Prove su strada

Infiniti Q50 MY18 | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

Infiniti Q50, un modello di berlina la cui fama è ormai arrivata in pianta stabile anche qui da noi: basti pensare che dal momento del lancio, nel 2013, ne sono state vendute complessivamente nel mondo 210.000 esemplari e, con l’arrivo dell’ultimo model year presentato al Salone di Ginevra 2017, si è alzata l’asticella dei suoi contenuti tecnologici per tenere il passo delle concorrenti europee.

La Q50 MY18 è quindi il meglio che si può chiedere a una berlina di segmento D dagli occhi a mandorla, con i suoi contenuti tecnologici all’ultimo grido e un look che si fa apprezzare sul quale si sono concentrati gli sforzi dei designer giapponesi, coadiuvati dai colleghi del centro stile europeo, per aggiungere carattere alla vettura. Altra conferma ci è arrivata dallo sterzo elettronico (DAS), ancor più perfezionato per supportare i più moderni sistemi di assistenza alla guida. Ma non vogliamo svelarvi troppo, è ora di scoprire come va su strada l’Infiniti Q50 MY18.

Fari al passo con i tempi e carattere “solido”

Il look dell’Infiniti Q50 è uno di quelli che ti sa conquistare. I suoi “muscoli” vengono sapientemente armonizzati dalle linee fluide che corrono lungo i 4,81 metri della carrozzeria e, seppur la parentela con il modello originario, ormai con i suoi anni sulle spalle, sia evidente, con il MY18 si sono mantenute le proporzioni eleganti e l’atleticità della Q50 con una cifra stilistica ora più marcata.

La griglia frontale, ad esempio, è stata rivista con l’adozione di nuovi dettagli a effetto tridimensionale già visti sul SUV di successo Q30, mentre un lieve ritocco è stato applicato ai gruppi ottici, dichiaratamente simili alla più sportiva Q60, e ora dotate delle immancabili luci a LED davanti e dietro, con un attenzione particolare alla sinuosità dell’insieme che appare ora più delicata. Il paraurti, inoltre, aumenta il carattere del frontale ed è stato uno degli aspetti più curati sul restyling e sull’allestimento da noi provato, lo Sport Tech, la sportività viene sottolineata dal doppio terminale di scarico ai limiti del diffusore sul lato B.

La coda della tre volumi giapponese risulta poi ben raccordata e un particolare che mi ha colpito è il terzo montante con taglio a mezzaluna, dettaglio che nella sua semplicità aiuta a “spezzare” la forma e a pulire le linee verso il posteriore. A LED e ora disponibili di serie sono anche gli indicatori di direzione sulle calotte dei retrovisori, mentre tutta l’attenzione al design si riflette in un cx aerodinamico di soli 0,26, dato che si riflette positivamente sui consumi, come vedremo.

Aprendo le portiere rimaniamo piacevolmente colpiti dal volante, nuovo sulla Q50 MY18 con una particolare conformazione per offrire maggior ergonomia alla presa delle mani, così come dal cambio dalla leva corta (è un automatico a 7 rapporti, disponibili anche le palette dietro al volante forse troppo piccole ma solidali alla corona), e dalla qualità dei materiali, seppur la plancia rimanga praticamente identica a quella che già conoscevamo sul pre-restyling.

Gli interni con i due schermi centrali, da 8 e da 7 pollici, subito capaci di catturare l’attenzione

Sempre sul volante c’è un tasto che attrae la nostra attenzione ma del suo funzionamento vi parlerò a breve, per non svelare subito tutte le sue carte. Di serie c’è poi, sull’allestimento Sport Tech, il tettuccio panoramico elettrico che dona luce naturale all’abitacolo, mentre dalla vecchia generazione sono stati ripresi i due schermi touchscreen capacitivi LCD/VGA, rispettivamente, dall’alto verso il basso, da 8 e da 7 pollici, mentre il quadro strumenti con display digitale è ora circondato da rivestimenti in simil-pelle con doppia cucitura. Sul tunnel i dettagli in alluminio Kacchu aggiungono stile e dinamicità all’abitacolo.

