Gordon Murray, per chi ha qualche capello bianco, è una specie di dio greco, anche scorrendo le pagine dei libri di motorsport. I più giovani, forse, non lo conosceranno, ma dietro quell’opera d’arte chiamata McLaren F1 c’è proprio lui, il sudafricano classe 1946, orgoglioso come non mai della sua nuova creatura, la T.50.
Presto per chiamarle erede? Diremmo di no, visto che la GMA (Gordon Murray Automotive) T.50 è, dietro le sue forme apparentemente semplici, un connubio di soluzioni che la rendono una F1 (di qualche anno fa) con le ruote coperte. Partiamo dal motore: si tratta di un 4 litri V12 aspirato capace di raggiungere i 12.100 giri, rigorosamente endotermico, senza “additivi” ibridi, sviluppato da Cosworth; sviluppa 663 CV a 11.500 giri ma il picco di coppia arriva prima, a 9.000 giri. Un motore che va guidato…in alto.
Sei i rapporti del cambio manuale, con la trazione posteriore che aggiunge quella ciliegina sulla torta a una vettura che basterebbe anche già così, e invece…
Vi ricordate la Brabham? Era il 1978 e l’effetto suolo dominava in F1. Ecclestone, allora proprietario del team, spinse il suo progettista, un certo Gordon Murray a studiare una soluzione che potesse quanto meno permettere alla squadra di rispondere agli attacchi della Lotus 79, all’epoca la Mercedes schiacciasassi di oggi. Nacque così il concetto di fan car che permise a Lauda di dominare il Gran Premio di Svezia, l’unica gara corsa da una monoposto di F1 dotata di ventola, visto che questo sistema venne subito abolito.
A distanza di quarant’anni, la ventola torna protagonista. L’aerodinamica raffinata, infatti, è studiata per produrre più effetto suolo possibile ma stavolta la ventola è alimentata non meccanicamente (come fu per la Brabham) ma dalla rete elettrica a 48 Volt, grazie a un piccolo propulsore (ISG) collegato all’albero. Detto questo, ci sono poi le appendici mobili posteriori che, come sulla McLaren Speedtail, si alzano e abbassano in autonomia per migliorare l’assetto e la frenata.
Dall’abitacolo, poi, altro capolavoro, questo sì davvero ispirato alla McLaren F1 (una triposto sfalsata: guidatore davanti, posizione centrale, due posti laterali, sulla seconda fila, per i passeggeri) il pilota, alla cui destra si trova un cambio a 6 rapporti, manuale, con innesti ad H, potrà scegliere la modalità di guida High Downforce, quella che attiva la ventola e di conseguenza la deportanza, la Streamline, che al contrario riduce al minimo lo schiacciamento a terra per puntare ai record di velocità e la Test, che, a vettura ferma, dà una chiara dimostrazione del concetto di aerodinamica attiva. La Vmax, invece, sua omologa, utilizza anche il piccolo motore elettrico di cui sopra per raggiungere lo stesso scopo.
La GMA T.50, tra l’altro, è lunga solo 4,35 metri, per un peso, e qui si inizia a fare sul serio, di 957 chilogrammi. Basta osservare la pedaliera per capire come si è riuscito a contenere il peso sotto i 1.000 chilogrammi, a tutto vantaggio, ma sembra quasi superfluo dirlo, del divertimento.
La Gordon Murray Automotive T.50 verrà prodotta in 100 esemplari a partire dal 2022. Prezzo? Circa 2,36 milioni di sterline, non certo per tutti, ma siamo sicuri che tutte e 100 le T.50 andranno presto esaurite. Aston Martin Valkyrie, Koenigsegg Jesko e Mercedes-AMG One, non potrete più dormire sonni tranquilli.
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