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Italdesign Asso di Picche In Movimento: il concept 50 anni dopo

Tempo di lettura: 5 minuti

1973

Cinquant’anni fa, al Salone dell’Automobile di Francoforte, Giorgetto Giugiaro ed il gruppo di lavoro del Centro Stile Italdesign presentavano Asso di Picche: uno studio per un coupé 2+2 sportivo, allestito su telaio e meccanica Audi 80, voluto da e sviluppato per la storica carrozzeria Karmann, con riferimenti stilistici agli esercizi Alfa Romeo Caimano e Maserati Boomerang, realizzati da Italdesign nei due anni precedenti il lancio di questa novità.

Seppur concepito come vettura pronta per la produzione in serie, l’Asso di Picche non arrivò allo stadio produttivo, ma fu una vettura dagli spunti arditi ed originali e, con le sue linee tese, nette e moderne, influenzò e qualificò modelli di serie che successivamente si affermarono nel panorama automobilistico mondiale.

“È un modello poco noto al grande pubblico”, sostiene Joaquin Garcia, Head of Design di Italdesign, “tuttavia, è uno dei più innovativi e rilevanti dal punto di vista progettuale mai realizzati. Una vettura snella, aerodinamica, ‘propulsiva’ e penetrante. Un corpo leggero dall’architettura semplice e pulita, con proporzioni interessanti, un’orizzontalità espressa attraverso linee dritte e parallele, un montante C molto presente e diventato iconico nel tempo ed il paraurti anteriore per la prima volta non trattato come puro completamente funzionale, ma integrato nella linea della carrozzeria.” E conclude “A distanza di cinquant’anni, il design di un modello di auto continua ad essere l’interpretazione formale del concetto di movimento”.

2023

Proprio Asso di Picche In Movimento è il nome scelto per l’anniversary show-car 2.0 di Asso di Picche. Un’interpretazione che trasla il modello nel presente, ne conserva l’essenza e la semplicità architettonica, conferendo al contempo un carattere di atemporalità.

Monolitico, Puro, Razionale: caratteri distintivi In Movimento

Il design è frutto dell’estetica e degli strumenti di progettazione del proprio tempo. Negli anni Settanta, il tecnigrafo limitava il risultato formale; oggi il digitale consente al car designer una maggiore libertà nella modellazione della forma.

“La vettura degli anni Settanta mostra una relazione tra corpo e superficie vetrata a favore di quest’ultima”, commenta Joaquin Garcia “Oggi la ratio delle scelte nel car design passa attraverso i concetti di sicurezza ed elettrificazione. Le dimensioni e la struttura della monoscocca della nostra vettura anniversario sono aumentate, per garantire maggior efficienza nell’affrontare un urto. Questo rende la forma più tornita e plastica. Il pacco batteria, agganciato al pianale, ha comportato un aumento in altezza del corpo vettura, per un alloggiamento adeguato. Anche i passaruota, che sono evidenziati sull’anteriore e appaiono attenuati sul posteriore, avvolgono la parte superiore di ruote che risultano ingrandite, proprio per compensare l’allargamento del corpo vettura”. E conclude “Nell’attualizzare i segni distintivi del modello storico abbiamo operato una convergenza tra fisico e digitale, tipica del nostro tempo”.

Si tratta dunque di un’interpretazione fondata ma soggettiva, perché Asso di Picche In Movimento non è restomod, viceversa, ricerca una sua indipendenza stilistica, contemporanea e razionale. La vettura decodifica, nobilitandola in chiave digitale, la purezza dei tratti di Asso di Picche che si trasformano in plasticità edonistica e tridimensionale, alla ricerca di un’estetica futuristica.

Coupé 2+2 elettrico, 3 porte, privo di montante centrale, sviluppato su piattaforma di nuova generazione, lungo 4662 mm, alto 1230 e largo 1945, Asso di Picche In Movimento sostituisce ai trapezi isosceli sovrapposti del modello originario due gusci:

corpo vettura in alluminio e superfici vetrate in policarbonato si uniscono a creare un volume monolitico e aerodinamico, racchiuso in una linea di profilo continua che congiunge tetto, frontale, posteriore, giù sino allo specchio di coda, avvolgendo la cellula abitativa. La vista in pianta evidenzia la continuità ottica tra parabrezza, tetto e lunotto: un unico padiglione trasparente, vero elemento architettonico che garantisce luminosità e rigidità strutturale, sotto il quale si nascondono le telecamere sostitutive degli specchietti retrovisori laterali, non presenti sul primo modello. Pensata per proteggere gli occupanti dal sole, la porzione di tetto è trattata come lente polarizzata e filtra il 100% dei raggi UVA.

Sul cofano anteriore, un richiamo al passato: la lunga presa d’aria dell’Asso di Picche si raffina, diventa elemento attuale di funzionalità e si apre per alloggiare il bocchettone di ricarica elettrica. Sotto il cofano, il vano bagagli permette di stipare due trolley medi.

