Già con il concept Prophecy in tanti avevano messo in agenda il nuovo modello elettrico di Hyundai. Ma quando la nuova Hyundai Ioniq 6 è stata presentata ufficialmente al mondo a luglio di quest’anno, le sorprese sono state tante. Innanzitutto stupisce, in un mondo di SUV, la scelta coraggiosa di Hyundai di creare una berlina con linee sportive da coupé.
Hyundai Ioniq 6 va poi contro la nuova scuola di design che vuole il family feeling al primo posto. Vetture di un brand immediatamente riconoscibili, simili l’una all’altra. Da sempre contro questo schema, Hyundai ha scelto di offrire ai propri clienti qualcosa di sempre nuovo, sempre moderno e inedito, con linee diverse da un modello all’altro, se necessario.. Dopo averla vista in foto, Hyundai Ioniq 6 si è fatta scoprire nella splendida location di Garage Italia Milano. In questa occasione ho potuto conoscerla meglio dal vivo e fare amicizia con le sue linee. Ho avuto anche la fortuna di parlare con chi nuova Hyundai Ioniq 6 l’ha vista nascere.
L’Exterior Design Manager del Design Center Europe di Hyundai, Nicola Danza, ci ha raccontato la genesi di Ioniq 6. Partendo dalla concept Prophecy, Danza ha spiegato come è nata e a cosa si ispira, con qualche piccolo spunto per il futuro. Abbiamo scambiato qualche parola anche con il neo-Presidente di Hyundai Italia, Andrea Crespi, che ci ha chiarito i piani futuri di Hyundai, in Italia e non solo.
Prima di addentrarci nelle parole di Nicola Danza e di Andrea Crespi, è bene capire chi sia la protagonista di giornata, la Hyundai Ioniq 6. É il secondo modello della gamma Ioniq a debuttare dopo la Ioniq 5, lanciata nel 2021. Già dalle prime foto, Hyundai Ioniq 6 ha stupito tutti per il suo stile personale, così diverso dalle altre Hyundai.
Ma quali sono i punti focali del progetto Ioniq 6? Realizzata sulla piattaforma E-GMP, la stessa di Ioniq 5 e delle cugine KIA EV6 e Genesis GV60, Ioniq 6 è una berlina da quasi 4,90 metri, dotata di un’altezza piuttosto generosa. Il tetto è posizionato infatti a quasi 1,50 metri da terra: una scelta dettata da ragioni progettuali, obbligate e volute. L’obbligo è dato dalla presenza della batteria “a skateboard” sotto il pianale, spessa 150 mm. Questa soluzione ha inevitabilmente ripercussioni sulla vettura, con un’altezza che deve alzarsi per alloggiarla comodamente. L’altra motivazione è, invece, progettuale. Un tetto così arcuato ha permesso di ricavare un abitacolo molto arioso, che permette di avere tanto spazio in un’auto tanto affusolata. Ma su questo torneremo dopo.
A livello meccanico, invece, la gamma motori di Hyundai Ioniq 6 prevede tre versioni. Due saranno a motore posteriore, con potenze comprese tra 151 e 228 CV. La versione AWD con trazione integrale intelligente arriverà a 325 CV, in attesa della sportiva Ioniq 6 N. La sua presenza è stata ufficiosamente confermata dalla presenza a Garage Italia della concept RN22e. Si tratta di un prototipo, davvero particolare, in quanto a livello estetico riprende esattamente la Ioniq 6 di serie. Le linee sono però parecchio incattivite, e prefigura l’arrivo, più avanti, della Ioniq 6 N. Gli interni di Hyundai Ioniq 6, invece, riprendono maggiormente la più piccola Ioniq 5, con alcune differenze. Il suo posizionamento, invece, sarà simile a quello della sorellina. Per evitare di dilungarci troppo, però, vi rimandiamo alla scheda dedicata a Hyundai Ioniq 6 con dimensioni, interni, meccanica, prezzo e concorrenti.
Oggi ci concentriamo più sul design di Hyundai Ioniq 6, forse la prerogativa più interessante delle nuove elettriche del brand Ioniq. Per farlo non c’è sicuramente modo migliore di ascoltare chi questa vettura l’ha vista nascere, Nicola Danza. Exterior Design Manager del Centro Stile Hyundai europeo, Danza mi ha raccontato da dove nasce il nuovo design di Hyundai Ioniq 6. “Ioniq per noi è una macchina del tempo, che guarda al passato per proiettarsi al futuro. Per le vetture Ioniq,” spiega, “pensiamo inizialmente al cliente, e all’utilizzo che fa della vettura.”
