Hyundai Tucson Hybrid N-Line: abbiamo provato su strada il SUV coreano con il 1.6 da 136 CV supportato dal sistema a 48 Volt che la rende, a tutti gli effetti, un’auto ibrida. Vediamo come va, quanto consuma e le particolarità estetiche della versione N-Line.
Non sono molte, è vero, le auto in grado di abbinare la tecnologia Diesel ai vantaggi del supporto di una piccola unità elettrica (le abbiamo riassunte in questo articolo). Hyundai ha voluto crederci, al pari di altri costruttori (spesso premium) portando sul mercato la versione ibrida del suo SUV di successo, la Tucson.
Forte dell’arrivo di quell’oggetto (quasi) di culto che risponde al nome di Hyundai i30 N, quell’auto che mancava nel panorama delle hot hatch intorno ai 300 CV, in Hyundai si sono montati la testa e hanno, giustamente, deciso di sfruttare la già popolare lettera dell’alfabeto, simbolo di sportività dal lontano oriente, in senso lato.
Ecco, dunque, una caratterizzazione estetica che, per Tucson Hybrid, viene compresa nell’omonimo pacchetto N-Line Pack (1900 euro) che comprende, tra le altre cose, anche i sensori di parcheggio anteriori e i scenografici cerchi in lega da 19″ (245/45 R19). Questo pacchetto viene fornito solo in presenza, come si evince da una veloce configurazione dell’auto sul sito ufficiale, del Techno Pack (600 euro).
Se dal punto di vista della guida meglio parlarne poco più sotto, per Tucson Hybrid N-Line le modifiche riguardano all’esterno alcuni dettagli, a partire dall’impronta più aggressiva del paraurti e da elementi come la calandra, che si colora di nero; all’interno, invece, fanno la loro figura le indovinate impunture rosse e il piccolo logo “N” che ritroviamo sul pomello del cambio, in questo caso manuale, in tutto e per tutto uguale a quello di una i30 N. I sedili offrono invece il connubio tra pelle e tessuto e la qualità generale viene premiata, seppur siano abbondanti le plastiche rigide.
Il facelift introdotto con Tucson Hybrid ha inoltre cambiato conformazione alla plancia, spostando più in alto lo schermo touschreen dell’infotainment, laddove si sarebbe potuto osare di più con la spessa cornice che sembra essere rimasta ancorata al passato (almeno esteticamente).
Spazio a volontà, e non lo scopriamo oggi, su quello che per Hyundai è il SUV più rappresentativo. Cinque passeggeri stanno decisamente comodi, mentre la soglia di carico del bagagliaio piatta aiuta a caricare oggetti per riempire i generosi 513 litri (estendibili fino a 1.503) sfruttando gli schienali del divanetto posteriore ripiegabili completamente (60:40), così da sfruttare un vanno assolutamente piatto.
D’altronde, come potrebbe non essere così? Metti insieme motore Diesel e supporto elettrico (non motore) e la ricetta solitamente funziona. Sulla Tucson Hybrid N-Line diventa fondamentale visualizzare nel cluster LCD del quadro strumenti quanto motore e batteria lavorano insieme nell’ottica dell’ottimizzazione dei consumi. Ve ne accorgerete sia in rilascio, dove vedrete caricare le batterie sentendo l’auto rallentare da sola, sia in frenata, quando lo Start&Stop inizierà ad attivarsi ben prima del completo arresto (intorno ai 30 km/h). Altro grande, grandissimo vantaggio per chi pensa di acquistare questa vettura: l’omologazione ibrida.
Dal punto di vista della guida, ecco pregi e difetti di una normale Tucson con il 1.6 Diesel da 136 CV, ormai a listino da qualche anno: tanta coppia (320 Nm a 2.000 giri/min), buona progressione in fase di accelerazione (con uno 0-100 km/h in 11,2 secondi non proprio da primato) e consumi che, nel dichiarato, non vanno oltre i 4,2 l/100 km nel misto (Hyundai promette un calo ulteriore quantificabile intorno all’11% proprio grazie alla tecnologia ibrida).
Muovendosi in città, i vantaggi del mild hybrid (qui vi spieghiamo, tecnicamente, come funziona), con le solite frequenti frenate e ripartenze, si sentono tutti (meno i 55 Nm di coppia in più in accelerazione a batterie ben cariche, ci vuole molta sensibilità per accorgersene) mentre fuori città il motore Diesel fa la parte da padrone offrendo poca rumorosità e un’erogazione lineare, piacevole.
Non si può dire altrettanto del cambio manuale a 6 rapporti, caratterizzato da un pedale della frizione a corsa troppo lunga e da innesti non troppo precisi: si può optare, volendo, per l’unità automatica a 7 rapporti (+ 1.700 euro a parità di motorizzazione).
Un’auto che si guida dunque bene, cambio permettendo, e che sa offrire buone doti di comfort mascherando le sue velleità sportive alla sola sigla N-Line, frutto del marketing. Se volete spendere un po’ meno, c’è sempre la entry level Diesel con 115 CV, così come è disponibile anche la trazione integrale (sia con il 1.6 sia con il 2.0 da 177 CV, anche quest’ultimo mild hybrid).
Il prezzo della Hyundai Tucson Hybrid, disponibile solo a partire dall’allestimento XPrime, varia di 1.300 euro rispetto all’omologa versione Diesel (31.400 euro contro 30.100 euro) da 115 CV. Passando alla vettura da noi provata, stessa cilindrata ma 21 CV in più, si parte da 32.700 euro, cui vanno aggiunti i 1.900 euro dell’N-Line Pack e i 600 del Techno Pack, che “viaggiano” in combinato.
Rivali? La cugina diretta, con lo stesso identico motore, Kia Sportage Hybrid, anche lei dotata di sistema mild hybrid da 48 Volt. La Corea si è espressa, voi?
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