Parlando della plancia, a sviluppo verticale, il primo touch screen funge da schermo del navigatore, a portata di sguardo, il secondo da comando delle impostazioni del menu. Grande merito poi allo spazio. Le regolazioni dei sedili, in pelle, completamente elettriche permettono di trovare la posizione ideale grazie a uno studio sull’ergonomia che offre una maggiore superficie dove appoggiarsi così da ridurre le sollecitazioni a carico dei muscoli della schiena. Spazio per cinque persone c’è né in abbondanza e anche il bagagliaio da 500 litri permette di caricare tutto quel che si desidera.

Sulla Sport Tech, la top di gamma da noi provata, c’è poi di serie l’impianto audio a 16 altoparlanti firmato Bose, serve aggiungere altro?

Alla guida della Infiniti Q50 MY18 2.2d da 170 CV: lo sterzo elettronico fa magie, il motore non delude

Il motore che abbiamo provato è il conosciuto 2.2 diesel di origine Mercedes (figlio di un accordo tra l’alleanza Nissan-Renault, quindi Infiniti, e Daimler, nel 2010) accreditato di 170 CV e ben 400 Nm di coppia. Con questa premessa ci aspettiamo dalla Q50 MY18 (il motore non è stato modificato con il restyling) un comportamento su strada dinamico e consumi nell’ordine delle ammiraglie premium, e devo ammettere che nessuna di queste due voci mi ha lasciato deluso.

Partiamo da una premessa: la Q50 MY18 si guida molto bene. Che si vada piano, forte, o semplicemente in autostrada a 130 km/h la sensazione percepita è di estrema sicurezza e di grande stabilità. Dovete eseguire un sorpasso? I 400 Nm di coppia e la trazione All Wheel Drive (AWD) sono i vostri fedeli assistenti per riuscire nello scopo in un amen; per questo, e per altri motivi, la Q50 si rivela così un’ottima compagna di viaggio. Infatti i consumi si sono attestati verso la fine della nostra prova intorno ai 15 km/l con metà dei chilometri percorsi a velocità di crociera, entro i limiti. Un risultato comunque buono considerando il peso dela vettura.

Sotto al cofano il 2.2d da 170 CV e 400 Nm di coppia

Il serbatoio ha un’autonomia di 80 litri e, visto il suo scopo, ovvero essere prevalentement venduta come auto per le flotte e per i manager, il responso consumi è superato con quasi 1.200 km, potenziali, di autonomia. Avendola provata anche, ovviamente, tra le curve, come non citare il DAS, ovvero il suo Direct Adaptive Steering, lo sterzo elettronico già presente sulla precedente versione e ora aggiornato per rispondere alle ultime tecnologie di assistenza alla guida delle quali vi parlerò a breve.

Affinamenti a parte, sulla Q50 MY18 si è lavorato sulla risposta del volante per avvicinarla a quella di uno sterzo tradizionale. Obiettivo compiuto a metà perché un guidatore non troppo esperto noterà subito la differenza. Personalmente questa differenza l’ho percepita favorevolmente, anche perché grazie alle modalità di guida la risposta cambia e non è difficile trovare il proprio stile di guida.

Altresì questa tecnologia restituisce un feedback “strano” nei primi chilometri, per chi è abituato al classico sterzo meccanico, ma è guidandola che si apprezza tutta la bontà di questa tecnologia che è ormai abbastanza diffusa nel segmento della berlina giapponese ma, c’è da giurare, vedremo negli anni scendere a pioggia su vetture delle case generaliste con la graduale diffusione dei sistemi di guida autonoma. Sarà infatti imprescindibile il controllo elettronico dello sterzo per adattarsi ai sempre più avanzati ADAS che vediamo già oggi molto diffusi sul mercato.

In grado di autoregolarsi a seconda delle velocità (in città lo sterzo è leggero, il contrario quando si affronta una curva in modalità piede pesante) con oltre 1.000 impercettibili regolazioni al secondo, il DAS è stato aggiornato sul MY18 per lavorare in sintonia con il mantenitore attivo di corsia (Active Lane Control) così da mantenere la linea di carreggiata in autonomia una volta attivato il tasto “magico” sulla razza destra del volante.