Ai lati, le due portiere dalle dimensioni generose sono classiche e caratterizzate da un cinematismo a doppia cerniera, che permette allo sportello di avanzare verso il fronte vettura prima e di ruotare poi, riducendo così l’ingombro delle portiere stesse e facilitandone l’apertura.

Sul posteriore, la scelta di uno spoiler attivo per contribuire all’aerodinamica, assieme ad un catadriotto e ad un estrattore centrale.

Ai gruppi ottici è assegnata la restituzione dell’identità grafica che, su frontale e posteriore, nasce dalla rilettura del logo Italdesign. Sul fronte, la lettera D del pittogramma Italdesign, con le sue curve stondate, si sdoppia, si divide e ruota a specchio orizzontalmente per accogliere al centro un modulo rettangolare e, grazie alla tecnologia DRL (Daytime Running Lights), elevarsi a segno luminoso distintivo.  Sul posteriore, sono le tredici barrette a distanza progressiva ad esser fonte di ispirazione e a disegnare graficamente i fanali.

Il grafismo inequivocabile dell’Asso di Picche, ricorsivo nel nome e nella decorazione sul montante C del progetto del 1973, viene ripreso ed interpretato con il seme di picche incorporato nella O di ASSO.

Interni In Movimento verso una Sostenibilità a Tutto Tondo

Analisi dei tratti caratterizzanti del modello originario dovuta anche per gli interni.

L’abitabilità 2+2 dell’originale è mantenuta. Non un ‘people carrier’ dunque, ma un coupé, estremamente comodo ed accogliente per i due passeggeri anteriori, che possono godere di sedute relax avvolgenti dall’allure comunque tecnica come sul modello d’origine, non altrettanto appagante per i due occupanti della seconda fila di sedute, a beneficio dell’aerodinamica del posteriore della vettura.

I due elementi cilindrici che dominavano la plancia di Asso di Picche, declinati in pannello strumenti e pannello comandi secondari, erano frutto di una ricerca di layout radicale ed avanzato. Contraddistinguono anche la plancia della nuova Asso di Picche e, con l’odierno approccio hi-tech, diventano interfaccia estesa per tutta la lunghezza del cruscotto: uno schermo ultra-sottile, sospeso, leggero, arrotolabile e da srotolare all’occorrenza. Poche le funzioni base sempre in vista, con sintetizzatore di fragranze e funzioni audio integrati, per un’esperienza immersiva in cabina volutamente discreta, meno manifesta ed intrusiva.

Il volante, elemento di connessione per eccellenza tra conducente ed  il veicolo in movimento, è semplice e pulito: rettangolare, con angoli smussati e taglio basso, per offrire maggiore spazio operazionale ed aumentare la visibilità. Ad un piccolo elemento cilindrico è affidata la parte operativa.

Le cinture in pelle presenti sulle tasche portaoggetti interne ai pannelli porta del modello storico erano componenti eleganti e fortemente caratterizzanti. Le stesse cinture contrassegnano i pannelli porta di Asso di Picche In Movimento e diventano elementi funzionali ed architettonici, perché integrano il bracciolo e si trasformano in maniglie per aprire e chiudere le portiere.

“Asso di Picche In Movimento esprime la nostra visione su molti dei contenuti contemporanei discussi in ambito automotive e non solo: da un concetto di mobilità più sostenibile e consapevole, espressa anche attraverso una semplificazione della tecnologia a bordo, per un’esperienza più ‘human-centric’ all’insegna del digital detox, all’abolizione della pelle animale, sostituita da nuovi materiali ecosostenibili  in grado di evocare la piacevole sensazione di  un abbraccio avvolgente e di  intimità, concessa anche da una certa preziosità tattile. Vi è poi il piacere di misurarci come gruppo di lavoro e di mettere a frutto tutte le nostre diversità”, sostiene Joaquin Garcia. “Nel nostro centro stile,  giovani e talentuosi designer operano a fianco di professionisti che hanno contribuito a fare la storia straordinaria di quest’azienda.” E conclude “Esercizi come questo ci consentono di celebrare tutti i nostri anni di ricerca e di innovazione accompagnati da collaborazioni di successo e di proiettare il nostro heritage nel futuro, portando al confronto le nostre più disparate esperienze professionali e competenze verticali. Una sola la cultura condivisa: quella del progetto”.

Scheda tecnica

Lunghezza                           4662 mm           

Altezza                                  1230 mm         

Larghezza (ant/post)      1945 mm      

Sbalzo anteriore                 965 mm          

Sbalzo posteriore               823 mm

Numero passeggeri           2+2

Pneumatici                           anteriori/ posteriori 23”

Redazione Autoappassionati.it

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Tag: Italdesign

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