Lo stabilimento di Mirafiori per molti non è solo una fabbrica ma una seconda casa. Simbolo del boom economico nel secondo dopoguerra, è divenuto così rappresentativo da poter divenire un simbolo per la città di Torino e non solo. Inaugurata nel 1939, la fabbrica ha attraversato i momenti più iconici della storia italiana fino a divenire un sito produttivo della 500 elettrica ai giorni nostri.
Questo stabilimento, costruito in seguito all’esigenza di ampliare la produzione del Lingotto, è da sempre la casa della FIAT 500 che venne prodotta prima nelle versioni A,B e C e della 1100. I citati modelli sono stati i simboli della ripartenza al termine del conflitto fino all’ampliamento del 1956 con la costruzione del secondo complesso di Mirafiori Sud. In tempi più recenti, negli anni ’80, lo stabilimento ha dato alla luce la Panda e la Uno, oltre ad accogliere le linee di assemblaggio anche di altri modelli del gruppo FIAT come la Lancia Thema costruita insieme alla Fiat Croma sul telaio nato dalla collaborazione con la svedese Saab.
Oggi a Mirafiori resistono due modelli Maserati (GranTurismo e GranCabrio) così come la già citata 500 elettrica, ma se da una parte due auto di lusso non possono farsi carico dell’indotto dall’altra la poco limpida politica sugli incentivi ha causato un abbassamento degli ordini per la piccola full electric del gruppo Stellantis, portando Mirafiori in una situazione di sofferenza con l’avvio della cassa integrazione.
In tempi di crisi per gli occupati di Mirafiori, sono molteplici le soluzioni prospettate. L’ultima arrivata (che ha destato scandalo) è quella promossa dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin a margine di un evento sul nucleare di quarta generazione.
Fratin ha illustrato una proposta che riporta i piani della società Newcleo, la startup italiana che ha in programma l’investimento di tre miliardi di euro per produrre piccoli reattori nucleari a neutroni che sfruttano il combustibile esaurito di altre centrali nucleari per alimentarsi. Dopo il primo progetto da 200 MWe che verrà installato in Francia nel 2031, la società quindi potrebbe trovare in Mirafiori la sede giusta per investire su nuove politiche energetiche.
Le stime, secondo quanto riportato dallo stesso Ministro Fratin…“sono di due miliardi di euro circa per la costruzione di ogni piccolo reattore nucleare di quarta generazione, con ricadute occupazionali e di qualificazione professionale. Significa davvero un passo verso il futuro. Ma siamo ancora in una fase di sperimentazione“.
Davvero il futuro dei 15.000 lavoratori impiegati a Mirafiori passerà dal nucleare mettendo da parte le automobili? Quello che è certo è che la proposta ha destato polemiche, soprattutto tra chi non riesce ad immaginare il futuro di Mirafiori e della Città di Torino lontano dall’auto.
Autore: Alessandro Cattelan
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