Come un fulmine a ciel sereno, sulla falsariga di quanto già accadde a cavallo tra il 2008 e il 2009, quando Honda si ritirò clamorosamente lasciando la scuderia in mano a Ross Brawn (e sappiamo come andò a finire…) la Casa giapponese ha comunicato che lascerà la F1 alla fine del 2021.
Di conseguenza, Red Bull Racing e Alpha Tauri F1, che hanno già firmato il patto della concordia per rimanere in F1 almeno fino al 2025, sono senza motori per il 2022. Una scelta dettata dalla crisi conseguente alla pandemia ma non c’è da stupirsi perchè i costruttori giapponesi sono soliti agire in questo modo. Peccato che dopo gli anni, disastrosi, in Mclaren, i risultati stavano cominciando a diventare importanti, con le diverse gare vinte da Max Verstappen nel 2019, l’affermazione a Silverstone dell’olandese e la romantica vittoria del “milanese” Pierre Gasly in quel di Monza, per un totale di 5 primi posti in due anni.
Subito una “patata bollente” nelle mani di Stefano Domenicali, che appena prenderà il timone in qualità di CEO dovrà gestire questo problema, trovando una soluzione che riesca ad accontentare sia i “bibitari” sia chi andrà a fornire i motori, a questo punto uno tra Mercedes, Renault, con la quale i rapporti non si sono chiusi bene, e Ferrari.
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