Il Senato francese ha detto no alla scadenza del 2035 per lo stop alle auto a benzina e Diesel. Un voto che qualcuno leggerà come un freno alla transizione ecologica, ma che in realtà suona più come un richiamo al realismo. Mentre Bruxelles fissa obiettivi ambiziosi, l’industria chiede tempo per adeguarsi senza traumi.
I senatori d’Oltralpe hanno colto il messaggio: non si può imporre una rivoluzione tecnologica senza prima assicurarsi che aziende e lavoratori abbiano gli strumenti per sostenerla. Il rischio? Creare più danni che benefici, mandando in crisi un settore chiave prima ancora che l’alternativa elettrica sia davvero alla portata di tutti.
Del resto, l’industria europea sta già pagando il prezzo di una corsa all’elettrico imposta a tappe forzate: chiusure di stabilimenti, licenziamenti, dipendenza dalla Cina per batterie e materie prime. Più che un’accelerazione, serviva una strategia. Il Senato francese ha scelto di fermarsi un attimo a riflettere. Forse non è un segnale di debolezza, ma di buon senso.
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