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Auto con targa estera: guidarla in Italia è legale?

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Nel 2012 è stata introdotta una delle tasse più inique – e comunque più impopolari – della storia dell’automobile in Italia, il Superbollo. Da quel momento in poi, principalmente a causa di questa manovra, sono letteralmente esplosi i noleggi e i leasing di auto con targa estera.

Il Superbollo: perché?

D’altronde 20 euro di spesa in più per ogni kilowatt sopra i 185 (cioè 251 cavalli) è una cifra che ancora oggi molti appassionati non riescono a spiegarsi. Se facciamo un rapido calcolo, per un’auto nuova con 400 cavalli, come le moderne segmento C supersportive (auto da circa 50.000 euro di listino), oltre al classico bollo da più di 900 euro annuali, bisognerà aggiungere circa 2.000 euro all’anno, per un totale di quasi 3.000 euro. Tenendo ipoteticamente quest’auto per 5 anni, il cliente si ritroverà a pagare in totale circa 15.000 euro in tasse, pari a poco meno di un terzo del prezzo di acquisto, senza considerare passaggio di proprietà, carburante e assicurazione.

Voi penserete che magari è valsa la pena questa manovra restrittiva nei confronti dei beni di lusso come le automobili potenti, ma i dati dicono il contrario. Anziché i 168 milioni di euro di gettito fiscale, il dato finale ha visto un risultato di circa un terzo nel 2012, ulteriormente sceso negli anni a seguire, senza calcolare l’effetto collaterale della crisi del settore italiano, con l’esportazione che è diventata l’unica soluzione redditizia.

Quindi si può o non si può guidare un’auto con targa estera?

Questo tipo di transazione, che porta gli utenti a guidare in Italia un’auto immatricolata fuori dal nostro paese, è legale? Proviamo a rispondere.

Sono circa 5 milioni le vetture con targa estera che girano in Italia e il fenomeno è in costante aumento. A causa di una legge con qualche “buco”, tra chi lo fa per risparmiare o per evitare l’infinita burocrazia italiana, chi per evadere e chi solamente per evitare le multe, non c’è molta differenza. L’unica risposta è che si può fare legalmente, ma non per tutte le formule.

Attenzione quindi alle diverse possibilità. Se un italiano residente in Italia acquista (o vende, fa immatricolare e poi ricompra) un’auto all’estero, secondo la legge, ha un anno di tempo per effettuare l’immatricolazione italiana, quindi, a parte il lasso di tempo necessario per espletare le pratiche necessarie, le tasse si verseranno per intero nelle casse del nostro Stato.

Anche per quanto riguarda il leasing, una delle pratiche più diffuse in precedenza, la legge dice, secondo le ultime normative, che in tempi brevi bisogna far si che il soggetto che ha stipulato il contratto deve regolarizzare la situazione relativa alla propria auto con targa estera (60 giorni per la segnalazione al PRA e 12 mesi per essere ritargata) nei confronti dello Stato italiano. La questione però è molto “fumosa” e in continuo aggiornamento, quindi non si possono tirare somme definitive.

L’unica formula che, a quanto pare, assicura di non avere problematiche in sede italiana è il noleggio a lungo termine di un’auto straniera, ad esempio la Germania, effettuato da una società che ha sede unicamente nello stesso paese dell’auto. In quel caso, all’auto con libretto e normative di quello stesso paese, si abbina un regolare contratto al cliente, che non necessita di alcuna ulteriore modifica o registrazione. Nel caso si venga fermati dalle forze dell’ordine basta l’esibizione del libretto di circolazione e del contratto di noleggio. A differenza del nostro paese, inoltre, i requisiti sono molto meno stringenti, poiché non ci sono indagini a livello di affidabilità finanziaria (come avviene per le aziende con meno di 3 anni di vita), ma basta pagare in maniera puntuale.

Infine, il capitolo multe e la questione incidenti. In caso di incidenti provocati da veicoli immatricolati all’estero la pratica è tutto sommato abbastanza semplice, grazie all’Uci, Ufficio nazionale di assicurazione per l’Italia, che provvede a fare da collegamento con l’assicurazione all’estero. Chi pensava, invece, di utilizzare un’auto con targa estera e non ricevere multe, l’Unione Europea si sta aggiornando continuamente per eliminare questo gap che ad oggi non permette quasi mai la notifica delle multe prese in Italia al paese di immatricolazione della vettura e alla società proprietaria della stessa.

La situazione è cambiata in questi giorni con il nuovo Decreto Legge Sicurezza targato Salvini, che complica ulteriormente la vita a chi circola con la targa estera. In questo articolo dedicato alle targhe estere, la nuova normativa.

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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