubino (Trailhawk), tessuto Premium nero con modanature Metal Diamond (Limited), pelle nera (optional) con modanature Metal Diamond e cuciture beige  (Limited) e interni in pelle bicolore (optional) BarkBrown/Ski Gray con modanature e cuciture arancioni anodizzate (Limited).

La capacità di carico è di 351 litri, che diventano 1.297 con i sedili posteriori completamente abbattuti.

Motori: cinque varianti

In Italia, la gamma motori Jeep Renegade offre cinque combinazioni di motopropulsore a basso consumo: il propulsore Turbo MultiAir2 a benzina da 1,4 litri e 140 CV 4×2 con Stop&Start e cambio manuale a 6 rapporti; il motore MultiJet II diesel da 1,6 litri e 120 CV 4×2 con Stop&Start e cambio manuale a 6 rapporti; il motore MultiJet II diesel da 2,0 litri da 140 CV 4×4 con Stop&Start e cambio manuale a 6 rapporti; e il motore MultiJet II diesel da 2,0 litri e 140 o 170 CV 4×4 con Stop&Start e cambio automatico a 9 rapporti.

Alla guida del Renegade 2.0 Multijet: poker d’assi

Durante il nostro test drive abbiamo deciso di concentrarci sulla motorizzazione turbodiesel da due litri 4×4 nelle sue configurazioni 140 e 170 cavalli, manuale a 6 rapporti e automatico a 9. In entrambi i casi la coppia massima è di 350 Nm a 1.750 giri/min.

Con la versione meno potente ci siamo spinti fuori dal paese di Balocco per saggiarne doti anche in autostrada, in città e nei percorsi extraurbani. La Renegade già nei primi chilometri ha dimostrato una duttilità e una versatilità necessarie per una vettura che punta a una clientela molto ampia e diversificata.

L’ottima insonorizzazione dell’abitacolo colpisce e sorprende alle alte velocità, mentre la fluidità del 6 marce manuale non fa rimpiangere un automatico. In buona sostanza bastano pochi minuti a bordo di questa Renegade per capire che le strade che si percorrono quotidianamente sono pane per i suoi denti. Il peso contenuto e il basso coefficiente di resistenza aiutano il 2.0 Multijet a ridurre ulteriormente i consumi che si attestano per le entrambe le potenze tra i 6 e i 7 l/100 km.

Dopo aver dimostrato un buon comportamento sull’asfalto, un ottimo assorbimento delle buche e un rollio molto contenuto, per la Jeep Renegade 4×4 è venuto il momento di dimostrarci cosa sa fare in fuoristrada e, più precisamente nel percorso “offroad” del centro prove Fiat.

Gli angoli di attacco e di uscita al top di gamma e due sistemi 4×4 – ‘Jeep Active Drive’ e ‘Jeep Active Drive Low’ – quest’ultimo, grazie a una specifica mappatura dei rapporti del cambio e alla combinazione con la funzione Hill Descent Control e “Low”, permettono di riassaporare le leggendarie capacità del marchio Jeep. Entrambi i sistemi sono dotati della tecnologia di controllo Jeep Selec-Terrain con quattro impostazioni, cinque per il modello Trailhawk, che oltre alle modalità Auto, Snow, Sand e Mud, presenta la modalità Rock.

Saliamo dunque a bordo proprio del Trailhawk abbinato al Multijet da 170 cavalli dotato del cambio automatico a 9 rapporti. Ancora prima di addentrarci nel percorso notiamo anche per la trasmissione automatica una buona fluidità, un dato che porta il cliente a scegliere tra il manuale e l’automatico puramente seguendo le proprie preferenze, poiché entrambe le configurazioni rivelano una fattura di alta qualità.

Con il modello top di gamma abbiamo affrontato un percorso ricco di ostacoli, pendenze fino al 57% di inclinazione e terreni dal fondo fangoso (vedi la nostra photo gallery esclusiva in fondo al testo). Il risultato equivale a una promozione a pieni voti grazie a sospensioni, telaio e scocca ben studiate, ma soprattutto a una buona dose di tecnologia che permette anche ai “novellini” di affrontare passaggi che normalmente sarebbero ben più ostici.

Prezzi e allestimenti

Il listino prezzi parte da 23.500 euro per gli esemplari Longitude e Limited con motore 1.4 Multiair da 140 CV fino a raggiunge i 32.800 euro del top di gamma Trailhawk 2.0 MultiJet II da 170 CV con cambio automatico a 9 rapporti – utilizzato per la prima volta in questo segmento – e trazione 4×4 garantita Jeep.

Infine, l’esclusiva “Opening Edition” si aggiungerà ai tre livelli di allestimento della gamma Renegade durante la fase di lancio. Questo modello in edizione limitata sarà disponibile solo per i primi clienti che ordineranno la nuova Jeep. Basata sulla versione top di gamma Limited, la “Opening Edition” – dotata di badge apposito sulla carrozzeria – sarà disponibile sia come modello 4×2 sia 4×4 e sarà distribuita solamente negli abbinamenti bicolore: Alpine White con tetto nero oppure Omaha Orange, sempre con tetto nero. 

 

Video – Jeep Renegade

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Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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