Tra le alimentazioni di cui si parla maggiormente, il Diesel è ormai in disparte, apparendo come una tecnologia passata e fuori moda. Tra vetture ibride, le sempre più popolari (e discusse) auto elettriche e le vetture bifuel, ancora amate, in Italia il Diesel ha ancora senso?
La demonizzazione andata in atto negli ultimi dieci anni contro le automobili alimentate a gasolio ha “tagliato le gambe” alle vendite, che in Italia erano a dir poco alle stelle fino agli anni ’10.
Se, infatti, l’Europa è sempre stata un’avida consumatrice di auto a gasolio, l’Italia è stata per anni la patria del Diesel. Vent’anni fa, nel 2005, il gasolio raggiunse una quota di mercato record del 58,13%, e nel 2016, meno di 10 anni fa, il 57,4% delle vetture vendute nel Bel Paese erano Diesel. Oggi i dati sono ben diversi, con un declino ben visibile e riscontrabile anche su strada. Il Diesel, allora, è finito? Ha ancora senso acquistare un’auto Diesel? Scopriamolo insieme, analizzando le vendite, i modelli attualmente sul mercato e il futuro dell’automobile alimentata a gasolio.
Dopo decenni di superbollo, tasse aggiuntive e limitazioni alla diffusione del gasolio, tra gli anni ’90 e i ’00 il Diesel è letteralmente esploso in Italia, arrivando presto ad una situazione di netto monopolio. Nel 2000, infatti, secondo i dati UNRAE i motori Diesel coprivano già il 33,8% del mercato, mentre solo quattro anni dopo, nel 2004, il Diesel ha conquistato un monopolio destinato a durare, ad esclusione degli anni degli ecoincentivi 2009 e 2010, per oltre un decennio.
Fino al 2018, infatti, l’automobile Diesel rappresentava la scelta prediletta di metà degli acquirenti italiani. Il Dieselgate di Volkswagen, le crescenti crociate contro i motori a gasolio nelle grandi città e le preoccupazioni per le emissioni nocive (lecite, ma spesso contraddittorie rispetto ai dati reali di inquinamento da quando i Diesel sono stati progressivamente abbandonati) hanno segnato un declino inesorabile dell’amato gasolio.
I dati aggiornati al 2024, infatti, parlano di una quota di mercato ormai risibile rispetto ai fasti di pochi anni fa. Secondo UNRAE, il 2024 ha visto l’immatricolazione di 218.542 automobili Diesel, per una quota di mercato del 13,9%. Rispetto al 2014, il numero è sceso di oltre il 40%. Si tratta di numeri davvero ridotti, che segnano il passo rispetto all’alimentazione a benzina, che oggi ha una quota del 29,0%, ma anche delle motorizzazioni ibride, regine in Italia con il 40,2%.
Le Diesel “pure”, però, non sono le uniche vetture alimentate a gasolio vendute sul mercato del nuovo in Italia. Proprio tra le ibride, però, si nascondono i Diesel Mild Hybrid, che non sono assimilati nelle vendite alle vetture completamente a gasolio ma, a livello tecnico, sono sostanzialmente identiche. C’è poi un’altra tecnologia che utilizza il Diesel, ovvero le Plug-In Hybrid a gasolio, che uniscono l’efficienza del motore a gasolio con un’elettrificazione più spinta.
Le Diesel Mild Hybrid, in Italia, contano per il 5,6% del mercato totale, una percentuale in crescita rispetto al 5,1% del 2023. A queste, infine, è necessario aggiungere anche le Plug-In Hybrid con motore Diesel (unicamente prodotte da Mercedes-Benz) che, sebbene commercializzate in quantità ridotte, aggiungono uno 0,2% al totale. Andando così a calcolare l’intero parco circolante delle nuove vetture Diesel, arriviamo ad una quota di mercato del 19,7%.
Il calcolo, di qui, è molto semplice: nonostante i proclami, la demonizzazione e l’effettivo e drastico calo delle vendite, in Italia un’auto nuova su 5 è ancora alimentata a gasolio. Come mai? I motivi sono piuttosto semplici. Per alcune persone e per determinati utilizzi, il Diesel è ancora imbattibile. Non scenderemo nel dettaglio delle emissioni, un argomento caldo e sul quale ci sarebbe tanto da dire, a cominciare dalla necessità di smettere di demonizzare il Diesel come il “carburante peggiore” quando, dati alla mano, i livelli di CO2, polveri sottili e altri inquinanti sono in linea, se non spesso inferiori, rispetto agli equivalenti motori a benzina.
Parliamo invece delle caratteristiche intrinseche del motore a gasolio, e i suoi indubbi punti di forza. Il periodo tra il 2005 e il 2018, infatti, è stato caratterizzato da un acquisto quasi sconsiderato e inconsapevole del motore a gasolio, acquistato da chiunque necessitasse di un’automobile senza considerare le proprie esigenze. I motori Diesel più moderni, infatti, non sono a loro agio in città, dove le rigenerazioni dei vari filtri possono creare problemi, e per via del costo di sviluppo dei sofisticati propulsori common-rail hanno un sovrapprezzo piuttosto generoso che va ammortizzato nel tempo.
Se, invece, si vogliono percorrere centinaia di chilometri, il motore a gasolio è ancora l’unica scelta possibile. I moderni motori Diesel hanno dei consumi davvero ridotti a velocità autostradali, che li rendono perfetti per flotte, rappresentanti e, in generale, per chi deve fare almeno 150 km al giorno in strade ad alto scorrimento. Anche nelle lunghe percorrenze su statali ed extraurbane i Diesel ottengono anche oggi consumi superiori persino a molte ibride, confermandosi ideali per chi fa tanti km, almeno 25.000, in un anno.
