La Hyundai Ioniq 6 è la novità 2023 nella gamma elettrificata del brand coreano e, pur seguendo la originalissima Ioniq 5 (da noi provata), proietta ancora più verso il futuro un brand già chiaramente orientato verso l’elettrificazione più completa.
La capostipite Ioniq 5, nata sulla sorprendente piattaforma E-GMP, già ci aveva sorpreso in primis per il suo design decisamente controcorrente e ci aveva convinto per le sue doti di guidabilità, ricarica e di deciso spirito innovatore. In Hyundai, sapendo di aver creato un nuovo filone, hanno deciso giustamente di proseguire su questa strada con la nuova Hyundai Ioniq 6 aspettando nel 2024 la nuova Ioniq 7, un SUV XL che Kia ha anticipato con il lancio della EV9 sulla stessa piattaforma.
Gamma EV che oggi incide globalmente per il 13% con questa percentuale che Hyundai vuole portare al 36% al 2030 grazie a un totale di 11 modelli elettrici di cui 5 SUV. I punti di forza per procedere con questa crescita? Nel caso di Hyundai Ioniq 6 la ricarica a 800V (100 chilometri da una HPC si accumulano in 5 minuti), passo lungo e tanto spazio a bordo, design controcorrente e gamma versatile nonché pensata per svariati utilizzi. La Hyundai Ioniq 6 promette fino a 600 chilometri di autonomia reali (RWD), e oggigiorno le elettriche capace di arrivarci si contano sulle dita di una mano.
Scopriamo tutti gli aspetti della Hyundai Ioniq 6 AWD, analizzando esterni, interni, tecnologia, autonomia e prezzo.
Vettura di rappresentanza e da famiglia la Ioniq 6. La nuova elettrica coreana nasce sulla stessa piattaforma di Ioniq 5 ed EV6, ma ha linee totalmente nuove e inedite. Ioniq 6 mantiene un fil rouge con la Ioniq 5, pixel in primis. Le linee sono però ispirate alle Streamliner degli anni ’30 e ’40, vetture che grazie ad uno stile personale e fuori dagli schemi e alla conseguente aerodinamica da record ottenevano prestazioni e consumi migliori. Hyundai Ioniq 6 abbatte il coefficiente di resistenza aerodinamica, raggiungendo livelli record di Cx 0,21, senza però compromettere troppo abitabilità interna e stile, o comunque rosicchiando pochi centimetri solo nel posteriore.
Con la Ioniq 6, Hyundai si lancia con coraggio nel segmento delle berline elettriche di Segmento D, senza trascurare però un abitacolo spazioso e pratico. Il bozzolo creato dagli stilisti della Casa coreana hanno permesso di sfruttare al meglio lo spazio interno, ricavando un’ambiente personale, minimale e sostenibile. Onore al merito per la Hyundai Ioniq 6 e per la sua volontà di proporre qualcosa di nuovo, d’accordo non in assoluto, pochè già visto sulle vetture più di nicchia come le nuove berline premium di Mercedes-Benz, le EQE e la EQS, ma sicuramente alla metà del prezzo. Insomma la Ioniq 6 è una vettura che non passa in secondo piano. Queste le dimensioni dell’elettrica coreana con una lunghezza di 4,85 metri, 1,88 metri di larghezza e un altezza di 1,49 metri. Il passo quasi da limousine misura 2,95 metri.
Quindi altezza ridotta, lunghezza importante, larghezza idem come sopra. La Ioniq 6 ha aperto una strada, questo è certo. Sempre in vista laterale spicca la rastremazione della vetratura procedendo verso il lato B, valorizzato dal passo lungo. La Ioniq 6 ripropone la firma luminosa con il tema dei pixel che è già diventato marchio di fabbrica di questa nuova gamma ma nel suo essere così innovativa sembra una concept, la Prophecy del 2021, alla quale hanno montato la targa. Vero, i cerchi non sono più da 24″, bensì raggiungono i 20″ sulla top di gamma Evolution.
Ci sono optional gli specchietti virtuali, per migliorare ancora l’aerodinamica, ma la nostra versione non li monta. Certo, opzionandoli la Ioniq 6 diventa ancor più avveniristica di quanto non lo sia già, è che va fatta un po’ di abitudine. Dietro, invece, la doppia luce orizzontale (una è la terza luce di stop, montata sullo spoiler solidale alla carrozzeria) aiuta a rendere più vivo lo sbalzo posteriore dietro al quale si nasconde il bagagliaio. Offre 401 litri di capacità, non molti per una vettura che sfiora i 5 metri di lunghezza vero, ma alla fine delle borse rigide trovano sempre posto.
La linea streamliner, infine crea alti e bassi alla voce spaziosità per i passeggeri posteriori. Vero, quasi 3 tre metri di passo danno in senso longitudinale tanta comodità ed è impossibile arrivare con le ginocchia vicino agli schienali anteriori, che essendo più sottili, hanno permesso di liberare prezioso spazio per chi si siede dietro. Ma a livello di spazio per la testa un adulto medio non si trova troppo a proprio agio per via del tetto spiovente, peccato. Nulla di cui preoccuparsi, anche la disposizione della seduta permette una buona visibilità visto che la superficie vetrata inizia a rastremarsi notevolmente solo in coda.
