Sophia Floersch può ritenersi una ragazza davvero fortunata. Se fino a ieri in pochi conoscevano la protagonista del terribile incidente di Macao, oggi tutto il mondo del motorsport e non solo si è stretto attorno al suo profilo social per avere un chiarimento circa le sue condizioni.
La bella notizia è che, dopo 11 ore di operazione chirurgica, la diciassettenne pilota tedesca ha superato la fase critica ed è ora ricoverata in terapia intensiva. Non è ancora, purtroppo, scongiurata l’ipotesi della frattura al midollo spinale che metterebbe la parola fine sulla sua carriera. In questi casi, però, sono commenti che passano in secondo piano. (per rimanere aggiornati questo è il suo profilo Twitter ufficiale dove il padre sta informando la rete sulle sue condizioni)
Da quanto emerge nelle ultime ore, la frattura, causa lo schiacciamento del corpo sulla torretta dei fotografi (a quanto pare non così gravi come era sembrato pochi istanti dopo il crash), la quale ha attutito in parte il colpo (guai se ci fosse stato un muro…) potrebbe altresì riguardare solo una vertebra senza aver interessato il midollo. Questa sarebbe una notizia senz’altro positiva considerata l’entità del crash: la telemetria ha registrato una decelerazione praticamente istantanea da 276 km/h a 0, incredibile.
Per quanto riguarda l’ incidente di Macao, per chi mastica un po’ di inglese, la pagina Facebook Yellow Flag Talks, che ringraziamo, ha diramato un accurato video in cui la dinamica dell’incidente viene ripresa da più parti. A quanto pare, la giovane pilota avrebbe urtato un rivale a causa dell’esposizione tardiva della bandiera gialla, creando un improvviso rallentamento del pilota in quel momento davanti a lei e che avrebbe, a sua volta, tratto in inganno la povera Sofia Floersch, diventata passeggera della sua monoposto da lì a poco alzatasi in aria.
Il crash di Macao ha però mosso i vertici della FIA, nella persona del Presidente Jean Todt, il quale ha voluto subito aprire un’indagine sull’accaduto. Per quanto riguarda invece l’incidente in sé, un grande plauso va al progresso della sicurezza e alla resistenza del telaio (fabbricato da Dallara), un grande pollice verso va al circuito di Macao che, non lo scopriamo oggi, si rivela altamente pericoloso.
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