Ci fu un tempo nel quale per dimostrare la validità di un’automobile appena lanciata sul mercato sotto i punti di vista tecnico, costruttivo e di prestazione, i marchi ricorrevano allo strumento delle corse e delle grandi imprese come banco di prova. Ciò accadde fin dai primordi dell’auto, dove però occorreva anche dimostrare quanto fosse un oggetto utile e solido.
Fra i marchi che più di altri ricorsero a questo stratagemma ci fu la Fiat che, attraverso iniziative private rispetto alle quali dava il proprio appoggio, o direttamente organizzate dalla stessa si lanciò in imprese davvero memorabili e che ancora oggi rivivono in quelle auto che le hanno compiute. Alcune di queste sono arrivate fino a noi in splendida forma e con spesso ancora conservati i segni della fatica, altre invece si sono perse nel tempo o riposano magari in qualche dimenticato magazzino in attesa di tornare alla luce. Di seguito ripercorriamo alcune di queste avventure certamente straordinarie per l’epoca ma sorprendenti ancora oggi.
Questo genere di imprese come atto dimostrativo non è più considerato necessario da parte dei costruttori, che però ogni tanto non disdegnano di lanciarsi in qualche altra iniziativa, diversa ma con finalità spesso simili.
Nell’autunno 1951 Fiat decise di utilizzare il nuovo veicolo multifunzionale a quattro ruote motrici Fiat A.R. 51 (nella sigla le due lettere indicano Automezzo da Ricognizione mentre le cifre l’anno della presentazione) per battere il record di velocità della traversata dell’Africa, da Città del Capo ad Algeri con al volante Paolo Butti e Domenico Rocca, esperti piloti e collaudatori.
Il 21 gennaio 1952 l’equipaggio lasciò Città del Capo alla volta di Algeri dove arrivò il 1° febbraio 1952, impiegando solo 11 giorni, 4 ore e 54 minuti, percorrendo 15.256 km e riuscendo così a stabilire il primato (rimasto ancora imbattuto). Furono due gli esemplari utilizzati, rispettivamente per il viaggio di andata e ritorno allestiti partendo dalla versione a passo lungo con carrozzeria speciale chiusa, attrezzate con portapacchi, fari ausiliari, lettino da viaggio ripiegabile, rifornimenti, provviste e attrezzi per ogni evenienza.
Il lancio della Fiat 600 fu un momento fondamentale per la Fiat, che non era possibile sbagliare. Per questo il 31 maggio del 1955 (pochi mesi dopo la presentazione avvenuta il 9 marzo) prese il via un raid con protagoniste due Fiat 600 di serie guidate dagli equipaggi Bruno Martignoni/Franco Mazzucchelli e Gino Rabezzana/Domenico Racca, già valenti piloti vincitori, attrezzate per coprire la distanza da Calcutta a Roma; imbarcate in aereo a Beirut per Calcutta arrivarono a destinazione dopo un percorso di 13.260 km (alla media 1.204 km al giorno) che coprirono soltanto in 11 giorni alla velocità media di 48 km/h!Nonostante il meteo spesso avverso e le strade quasi inesistenti arrivarono senza alcun problema; il cinegiornale della Settimana Incom comunicò la notizia con toni trionfalistici portando la 600 nel cuore degli italiani.
È il 1970, sei ragazzi (Riccardo Presotto, Amedeo di Savoia-Aosta, Uberto Bossi Pucci, Roberto Vivarelli Colonna, Costantino Ruspoli e Vincenzo Bartone) scelgono tre Fiat 124 Special praticamente di serie, per affrontare una indimenticabile quanto faticosa impresa: percorrere la distanza che separa Città del Capo da Capo Nord.
L’iniziativa venne organizzata con Fiat e appoggiata da Fondiaria Assicurazioni, Cinzano e seguita da Quattroruote, intravedendone immediatamente le potenzialità in termini di visibilità.
Le tre vetture superarono sterrati e veri e propri percorsi fuoristrada, in condizioni più che gravose per via delle temperature e delle notevoli escursioni termiche in prossimità del polo nord; le uniche modifiche apportate consistevano nel montaggio di un paracoppa e fari supplementari.
Durante il viaggio vennero sostituiti un paio di cerchioni, due camere d’aria, le protezioni inferiori della scocca, un parabrezza rotto accidentalmente e qualche ammortizzatore ma le vetture dimostrarono complessivamente grandi doti di robustezza e affidabilità. Non male per un percorso di 40.000 km iniziato il 24 giugno 1970 e terminato il 14 agosto dello stesso anno.
Alla fine degli anni Settanta la Fiat decide di lanciare sul mercato una versione con motore diesel della berlina Fiat 131 Mirafiori, modello chiave non solo per battere la concorrenza dei diesel Peugeot e Renault, per rispondere alle esigenze di risparmio in termini di consumi e per invogliare all’acquisto un pubblico ancora un pò scettico. Ciò rende necessaria un’impresa, per testarne e dimostrarne resistenza, validità e affidabilità. Viene selezionato il raid internazionale “Londra-Sidney”, ovvero una tra le competizioni più lunghe e impegnative al mondo, in cui partecipano diverse Case costruttrici. L’iniziativa precede strategicamente di circa un’anno la presentazione ufficiale della vettura che avverrà al Salone di Torino del 1978.
Vengono iscritte tre vetture di pre-serie con motore tipo SOFIM quattro cilindri da 2,5 litri e 72 CV, leggermente preparate dalla Abarth per essere condotte dagli equipaggi Robert Neyret/Marianne Hoepfner, Giancarlo Baghetti/Tommaso Carletti e Christine Dacremont/Evelyne Vanoni. Pochi gli adattamenti, come il paraurti anteriore con proiettori aggiuntivi, gli attacchi del parabrezza rinforzati, parafanghi allargati con cerchi ereditati dalle 131 Abarth Rally, assetto rialzato, rollbar di sicurezza e ganci ferma cofano e baule. Le vetture si schierano a Londra il 14 agosto 1977, e dopo 45 giorni e oltre 30.000 km, due 131 giungono al traguardo di Sidney il 27 settembre posizionandosi prima e seconda nella categoria Diesel, garantendo un’eccellente pubblicità. Tutte queste, tranne la 600 “Calcutta-Roma” sono conservate presso FCA Heritage Hub.
Autore: Federico Signorelli
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