Con l’avvio concreto del conflitto tra Russia ed Ucraina sono saliti alle stelle i prezzi delle materie presenti sui mercati energetici. È quindi inevitabile interrogarsi sull’evoluzione nei prossimi giorni del quadro economico internazionale. Tutti si chiedono se il petrolio aumenterà ulteriormente e, di conseguenza, anche il già esoso prezzo dei carburanti che ha mobilitato gli autotrasportatori in uno sciopero che non accenna a finire. Alcuni tabelloni attribuiscono alla benzina un prezzo superiore ai 2 euro al litro, e la guerra è scoppiata da poco più di 24 ore…
C’è da seguire le evoluzioni militari e diplomatiche per capire cosa possa accadere ai prezzi di carburanti, gas, petrolio ed anche alcuni alimenti. Sugli scenari possibili è intervenuto Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, il quale ha detto: “Se ci sarà un allentamento delle tensioni dopo questa prima fase, com’è ancora possibile, i flussi del gas e del petrolio non s’interromperanno e questo dovrebbe portare a una stabilizzazione dei prezzi sugli alti livelli attuali. Lo scenario peggiore, cioè quello di un conflitto esteso che porti ad una interruzione dei flussi dalla Russia, si tradurrebbe invece in un disastro, con prezzi doppi rispetto a quelli attuali. Benzina e gasolio schizzerebbero verso 2,50 o 3 euro al litro, precipitandoci quindi in una situazione simile a quella dei primi anni ‘70. Il pericolo è grave, perché un embargo od un’interruzione delle forniture rischierebbero di lasciare il mondo a corto non solo di fonti energetiche, ma anche di farina, visto che da Russia e Ucraina arriva il 30% del grano che consumiamo. Il petrolio schizzerebbe a quotazioni insostenibili anche per gli Stati Uniti. Le prime forniture a soffrire sarebbero comunque quelle del gas, perché i tubi passano proprio dall’Ucraina e potrebbero venire danneggiati dal conflitto, con il rischio (in questo caso fisico e non politico) d’interruzione del flusso”.
Stando a quanto ipotizzato da Tabarelli, ci attenderebbe un quadro da austerity con contraccolpi pesantissimi sulla mobilità e sulla ripresa economica post-pandemia.
Ci sarebbero delle ritorsioni a recitare un ruolo da protagonista in questo conflitto bellico. Di fronte ad un attacco prolungato da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina, i Paesi occidentali potrebbero infliggere importantissime sanzioni al governo russo, come un embargo di tutte le materie prime importate dalla Russia.
Anche lo stesso premier Putin potrebbe decidere d’interrompere le forniture, mettendo in crisi una parte importante delle nostre economie. Inoltre è stato “congelato” il nuovo gasdotto Nord Stream 2, che pure era pronto alla partenza. Al suo fianco c’è il Nord Stream 1, in funzione ormai da undici anni, che arriva sino in Germania, ma che potrebbe venire temporaneamente disattivato per ragioni politiche.
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