“Da qui nascono i tre pilastri comuni a tutte le vetture Ioniq. Il primo è lo spazio, per avere un abitacolo che sia anche un living space, un luogo dove passare del tempo piacevole anche per lunghi periodi, come durante la ricarica. Al secondo posto troviamo il tema dei Pixel, che fanno da principale fil rouge della gamma. Il terzo è la sostenibilità, con l’attenzione all’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili all’interno della vettura.”. Ma da dove nasce il design di Hyundai Ioniq 6? Se la Ioniq 5 si è ispirata alla Pony, la prima Hyundai di produzione, e alle vetture anni ’70, per le ispiratrici di Ioniq 6 dobbiamo andare ancora più indietro.
“L’ispirazione per Ioniq 6 sono state le streamliner, o meglio il movimento streamiliner degli anni ’30 e ’40. Automobili, moto, treni, aerei: mezzi di trasporto con linee assurde, ancora oggi fuori dagli schemi, quasi degli UFO per la strada. Ma le streamliner non erano solo estetica. Come dice il nome, con quello stile così affusolato puntavano ad ottenere migliori prestazioni e minori consumi a parità di potenza, per estrarre il massimo dai motori poco efficienti dell’epoca.”
“Con Ioniq 6 puntiamo a fare lo stesso. Ottenere il massimo in autonomia e prestazioni dalla meccanica che abbiamo, senza aumentare la potenza o la capacità della batteria. Il tutto puntando su una linea emozionale, che utilizza una sola curva che parte dal paraurti anteriore e arriva a quello posteriore.”. Queste linee così particolari permettono anche di sfruttare meglio lo spazio interno, regalando un abitacolo più arioso rispetto a berline simili. Si tratta dello stesso ragionamento utilizzato da Mercedes per le sue berline EQ, dotate di tetto alto e sbalzi limitati. Hyundai, però, ha un tocco retrò che rimanda delicatamente al futuro. “Anche all’interno abbiamo voluto creare un’ambiente elegante e pulito, senza tempo.”, chiarisce. “Troviamo, ad esempio, un tunnel centrale che può essere usato come tavolino per lavorare, e gli schermi per gli telecamere dei retrovisori.“
“Questi sono stati studiati per restituire una visione reale dell’esterno, e sono posizionate dove cade lo sguardo. Il merito è dell'”ala” che richiama lo stile esterno, e caratterizza gli interni di Hyundai Ioniq 6. Abbiamo poi concentrato tutti i comandi solitamente sui pannelli porta al centro, per alleggerire visivamente e fisicamente le superfici laterali degli interni di Hyundai Ioniq 6″. C’è spazio, poi, per una piccola curiosità. Sul volante ritroviamo altri quattro piccoli pixel, che insieme agli altri portano a 700 il numero di pixel sparsi per la vettura. Questi pixel sono anche utili, non solo belli. I quattro punti sono retroilluminati, e indicano a vettura spenta lo stato di ricarica, ma non solo. “Sembra che non ci sia un logo Hyundai, vero? In realtà,” ha svelato Danza, “nell’alfabeto Morse i quattro punti in fila indicano la lettera H. Anche se non si vede, non manca il logo Hyundai.”
A lato della conferenza stampa, ho potuto scambiare due chiacchiere con Nicola Danza. Professionista appassionato e molto competente, mi ha raccontato la genesi di Ioniq 6, e mi ha svelato il motivo dell’assenza di un family feeling propriamente detto all’interno della famiglia Ioniq. “Hyundai non ha mai richiesto o perseguito un family feeling tradizionale.“, mi ha rivelato Danza. “Anche nei modelli più generalisti, Hyundai ha sempre prodotto modelli molto diversi tra loro. Basti guardare alle ultime due generazioni di Tucson, o alle differenze tra i20, Kona e Bayon. Sono tutti modelli estremamente differenti, ma sempre riconoscibili come Hyundai.”
