Italvolt costruirà a Scarmagno, a pochi chilometri da Ivrea (TO), la nuova fabbrica di batterie per auto elettriche che nascerà dalle ceneri dell’ex stabilimento Olivetti, proprio in un’area che un tempo fu uno dei più importanti poli tecnologici italiani.
Ormai in disuso da oltre 20 anni il plesso è stato selezionato sia per la particolare posizione geografica, strategica per l’Italia e per l’Europa, sia per la vicinanza ad alcuni snodi logistici di caratura internazionale.
Le buone notizie non finiscono qui: le motivazioni che hanno convinto Lars Carlstrom, padre di Italvolt, a investire in Piemonte e al contempo a vendere le proprie quote di Britishvolt vanno ricercate soprattutto nelle risorse che il territorio ha messo a disposizione.
In primo luogo è stato fondamentale il know-how industriale e tecnologico in ambito automobilistico, che ha permesso a Italvolt di stringere fin da subito importanti accordi con il Politecnico di Torino, Pininfarina e Comau.
In particolare Comau, azienda specializzata nei processi di automazione, è controllata da Stellantis, rendendo decisamente futuribile una collaborazione sulle forniture dei pacchi batterie per le auto del gruppo neonato dalla fusione tra FCA e PSA.
In secondo luogo, lo stesso Carlstrom ha tenuto a specificare quanto la regione abbia accolto in modo positivo il progetto, in modo decisamente migliore di quanto abbia fatto al suo tempo l’Inghilterra.
Quando la fabbrica sarà terminata, nel 2024, si estenderà su 300.000 metri quadri e avrà un’iniziale potenza produttiva di 45 GWh, sarà in grado di produrre 400/700 mila batterie l’anno che potranno aumentare al raggiungimento della piena potenza di 70 GHw.
Come già detto tali numeri la renderebbero la più grande fabbrica europea di batterie e conquisterebbe il dodicesimo posto a livello globale.
L’impianto darà direttamente lavoro a circa 4.000 persone, ma considerando l’indotto che la Gigafactory di Italvolt porterà nell’aerea si stimano fino a 15.000 nuovi posti di lavoro.
Carlstrom ha già affermato che la sua idea è quella di mantenere la società e il board tutto italiano, mantenendosi aperto ad eventuali investitori. Anche i fornitori saranno Italiani con le trattative che sarebbero già iniziate.
Anche in questo caso l’azienda di Grugliasco Comau sembra avere un ruolo centrale in questi accordi, avendo quest’ultima un posto nel board della Battery Alliance, progetto sostenuto anche da Francia e Germania, per sostenere la produzione di batterie.
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