Sterzo a parte, lo 0-100 km/h viene coperto in 8,7 secondi e la sensazione in accelerazione non è di quelle che ti schiacciano al sedile, d’altronde ci sono da muovere 1.871 kg a secco. Per emozioni intense, c’è sempre la ibrida da 368 CV o il 3.0 V6 da 405 CV (lo abbiamo provato sulla sorella maggiore Q60), alla fine è questione di scelte.

Nulla da criticare sul comparto trasmissione: il 2.2d è accoppiato al cambio automatico a 7 rapporti di serie dotato di Adaptive Shift Control (modifica la risposta del cambio leggendo la forza G laterale e le condizioni del fondo) così come si adatta alle tre modalità di guida rimanendo comunque fluido e reattivo (Standard, Sport, Sport +).

Capitolo assistenza alla guida: meglio lei o le “solite tedesche”?

Infiniti Q50 MY18: vista sulle luci posteriori full Led

Diciamo che la Q50 ha aperto per molti versi la strada alla diffusione dei sistemi ADAS nel suo segmento, presto imitata dal resto delle sue concorrenti europee comprese. Il famoso tasto sulla razza destra che ho citato qualche riga fa funziona da vera e propria “aureola” della Q50: basta infatti attivarlo per sentirsi attivare ad esempio il cruise control e il mantenitore di corsia che, insieme, alleggeriscono e non di poco le situazioni tipicamente fastidiose che incontriamo nella guida quotidiana.

Con l’attivazione dei pulsanti la Q50 monitora a 360° la situazione attorno alla vettura, ecco perché il parallelismo con l’aureola. A differenza di altre concorrenti che a volte esagerano con l’intervento dei controlli, sulla Q50 la tecnologia si dimostra impercettibile ma presente, insomma è una fedele alleata che opera nell’ombra.

Tante sono poi le tecnologie disponibili sulla Q50 MY18 Sport Tech: frenata di emergenza veicolo anteriore, sistema di controllo della distanza di sicurezza (DCA – Distance Control Assist), Sistema di avviso e intervento su angolo cieco, sistema anticollisione in retromarcia, fari AFS (si autoregolano illuminando il raggio di curva a seconda della sterzata) e il sistema predittivo della collisione anteriore.

Ora, badate bene, anche le tedesche sono alla sua altezza ma quel senso di sicurezza che mi ha lasciato questa vettura non è facile ritrovarlo sulle sue blasonate concorrenti e questo non può che rappresentare un quid in più per la versatile berlinona giapponese votata alla tecnologia. 

Prezzi e concorrenti

La Infiniti Q50 MY18 viene proposta sul mercato italiano a partire dal prezzo di 39.900 euro per la motorizzazione diesel da 170 CV. Si sale fino ai 54.400, da listino, dell’esemplare da noi provato, ovvero la top di gamma Sport Tech. Pur mantenendo la motorizzazione da 170 CV, il prezzo aumenta di circa 15.000 euro in più passando per i vari allestimenti Premium, Business Executive, Sport e Sport Tech.

Altro motore e altri prezzi parlando dei benzina proposti dalla Casa giapponese sul mercato nostrano. Il 2.0 da 211 CV parte da circa 47.000 euro, 59.900 euro per il potente motore V6 da 405 CV (lo stesso della Infiniti Q60 da noi provata) per passare ai 51.900 dell’ibrido da 368 CV.

Prezzi concorrenziali per le berline di segmento D di provenienza tedesca, e non solo, cui la Infiniti Q50 MY18 punta a dare fastidio: Mercedes-Benz Classe C, Audi A4, BMW Serie 3 e, non ultima, la “nostra” Alfa Romeo Giulia che parte da un prezzo di listino paragonabile, ovvero 36.550 euro per la 2.2 Turbodiesel da 136 CV.

Le concorrenti sono sicuramente temibili ma grazie alla combinazione tra la tecnologia tedesca e quella giapponese (figlia a sua volta dell’alleanza Nissan-Renault) la Infiniti Q50 tiene banco ormai da molti anni e, scommettiamo, continuerà a farlo ancora per tanti altri ancora, in attesa di nuove versioni e nuove tecnologie.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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