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I Comuni furbetti dell’autovelox: barano su omologazione e taratura

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Con ordinanza 10505/2024, la Cassazione mette fine alle discussioni: le multe da autovelox appioppate dai Comuni sono regolari solo se il dispositivo è omologato. Non basta che sia approvato. Attenzione, perché siccome in Italia nessun autovelox è omologato, in quanto manca la legge che regola quella procedura tecnica, allora nessun dispositivo è regolare. La storia è molto vecchia e da anni numerose sentenze di Giudici di pace e Tribunali davano ragione ai sanzionati e torto alle amministrazioni. Che, furbescamente, insistevano a impiegare strumenti irregolari.

Quale soluzione per sanare il guaio? I Comuni si appellano a Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, affinché con una legge imponga una sorta di condono, di sanatoria: tutti gli autovelox validi, anche senza omologazione. Paradossale: le amministrazioni locali spingono a favore di zone 30 km/h controllate da autovelox non omologati; Salvini vuole arginare i 30 all’ora proponendo il limite di 50 km/h come ragionevole, e verifiche con strumenti leciti. Ora gli enti tirano per la giacca il titolare del dicastero, loro nemico sino a un quarto d’ora prima.

D’altronde, la Cassazione è chiara: l’omologazione è una procedura che ha anche natura necessariamente tecnica, finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l’attività di accertamento. Lo stabilisce il comma 6 dell’articolo 142 del Codice della strada. L’omologazione ministeriale autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio già testato in laboratorio. Invece, la successiva approvazione è un procedimento che non richiede la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali.

Il secondo punto chiave è la taratura almeno annuale dell’autovelox: proprio come una bilancia, si deve capire se lo strumento misuri in modo preciso al centesimo di secondo e al millimetro. I Comuni che usano velox non tarati effettuano verifiche illegali: sentenza della Corte costituzionale 113/2015.

Stando al consulente tecnico investigativo Giorgio Marcon, in generale, i controlli della velocità con autovelox sono illeciti. Primo: la velocità calcolata è riferita ai 40 cm di transito o un metro a seconda dello strumento utilizzato. Nessuno potrà dire a che velocità andava il veicolo prima e dopo i fatidici 40 cm o un metro. In più, può esserci l’errore sistematico dello strumento installato con inganno ottico visivo. Infine, le interferenze ambientali possono inquinare la misurazione. Senza contare che l’autovelox valuta la velocità di un veicolo in una minima misura, in un punto determinato. Nessuno ha modo di stabilire che prima e dopo l’autovelox il veicolo transitasse alla velocità regolare. Infatti, è nato il Tutor per la velocità media, così da impedire frenate prima del velox e accelerazioni dopo lo strumento.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

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