Motorsport

Halo ha davvero salvato la vita a Grosjean? Sì, ma non è stato il solo

Tempo di lettura: 2 minuti

Piloti, presidente della FIA, addetti ai lavori, tutti sono concordi. Halo è stato determinante per salvare la vita al fortunato Romain Grosjean, protagonista di un incidente che sarebbe potuto costare molto ma molto caro al pilota ginevrino.

Vedere la sua Haas spezzata in due ha fatto tremare i polsi a tutti, nessuno escluso. I piloti, subito tornati in pit lane e poi scesi dalla monoposto per attendere la riparazione delle barriere, assistivano attoniti alla scena ma, una volta sinceratisi delle buone condizioni generali del loro collega, sono tornati in macchina e hanno abbassato la visiera. Loro sono supereroi, lo sappiamo, ma senza i passi avanti fatti sulla sicurezza oggi avremmo perso uno dei venti “superman” che ogni due domeniche ci tengono incollati allo schermo, per lo sconforto generale.

In primis, è stato Jean Todt in tempi non sospetti, da presidente della FIA, a spingere per l’introduzione di Halo, il dispositivo che oggi chiamiamo salvavita e che subì feroci critiche sia perchè avrebbe rovinato per sempre l’estetica delle monoposto (…) sia perchè “motorsport is dangerous”, chi sale in macchina sa a che rischi va incontro. Bene, sei anni fa, forse, Halo non sarebbe bastato a salvare la vita al povero Jules Bianchi, ma anche nel 2018, se ricordate, Leclerc se la cavò dopo che Alonso volò sopra all’Alfa Romeo Racing del monegasco al via del GP del Belgio.

Halo di Leclerc ripreso dopo il contatto al via del GP del Belgio 2018

Insomma, bravo Jean Todt ad averci creduto, che ha così commentato l’incidente su Twitter.

Come sta Romain Grosjean? Ce lo dice lui su Instagram

Il pilota che tra due gare saluterà il mondo della F1 (sempre se sarà in grado di correre, sempre in Bahrain, tra pochi giorni, altrimenti lo potremo rivedere ad Abu Dhabi) ha solo subito leggere bruciature sul dorso delle mani e alle caviglie, ma dopo una serie di raggi in ospedale sono state scongiurate fratture. Bello ed emozionante vedere pubblicato in serata il suo messaggio su Instagram, dove lo vediamo sorridente ma con le mani bendate per le bruciature subite.

Anni fa, senza Halo e senza altre accortezze che a breve andremo a commentare, difficilmente un altro pilota sarebbe uscito con le sue gambe dopo un incidente così.

Il Tweet, seguito alla gara, con il quale sono state confermate le buone condizioni generali del pilota

Infine, a salvare Grosjean dalla fiamme, contro cui Halo avrebbe potuto fare ben poco, sono stati decisivi casco e tuta/guanti/scarpe ignifughe. Sappiamo che Haas si rifornisce da Alpinestars per l’abbigliamento tecnico ma noi una tuta di F1 (prodotta da Sparco) l’abbiamo ospitata nel 2019 presso il nostro stand al Parco Valentino, insieme all’Alfa Romeo Racing C38. Per capire come 600 grammi possano essere sufficienti a isolare il corpo di un essere umano dalle fiamme vi riproponiamo la nostra intervista al responsabile produzione dell’azienda di Volpiano Torinese, visto che l’argomento è tornato di stretta attualità.

Oggi è andata bene, e un ultimo plauso vogliamo farlo a Dallara, che per Haas si occupa di costruire le scocche. Vero, il guard rail non ha retto all’impatto e la monoposto si è spezzata in due ma la monoscocca, quella dove siede il pilota, ha retto alla perfezione un impatto a 221 km/h. Quando critichiamo Halo perchè “è brutto”, senza sapere, prima è meglio riflettere…

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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