Insomma l’auto è bassa se confrontata ai 1,61 metri della Ioniq 5. Con lo stesso pacco batterie, spesso circa 15 centimetri, si riduce di conseguenza lo spazio interno, ma non per questo si ha una sensazione di mancanza d’aria, anzi. Sono molti i materiali ecosostenbili scelti per l’abitacolo così come c’è tanto della Ioniq 5 nell’impostazione della plancia: identica la disposizione dei due schermi da 12″, sulle prime un po’ macchinosi nei menù, con al di sotto le bocchette d’aerazione. Qui il tema pixel è sempre presente, così come troviamo 4 led parametrici sul volante che tra le varie cose lampeggiano per l’accoglienza in vettura, per i driving mode e all’inserimento delle marce D, R, ma che alla fin dei conti non tornano troppo utili, essendo molto sotto la linea visiva dell’occhio del driver.
Tasti tolti dalle portiere, basti pensare ai più classici alzacristalli elettrici, e posizionati sulla console centrale dove è presente anche la piastra di ricarica wireless. Inoltre le prese USB non sono più da andare a cercare in una posizione scomoda bensì sono facilmente raggiungibili. Tutti i sedili anteriori sono comandabili elettricamente, riscaldati e raffrescati e quello passeggero è controllabile facilmente anche dai posti posteriori, grazie ai tasti presenti sul fianco del sedile. Tanta tecnologia a bordo, come gli aggiornamenti wireless delle mappe e del softwaredi infotainment, Ioniq 6 infatti è la prima Hyundai a offrire aggiornamenti del software del veicolo via etere. Un’unica pecca: la connettività degli smartphone con Apple CarPlay e Android Auto è possibile solo tramite cavo USB e non wireless.
Facciamo ordine nella gamma motori della Hyundai Ioniq 6: ci sono tre Ioniq 6 ben distinte. Quella con la trazione posteriore short range, la stessa long range e la Dual Motor, il nome dice tutto, con la trazione integrale. Nel primo caso la batteria può essere sia da 53 kWh, nel secondo 77,4 kWh, con autonomia fino a 614 chilometri nel caso della batteria “large” e dei 228 CV sulla trazione posteriore. Autonomia facilitata dai cerchi in lega da 18″, fondamentali nel determinare una differenza rispetto alla più ricca Evolution AWD dove sono di serie i 20″.
Proprio la top di gamma, quella oggetto di questa prova, comprende solo la versione Dual Motor da 325 CV e 605 Nm di coppia, con un’autonomia di 519 chilometri. Se guardiamo alle pure prestazioni, cambiano ovviamente i consumi mentre rimane standard la velocità massima limitata a 185 km/h. Qui la spinta dell’elettrico non viene mai meno, con zero incertezze e parecchio allungo anche tra le tre corsie. Non male lo scatto da 0 a 100 km/h coperto in 5,1 secondi grazie alla robusta coppia dei due motori elettrici, ma qui a stupire è però la novità della trazione integrale “automatica”. Sulle versioni a quattro ruote motrici, infatti, si potrà scegliere se avere la trazione integrale AWD permanente, se far decidere la ripartizione al sistema con il programma AWD Auto oppure sarà possibile forzare la marcia a due ruote motrici, ovvero le posteriori. L’obiettivo? Poter massimizzare l’autonomia nei lunghi viaggi, dove la trazione integrale è francamente superflua.
A stupire, come sulla sorella Ioniq 5, è poi la potenza e velocità della ricarica. Come su Ioniq 5, è possibile ricaricare Hyundai Ioniq 6 ad una potenza massima di 350 kW, tra le più potenti nel panorama mondiale. Questo è possibile grazie all’architettura da 400 o 800 V che equipaggia l’elettrica coreana. Se si trova una trova una colonnina Ultra-Fast da 350 kW, il tempo per passare dal 10 all’80% è di 18 minuti. Il tempo sale a 60 minuti quando la potenza di ricarica è di 50 kW per la stessa differenza di SOC. Non manca la possibilità di entrare nella rete Charge MyHyundai dove si fa tutto da un’unica app, con fatturazione mensile, e dove si può impostare la navigazione su 460.000 punti di ricarica sparsi in 30 paesi europei. Inoltre debutta in Europa Hyundai Plug & Charge, un sistema che permette l’autenticazione automatica semplicemente collegando la propria vettura alle colonnine, eliminando di fatto la necessità di utilizzare app o schede di ricarica.
Alla voce efficienza la AWD Dual Motor promette 16,9 kWh/100 km (dichiarati con cerchio da 20″). Leggermente meno nel reale dove 5,5 km/kWh sono facilmente raggiungibili su strada, che significano poco più di 400 km di autonomia nel misto e oltre 550 in urbano, senza risparmiarsi. Quindi con un occhio più attento ai consumi potremmo solo migliorare questo dato. Nonostante la massa complessiva di 2.520 kg, la Ioniq 6 è molto ben bilanciata e agile tra le curve.
