Nel mondo del fuoristrada parmense, Umberto Guareschi è un’istituzione: apprendista meccanico già all’età di dodici anni, nel 1970 si appassiona al motocross e nella sua officina di Trecasali, allestisce un cinquantino con motore Minarelli che battezza ‘Topo’ in contrapposizione al ‘Gatto’ di Giorgio Rivara, un altro preparatore locale.
Il pilota Luigi Zanardi in sella al ‘Topo’ a volte in fuga, a volte all’inseguimento del ‘Gatto’, scorrazza per le piste del parmense e dintorni poi decide di passare alla classe 125.
Per questo Guareschi prepara una Special con telaio e serbatoio autocostruiti, spinta da motore Beta equipaggiata con freni a disco meccanici su entrambe le ruote, una vera novità per quei tempi.
Zanardi parte per il servizio militare e sul finire del 1975 al suo ritorno, trova Guareschi intento ad assistere in officina e sulle piste un gruppo di amici che corrono con le TGM 125, ma nonostante questo ed altri impegni, il preparatore parmense, trova il tempo per allestire una nuova special, sempre con motore Beta, questa volta inserito in un telaio TGM, la moto che vedete nelle immagini che accompagnano queste note. O meglio, questa non è l’originale costruita a fine ’75, ma è una replica allestita ai giorni nostri da Aldo Lavezzini segretario del registro storico TGM sotto il diretto controllo di Umberto Guareschi e presentata in pubblico in occasione della festa organizzata per l’ottantesimo compleanno del preparatore.
Il telaio è un classico doppia culla che la TGM ha utilizzato per il modello cross 125 1975, così come il serbatoio in vetroresina è tale e quale a quello montato sulle moto parmigiane.
Per il reparto sospensioni sono state scelte forcelle Ceriani con steli da 32 mm e ammortizzatori Marzocchi AG 1, componenti di provata e indiscussa qualità come lo sono anche le leve Tommaselli e il comando del gas Magura montati su un manubrio di ampie dimensioni proprio come era solito usare all’epoca.
Il motore è la classica unità di 125 cc montata sui modelli da regolarità della Casa fiorentina nella versione ancora con cambio a cinque marce. Si tratta di un propulsore “quadro” con misure di alesaggio e corsa di 54 x 54 mm pari ad una cilindrata esatta di 123,6 cc, alimentato da un carburatore Dell’Orto PHB 32 A e dotato di accensione elettronica Dansi che fu scelto per le sue performanti prestazioni, dopo la preparazione, dimostrate all’epoca nelle competizioni di kart.
Ma la parte più interessante di questa special che non a caso abbiamo lasciato per ultima è quella dell’impianto frenante che con molto anticipo… anticipa quello che anni dopo sarà la normalità sulle moto da cross: freni a disco sia all’anteriore che al posteriore.
Chiaramente c’è una grossa diversità, nel nostro caso le pinze sono azionate meccanicamente; all’anteriore da un comune filo e al posteriore da un’asta rigida, inoltre le grandi dimensioni dei dischi (330 millimetri sia all’anteriore che al posteriore) fanno un po’ sorridere mettendoli a confronto con quelli odierni, ma va ascritto a Guareschi il merito di aver voluto sperimentare senza paura e di avere un ottimo grado di manualità visto che realizzò personalmente sia i dischi che i mozzi.
Sia Guareschi che Zanardi, ricordano che la messa a punto dell’impianto frenante non fu facile, e la soluzione con i due dischi arrivò gradualmente dopo varie sperimentazioni sia in prove private che direttamente in gara.
Per completezza d’informazione va ricordato che alla fine degli anni ’70 Guareschi ha costruito altri cinquantini da cross, stavolta marchiati ‘Zar’ e negli anni Ottanta realizza una sessantina di ‘zarini’ minicross esportati anche in Belgio e in Olanda.
Ma non pensate che a causa dell’età il preparatore-costruttore si sia messo a riposo: giusto giusto nel 2017 ha realizzato un altro Zar che con Giuseppe Giansoldati ha vinto il Campionato Italiano d’epoca nella categoria Over 30 50 cc classe F1 aggiudicandosi quattro vittorie e due secondi posti su sei gare.
Testo Massimo Chierici – Foto M.Chierici e Foto Cucchi
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