Per la 13° edizione di Milano AutoClassica Stellantis Heritage conferma la sua presenza annunciando i modelli presenti tra i suoi stand. Della FIAT Multipla 6×6 vi avevamo già parlato, e a lei sia aggiungono tra le 300 auto d’epoca presenti al salone di Rho Fiera. Interessante l’iniziativa riservata dal biglietto Heritage Hub che permette uno sconto del 20% per chi visiterà l’hub torinese per le visite in calendario dal 20 novembre al 5 dicembre 2023.
Il secondo tema sarà Reloaded by Creators, il progetto di Heritage che prevede la vendita di un numero limitato di vetture classiche dei brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth: modelli storici, dall’autenticità certificata e riportati alla bellezza originaria direttamente dalla Casa Madre. Nell’ambito di questo progetto, a 25 anni dal suo debutto a Francoforte, Heritage realizza una Fiat Multipla 6×6 esclusiva da collezione, che sarà esposta per la prima volta proprio a Milano AutoClassica. Una One-Off in vendita che porta la firma del designer Roberto Giolito, ora Head of Stellantis Heritage, “papà” del modello del 1998.
E, dulcis in fundo, lo stand ospiterà due Alfa Romeo realizzate dall’Autodelta di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario (1963-2023): una Giulia TZ (Tubolare Zagato) del 1963 e un prototipo dell’Alfasud Sprint 6C del 1983. Esaminiamo in dettaglio i tre gioielli d’epoca:
Un esordio assoluto. Si tratta infatti di una vettura usata, recuperata da Stellantis Heritage e rimessa a nuovo presso le Officine Classiche di Torino, il team di Stellantis Heritage dedicato proprio ai servizi di Certificazione di Autenticità e Restauro. Un progetto nato dalla fervida mente di Roberto Giolito, oggi Head of Stellantis Heritage, ma “papà” sia del modello presentato al Salone di Francoforte nel 1997, sia dei sei personaggi inventati per raccontare, in modo simpatico e anticonvenzionale, la vita a bordo del rivoluzionario modello Fiat, il primo del suo segmento ad offrire spazio per sei passeggeri in due file di tre sedili. Dichiara il designer: “Queste sei personalità, questi sei modi di vedere l’auto, tornano a vivere dentro e fuori dalla prima Multipla da collezione creando un tributo gioioso, in pieno stile Fiat, a un modello che, dopo 25 anni, continua ancora ad interessare il mondo e a suggerire modi nuovi di trasportare e di ospitare le persone. Ecco perché sei personaggi curiosi per sei maniere diverse di viverla, danno vita alla Multipla 6×6”.
Questi fumetti finirono sulle t-shirt e i puzzle della linea accessori del modello facendo breccia nel cuore del pubblico: dall’esploratore al bambino pilota con casco, dalla signora attraente intenta a truccarsi all’elegante manager con laptop, dal frate al giovane ribelle degli anni Settanta, ognuno a modo suo rappresentava la libertà di esprimere le proprie inclinazioni in una vettura rivoluzionaria, dal design inconfondibile e simpatico, un esempio concreto di come le sue ingegnose soluzioni potevano davvero migliorare la qualità della vita a bordo.
La livrea Turchese Bio di questa unità, che richiama gli spazi aperti e il mare, fa da sfondo al disegno complessivo dei sei personaggi applicato sul cofano e sulle fiancate, mentre i soggetti singoli sono riportati sui sedili. Il blu della parte superiore trova il suo elegante contrasto con la colorazione Grey White destinata alla parte inferiore della vettura, più precisamente su modanature, ruote e paraurti. La vettura esposta è in vendita, nell’ambito del progetto “Reloaded by Creators”: è possibile ricevere informazioni rivolgendosi al team Heritage che sarà presente al Salone di Milano AutoClassica.
Uno dei modelli più vincenti della gloriosa storia sportiva dell’Alfa Romeo, il primo in assoluto a essere attribuito all’Autodelta, di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario. Questa struttura, nata originariamente nel 1963 nei pressi di Udine, venne trasferita nel 1965 a Settimo Milanese per gestire l’attività agonistica dell’Alfa Romeo, in una sede fisicamente staccata dallo stabilimento produttivo e con una discrezionalità sufficiente a prendere rapidamente decisioni tecniche e sportive. Il Presidente Giuseppe Luraghi affidò all’Ing. Carlo Chiti la gestione del ritorno ufficiale dell’Alfa Romeo nelle competizioni internazionali e la Giulia TZ dimostrò immediatamente la bontà di queste decisioni: esordio in pista a Monza, in occasione della “Coppa Fisa” dell’ottobre del 1963, con le quattro vetture iscritte che si piazzano ai primi quattro posti.
La Giulia TZ, dotata di telaio tubolare (da qui l’origine della denominazione “Tubolare Zagato”), del motore della “Giulia”, il quattro cilindri bialbero in alluminio da 1570 cc, e di una carrozzeria disegnata da Zagato, diventa subito protagonista: negli anni successivi vince la “Coupe des Alps” e il “Tour de Corse”, si aggiudica la classe alla “24 ore di Le Mans”, alla “Targa Florio” e al “Tour de France Auto”, oltre ad altre numerose competizioni. La “TZ2” del 1965, considerata una tra le più belle vetture da corsa mai realizzate, evolve i concetti espressi con la precedente Giulia TZ: le prestazioni aumentano considerevolmente così come il rendimento aerodinamico e la sofisticazione della meccanica. La vettura in mostra fa parte della collezione di Stellantis Heritage ed è collocata in esposizione presso il museo storico Alfa Romeo di Arese.
Nell’ambito dell’attività di ricerca e sviluppo legata alle competizioni, nel 1982 l’Autodelta realizza un primo prototipo di un’Alfasud Sprint equipaggiata con il motore “V6” da 2,5 litri (lo stesso della GTV 6) da 158 cv, collocato in posizione centrale posteriore longitudinale: la vettura viene denominata “Sprint 6C” e, anche grazie al peso di soli 990 kg, “vola” a 215 km/h. Le sospensioni anteriori rimangono invariate mentre al posteriore viene adottato uno schema a ruote indipendenti, le carreggiate vengono allargate, l’abitabilità è limitata a soli due posti. Plancia e cruscotto sono quelli dell’Alfasud Sprint, arricchiti con finiture pregiate. Alcuni elementi estetici della carrozzeria anticipano la nuova gamma “Sprint” presentata nell’83: gruppi ottici anteriori e posteriori, calandra, paraurti e retrovisori.
Viene poi realizzato un secondo prototipo della Sprint 6C, molto simile al primo, con un pianale predisposto ad accogliere l’albero di trasmissione della trazione integrale per un eventuale impiego agonistico nel Gruppo B dei rally: l’Alfa Romeo però decide di rimanere focalizzata sulle competizioni in pista e il secondo esemplare della Sprint 6C resta un esercizio tecnico.
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