Dopo l’incidente a bordo della Lamborghini Urus che ha sconvolto l’Italia, gli youtuber chiudono il canale TheBordeline. Dopo il tragico incidente di Casal Palocco, quindi, con un messaggio gli youtuber annunciano lo stop alla pubblicazione di nuovi video poiché si dichiarano: “Segnati da un profonda ferita, è impossibile proseguire”.
Una challenge, o forse una bravata architettata per fare incetta di “like” conclusasi nel più drammatico dei modi. Dopo il tragico incidente di Casal Palocco, con un messaggio pubblicato su YouTube nella giornata di ieri, domenica 18 giugno, gli youtuber di TheBorderline, hanno deciso di chiudere il canale sul quale pubblicavano le loro challenge e dal quale negli ultimi giorni sembrerebbero essere scomparsi improvvisamente nel nulla una cinquantina di video. Gli youtuber di TheBorderline, colpevoli dell’incidente di Casal Palocco a Roma, hanno annunciato di aver interrotto ogni attività dopo la morte del piccolo Manuel Proietti di 5 anni. La chiusura è stata annunciata con le seguenti parole:
“Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai essere come prima. L’idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest’ultimo messaggio”.
Tutti sanno quanto accaduto qualche giorno fa a Casal Palocco, dove alcuni ragazzi che fanno parte del canale YouTube TheBorderline erano a bordo della Lamborghini Urus noleggiata che si è andata a schiantare contro la Smart guidata dalla mamma del piccolo Manuel Proietti deceduto. Alla guida del SUV da 650 CV c’era Matteo Di Pietro, vale a dire il ventenne che per il momento è l’unico indagato e sul quale pendono le accuse di omicidio stradale e lesioni. Dai primi rilievi sull’incidente di Casal Palocco sarebbero emerse l’elevata velocità della Lamborghini Urus in quel tratto di strada dove il limite è di 30 km/h e la positività di Matteo Di Pietro alla cannabis.
Al momento gli inquirenti starebbero proseguendo le indagini per definire l’esatta dinamica passando al setaccio anche gli smartphone dei cinque ragazzi a bordo del possente SUV, le videocamere installate sulla Lamborghini Urus e le telecamere di sicurezza che potrebbero aver ripreso lo scontro o fornire indizi utili a chiarire l’accaduto. Frattanto gli avvocati difensori di Matteo Di Pietro starebbero sostenendo che non ci sia stato alcun sorpasso pericoloso da parte della Lamborghini Urus nei pressi dell’incrocio. Quindi, a rigor di logica, la versione dei legali sposterebbe la responsabilità sulla mamma del bimbo e non sui componenti del canale YouTube TheBorderline, quindi sarebbe stata la smart forfour ad aver tagliato la strada al SUV senza rispettare la precedenza.
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