“Hyundai vuole creare auto che piacciano al pubblico, non curandosi troppo di un family feeling rigoroso. E per noi creativi è una vera occasione. Con la gamma Ioniq, poi, abbiamo cercato di rendere tutte le Ioniq sorelle, ma non gemelle. Anche due sorelle molto diverse tra loro, infatti, hanno tratti in comune, che fanno trasparire la parentela. Per le nostre Ioniq, i pixel sono sicuramente il tratto principale.”, rivela. “Ma anche la fascia a contrasto nella parte inferiore della vettura, o ancora le maniglie a scomparsa e gli interni puliti e tecnologici. E la futura Ioniq 7 (un SUV di grandi dimensioni in arrivo nel 2024, ndr) sarà totalmente diversa da entrambe. Ma sarà riconoscibile come una vera Ioniq.“
Prima di lasciare il Direttore del Design Hyundai, gli ho voluto chiedere quali sono state le sfide di rendere stradale il disegno estremo della Prophecy, a cui Ioniq 6 si ispira ma con sostanziali differenze. “I problemi principali sono stati due: i costi e l’efficienza. Il primo è abbastanza semplice: alcune scelte erano davvero troppo estreme e costose per la produzione di massa. Dietro, ad esempio, la Prophecy, che è stata progettata insieme alla Ioniq 6 di serie, ha dei fari posteriori con singoli pixel che formano un gruppo ottico a tutta larghezza. Su Ioniq 6, una soluzione del genere sarebbe stata antieconomica in fase di sviluppo, assemblaggio e in caso di incidente.”
“Alcune scelte fatte su Prophecy poi non tenevano in conto gli “obblighi” della piattaforma di serie. Ad esempio, i 150 mm di spessore della batteria vanno alloggiati sotto il pianale e influiscono sul design della vettura. Sulla Prophecy, invece, abbiamo posizionato le batterie in maniera “creativa”, una soluzione non proponibile sulla grande serie. In più”, mi svela Danza, “alcune scelte pesavano sull’efficienza. I cerchi da 24 pollici, ad esempio, per quanto fossero belli erano estremamente dannosi per l’autonomia. Anche la grande ala posteriore rovinava tutti i flussi della vettura. E i grandi passaruota posteriori, per quanto stupendi da guardare, avrebbero aumentato enormemente la resistenza aerodinamica. Così, sebbene l’auto di serie sia più stretta e più alta, dal vivo ha un impatto ugualmente sorprendente, originale e personale. Il punto di forza di questo design è però il Cx eccezionale: 0,21.“
Concludiamo infine con le parole di Andrea Crespi, neo-Presidente di Hyundai Italia. Il manager romano ha confermato ufficiosamente il listino prezzi di Hyundai Ioniq 6, con alcune piccole sorprese. “Stiamo ancora finalizzando il listino prezzi ufficiale di Hyundai Ioniq 6.”, ha dichiarato Crespi. “A livello di cifre, però, andrà ad affiancarsi con Ioniq 5, con piccole ma importanti differenze”. Con i suoi 151 CV e la presenza degli specchietti “fisici”, la versione d’accesso Progress dovrebbe costare qualcosa meno dei 42.950 euro della Ioniq 5 base, la Progress con motore da 170 CV. Le top di gamma, con specchietti a telecamera e trazione integrale regolabile, dovrebbero invece essere un po’ più costose.
Abbiamo infine chiesto a Crespi quale sarà il futuro della famiglia Ioniq, nonché delle EV secondo Hyundai. “Sicuramente, tra un paio d’anni arriverà il SUV Ioniq 7, che sarà sorprendente quanto il concept. Poi, entro il 2030 Hyundai sarà completamente elettrica, ma non si sposterà esclusivamente sui prodotti premium. In Italia, ad esempio, i10 è la citycar più venduta dopo i prodotti nazionali FIAT. Non posso ancora dirvi nulla di ufficiale, ovviamente. Tra le prossime uscite elettriche di Hyundai, però, potrebbe esserci una EV dedicata alla città.”. Rivale di FIAT 500e e Dacia Spring a parte, però, Hyundai non perderà di vista anche l’emozionalità. “Anche dopo lo switch all’elettrico, non abbandoneremo l’emozionalità di Hyundai N.”, ha concluso il Presidente di Hyundai Italia. “Le emozioni e la passione sono ancora parte integrante del mondo dell’auto, e con N non le dimenticheremo di certo.”
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