Le vendite del Gruppo Volkswagen, dopo il dieselgate, non hanno subìto grandi tracolli, anzi, in Europa vanno a gonfie vele. In molti, soprattutto i non addetti al settore, pensano quindi che la tempesta sia passata e archiviata.
Purtroppo non è così. Se i consumatori hanno confermato la loro fiducia nel gruppo, facendolo tornare a superare nuovamente Toyota nelle vendite mondiali lo scorso ottobre con 7,61 milioni di auto vendute tra gennaio e settembre, è il lato finanziario a generare più di qualche pensiero al board guidato dal nuovo CEO Matthias Müller.
La multa da 14,7 miliardi di dollari negli USA è solo l’inizio di una serie di cause e risarcimenti che nei prossimi mesi giungeranno a sentenza, oltre ai costi dei richiami, che pesano, parecchio, sui bilanci del gruppo.
Per portare avanti il piano presentato a settembre dal nuovo CEO, quello che si basa su elettrificazione, guida autonoma e digitalizzazione, saranno necessari tagli di costi.
I primi a farne le spese sono stati i team impegnati nel Motorsport. La scorsa settimana Volkswagen ha annunciato l’abbandono del campionato WRC appena vinto per la quarta volta consecutiva, costruttori e piloti, nonostante le rassicurazioni a inizio stagione e uno sviluppo avanzato della nuova Polo R Plus 2017, che stava per essere omologata dalla FIA.
L’altro reparto Motorsport a farne le spese è stato quello di Audi impegnato nelle gare di endurance. Nonostante il progetto del Prototipo LMP1 fosse già completato si è deciso di abbandonare il campionato WEC.
Per Audi però si prospetta nel 2017 un debutto nella Formula E, che tanto sta attirando l’interesse delle altre case, Mercedes in primis, che dovrebbe debuttarvi l’anno successivo.
L’obiettivo del piano di “cost-cutting”, che verrà discusso nella riunione del board di sorveglianza il prossimo 18 novembre, sarebbe quello di tagliare 8 miliardi di euro l’anno, in tre anni.
Oltre al taglio dei costi legato al Motorsport, c’è anche il nodo dipendenti e investimenti.
Il lato più complicato da affrontare al momento è il nodo dipendenti. Nei piani di Müller ci sarebbe anche un taglio della manodopera in Germania che incontrerebbe però le resistenze del Consiglio di Sorveglianza, composto per metà da rappresentanti sindacali, cui si aggiungono due membri espressi dal Land della Sassonia, sede delle maggiori fabbriche del Gruppo.
Alcuni modelli, come le nuove Audi A3 e Q4 sarebbero invece in ritardo, a causa dello sviluppo di nuovi motori diesel.
Le nubi in casa Volkswagen, nonostante un’accelerazione delle vendite cui contribuirà la nuova Golf che sarà svelata questa settimana, sono tutt’altro che dissolte.
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