Dal 25 novembre 2016 al 26 febbraio 2017 il Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” di Torino, in C.so Unità d’Italia 40, celebra lo stilista piemontese nella mostra “Giugiaro e il suo percorso”, curata da tre personalità di spicco del mondo dell’automobile: il giornalista Giosuè Boetto Cohen, lo storico dell’auto Giuliano Molineri e il Direttore del MAUTO Rodolfo Gaffino Rossi.
Raccontare la storia dell’automobilismo moderno è impensabile senza parlare di uno degli uomini che più di tutti l’ha segnata con il suo genio creativo, Giorgetto Giugiaro, icona del Car Design che ha dato forma a oltre 200 vetture – dalle utilitarie più spartane a sportive mozzafiato e concept car – e ha saputo fondere una forte vena artistica con una rigorosa cultura ingegneristica.
È già stato detto e scritto molto su una figura come quella di Giugiaro, innato talento che sfugge a ogni definizione e che la mostra prodotta dal MAUTO racconta in una versione inedita attraverso le sue influenze familiari, le sfide imprenditoriali e l’umanità che lo stilista ha saputo infondere in ogni sua opera, guardando al futuro con intuizione e coraggio. Innovazione e unicità, arte e concretezza guidano da oltre sessant’anni la mano di Giorgetto, primo progettista integrale dell’auto e ancora oggi punto di riferimento a livello globale nel settore. Sette lauree ad honorem, sei “Compasso d’Oro”, tre “Auto dell’Anno” e due “Volante d’Oro”: sono solamente alcuni dei riconoscimenti ricevuti nel corso di un’inarrestabile carriera che nel 1999 ha portato 120 giornalisti di tutto il mondo a definirlo il più importante Car Designer del Novecento, tutto questo senza contare le centinaia di realizzazioni nel campo dell’industrial, del product e del visual design.
«La mostra è la definitiva celebrazione dell’instancabile, concreta azione creativa di Giugiaro, straordinario esempio della capacità del fare tipica di questo territorio e più in generale della genialità italiana», dichiara il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana. «Abbiamo voluto raccontare la storia di un creativo che facendo tesoro del suo patrimonio personale d’incontri e collaborazioni ha elaborato la capacità di misurarsi con linguaggi e strumenti diversi», continua Rodolfo Gaffino Rossi, nella doppia veste di curatore e Direttore del MAUTO. «Giugiaro è una figura “rinascimentale” capace di tradurre in grafite e in volumi concreti le attese di generazioni di fruitori», gli fa eco Giuliano Molineri, mentre Giosuè Boetto Cohen aggiunge che «questa mostra è dedicata ai giovani in gamba, che si ricordano – anche in un mondo iperconnesso – di usare sempre il proprio cervello per andare alla ricerca delle idee».
La mostra
Se quella di Giugiaro è, infatti, un’esperienza professionale che ha attraversato la storia e il successo dei tutti i più grandi marchi automobilistici, la vicenda dell’uomo inizia a Garessio, piccolo paesino tra Cuneo e la Liguria, dove nel 1938 nasce Giorgetto. È da qui che si sviluppa l’esposizione che ripercorre l’infanzia e il forte legame con la famiglia. In particolare con il padre Mario che gli trasmette la passione per il disegno e la pittura, la scelta di intraprendere una formazione artistica cui si va ad affiancare lo studio della progettazione tecnica. Poi il trasferimento a Torino e l’esperienza della scuola per “figurinisti” di Eugenio Colmo, in arte Golia. La prima parte del percorso è così dedicata a inediti bozzetti giovanili, dipinti a olio e caricature di personaggi famosi fino ai primi figurini di automobili.
A metà degli Anni Cinquanta attireranno l’attenzione di Dante Giocosa, direttore tecnico della Fiat e considerato uno dei maestri della scuola motoristica italiana. Si prosegue poi nella sezione “Ghiribizzi” che racconta gli anni da apprendista nel Centro Stile Fiat e i primi modelli del ventunenne Giugiaro per la carrozzeria Bertone. Per arrivare all’impresa di Italdesign, fondata insieme all’amico tecnologo Aldo Mantovani nel 1968 e sviluppata in crescente simbiosi con il figlio Fabrizio, entrato in azienda nel 1990 fino ad assumere la responsabilità dell’Area Stile. La concept car Testudo (su meccanica Chevrolet Corvair) e gli studi per la Aztec sono il preludio della “Gallery” che raccoglie dieci delle vetture più celebri disegnate da Giorgetto: auto da sogno accanto a geniali utilitarie. Il resto è storia: dalla Golf lanciata nel 1974 alla Ferrari GG50, passando per la Panda e l’Alfa Brera, la Maserati Ghibli e la berlina extralusso Bugatti, fino all’Alfa 2600 e la Brivido, concepita in Italdesign da Fabrizio Giugiaro, per concludere con la DeLorean, resa celebre dal film “Ritorno al futuro”.
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