Tre le modalità di guida disponibili molto differenziate una dalle altre, azionabili attraverso un comodo pulsante posto sul volante, troviamo: Eco, Normal e la più tagliente Sport. Ovviamente quest’ultima, quella più divertente ed in grado di sprigionare tutta la potenza, peccato per le gomme che privilegiano il range, ma che quando si tratta di grip laterale non trasmettono grandi forze. Infatti i pneumatici a basso attrico poco possono fare se ci cerca l’appoggio spinto. In quel caso è l’aderenza ad essere è inferiore alle aspettative e nulla può un assetto tarato bene, anche se con uno rollio accentuato. Meglio aspettare la versione “N” se vogliamo davvero fare sul serio. Qui un’elettronica invasiva (ma disattivabile) interviene se si forza la mano smorzando il ritmo. Invece con la modalità i-Pedal attivata, è possibile guidare per gran parte del tempo con il solo pedale dell’acceleratore recuperando la massima energia possibile in fase di decelerazione, oltre che alla possibilità di collegare la rigenerazione al radar frontale, per far gestire il tutto in autonomia. Lo sterzo è si preciso, ma non particolarmente sportivo e comunicativo, mentre il volante è di facile impugnatura grazie alle due sole razze.
Insomma si tratta di una vettura è estremamente versatile a cui si può chiedere di passare da comoda gran turismo a confortevole stradista grazie ad una buonissima insonorizzazione e una discreta comodità dei sedili. Quest’ultimi hanno numerose regolazioni e la funzione chaise longue (allestimento Evolution) per riposare comodamente durante le pause (brevi) di ricarica.
Per chi non amasse il silenzio totale dell’elettrico c’è l’Active Sound Design. Questa nuova tecnologia Hyundai produce un suono di guida virtuale attraverso controller dedicati e il sistema audio premium BOSE , il suono viene adattato all’abitacolo tenendo conto di variabili quali la velocità, la coppia e l’accelerazione. Noi personalmente l’abbiamo disattivato e abbiamo amato il completo silenzio.
La tecnologia ADAS non manca di certo: l’auto è in grado di muoversi senza conducente durante le manovre di parcheggio. In termini di assistenza alla guida, ha tutto quello che serve per garantire un’autonomia di livello 2. Il sistema Highway Driving Assist 2 (HDA 2) permette anche il cambio di corsia in modo autonomo, con un semplice tocco sulla leva. Davvero impressionante. Quando l’indicatore di direzione è attivo, inoltre viene mostrata la retrocamera laterale sul quadro strumenti, una soluzione utile per eliminare il pericoloso angolo cieco.
Veniamo al prezzo di Hyundai Ioniq 6. Quest’ultimo “attacca” a 47.550 euro per l’allestimento entry level Progress RWD che viene proposto, quasi ad hoc, con 151 CV tutti al posteriore e batteria 53 kWh. Nonostante questo, purtroppo, la Ioniq 6 non può godere degli incentivi statali. Allestimento Progress che propone cerchi da 18″, fari anteriori a LED, clima automatico, Cluster SuperVision con mirroring, Smart Cruise Control e diversi sistemi di assistenza alla guida.
Per la Evolution, il più ricco dei tre allestimenti è esclusivo della Ioniq 6 da 325 CV, con batteria da 77,4 kWh, e con la trazione integrale, oggetto del nostro test, il prezzo sale a 62.450 euro e comprende interni in pelle, sedute anteriori regolabili elettricamente, Head-up Display da 44″, cerchi da 20″, sistema audio BOSE, pompa di calore e ulteriori sistemi di assistenza alla guida come il parcheggio intelligente.
Parlando degli optional della Hyundai Ioniq 6, citiamo il Tech Pack (+1.800€) che comprende tetto panoramico in vetro e gli specchietti virtuali. Diverso il discorso per le vernici che costano 750 euro (metallizzate e micalizzate) e 1.000 euro le due opache. Per i più sportivi, non vi preoccupate arriverà una versione sportiva “N”. La meccanica dovrebbe essere simile a quella della cugina KIA EV6 GT, con una potenza in grado di avvicinarsi pericolosamente ai 600 CV.
Le competitors di Hyundai Ioniq 6, del resto, non sono poche, e hanno tutte i loro grandi punti di forza. La regina del segmento delle berline elettriche di Segmento D è certamente la Tesla Model 3, l’auto elettrica più venduta al mondo. A lanciarle la sfida però ci sono anche la BMW i4, la Mercedes EQE e la Audi e-tron GT, tutte vetture però più potenti e molto più costose. La sfida, quindi, si giocherà, oltre che con Model 3, con Polestar 2 e con i crossover-coupé elettrici del Gruppo Volkswagen, VW ID.5 e Skoda Enyaq Coupé.
Ma il sistema elettrico a doppio voltaggio, la ricarica a 350 kW, e non ultimo il sistema Vehicle To Load per alimentare e ricaricare dispositivi terzi spillando energia dalla batteria, sono i vantaggi che Hyundai ha al suo arco rispetto alle agguerrite competitors.
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