La loro coppia motrice, intrinsecamente superiore a parità di potenza rispetto ai propulsori a benzina, e costante nell’utilizzo rispetto alle ibride, li rende i propulsori ideali per chi viaggia a pieno carico, con un aumento di prestazioni che va di pari passo con la piacevolezza di viaggio e, non va dimenticato, di una riduzione dei consumi (poiché l’auto non si “sforza” per raggiungere le velocità desiderate).
Nonostante, quindi, le auto Diesel siano state definite “il passato”, ci sono ancora molti clienti che desiderano e necessitano un’automobile a gasolio. Chi percorre almeno 20.000 km ogni anno, chi fa tanti chilometri in autostrada o chi ha bisogno di grande coppia motrice, ha nei motori a gasolio un valido alleato per ridurre consumi, costi di gestione e preoccupazioni.
Per la coppia e il vigore che sanno ancora dare, i motori a gasolio sono principalmente presenti nei segmenti più alti, dai modelli medi a quelli grandi. Quasi tutte le citycar e utilitarie, infatti, hanno abbandonato il Diesel, con anche i B-SUV ormai lontani dal gasolio. Da questa considerazione, nasce spontanea una domanda: quali sono i modelli di auto Diesel ancora sul mercato?
Per il mercato italiano, a spingere forte sulle motorizzazioni a gasolio sono i marchi tedeschi. Che si tratti di una versione Diesel o Mild Hybrid, ad avere almeno un motore Diesel sono tutti (o quasi) i modelli Audi, BMW, Mercedes-Benz e Volkswagen. Anche gli altri brand del Gruppo VAG offrono proposte a gasolio come SEAT, Skoda e Cupra, mentre nel Gruppo Stellantis i modelli medi e grandi hanno ancora offerte a gasolio, come la Citroen C5 Aircross, le Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Tonale e le Peugeot 308 e Opel Astra.
In generale, la tendenza è di offrire il Diesel a prezzi di almeno 30.000 euro per le compatte di Segmento C, mentre l’offerta diventa più generosa superando il muro dei 40.000 euro. Nonostante ciò, ci sono alcune automobili che permettono di avere un Diesel a prezzi leggermente inferiori. Se, ad esempio, Hyundai/Kia offre il suo Diesel Mild Hybrid sulle sue medie come Tucson o Sportage, ci sono alcune proposte a gasolio ben sotto i 30.000 euro. Le più economiche? La Renault Clio, unica compatta di Segmento B offerta con il classico 1.5 dCi a 20.200 euro, e la FIAT Tipo, l’auto Diesel più economica d’Italia, che in versione 1.6 Multijet 130 CV e quattro porte parte da 17.950 euro.
Nonostante, quindi, il Diesel abbia passato un quinquennio difficile, il trend sembra stabile, se non addirittura in ascesa. Nonostante, infatti, tra il 2023 e il 2024 le auto Diesel abbiano perso quasi il 4% di quota di mercato, il futuro sembra in leggera risalita per il gasolio. Se in passato compravano Diesel anche coloro che non lo necessitavano davvero, oggi la domanda è fatta da chi ha bisogno dei punti di forza di questa alimentazione.
Certo, il Diesel non è perfetto. I motori a ciclo Diesel più ruvido, più rumoroso, meno raffinato e meno sportivo, e vista la complessità dei motori la manutenzione è più costosa di un equivalente motore a benzina, soprattutto in caso di manutenzione straordinaria. Chi necessita delle caratteristiche positive del Diesel, però, tutto questo lo sa, e per certe situazioni il gasolio è assolutamente indispensabile.
In più, tanti modelli che in passato ebbero successo con il Diesel e ora sono passati alle motorizzazioni benzina o, in molti casi, ad un elettrificazione media (Full e Plug-In Hybrid) o totale (Full Electric) stanno tornando sui propri passi. Kia, ad esempio, con il restyling della Sorento ha riportato il motore 2.2 CRDi turbodiesel, affiancandolo ai motori Full e Plug-In Hybrid. FIAT, invece, ha riportato sul mercato la Tipo 1.6 Multijet, mentre pare che Stellantis sia pronta a far tornare il 2.0 HDi sul mercato, per affiancare le altre motorizzazioni elettrificate.
Oltre a questi inattesi ritorni, poi, non possiamo dimenticare l’importanza in questa questione dei biocarburanti. Se il Diesel sintetico è ancora in fase di studio, l’Italia è uno dei Paesi leader nella produzione di biodiesel, noto anche come HVO. Questo gasolio ricavato dagli scarti della produzione vegetale riduce emissioni, impatto ambientale e permette di avere una fonte di energia, sebbene non rinnovabile, decisamente meno pesante sull’ambiente.
Nel 2025, del resto, ci sono stati diversi modelli di nuova concezione (come, ad esempio, le nuove BMW Serie 1 e Serie 5, la rinnovata Audi Q5 o la Mazda CX-80) che nel Diesel credono e puntano ancora. Che i prossimi anni possano segnare la stabilità per il Diesel, o addirittura un ritorno quantomai inatteso del gasolio?
Concludiamo, quindi, rispondendo alla domanda posta nel titolo: ha ancora senso comprare un Diesel? La risposta è: si, ma dipende. Se fate tanti chilometri, magari tutti in autostrada o ad alto scorrimento, il motore a gasolio è ancora la scelta migliore. Per rapporto tra vigore e consumi, capacità di carico e anche emissioni, che ne dicano i detrattori, il motore Diesel ha ancora tanto senso, talvolta rappresentando la scelta obbligata e più adatta. Non è per tutti, è vero, ma in realtà non lo è mai stato.
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