Il Gran Premio di Montecarlo è il gioiello più prezioso della corona della Formula 1.
Croce e delizia di appassionati e puristi della disciplina questa gara è da annoverare senza alcun dubbio fra le gare più rappresentative e prestigiose del motorsport insieme alla 24h di Le Mans e alla 500 miglia di Indianapolis.
Ogni anno, immancabile, si riaccende il dibattito. Da una parte i tradizionalisti che vedono in questa gara un appuntamento irrinunciabile per onorare il vero spirito della Formula 1, la sua storia, la sua leggenda; dall’altra gli innovatori, che giudicano la corsa un’inutile e noiosa fila indiana di 78 giri, un anacronistico prezzo da pagare alla memoria della F1.
A qualunque delle due correnti si senta di appartenere (la distinzione è netta: bianco o nero, non ci sono mezze misure) i 3,3 km del tracciato monegasco sono indiscutibilmente affascinanti, e presentano una serie di difficoltà tecniche superiori a qualunque altro circuito del calendario. Tutti i grandi campioni hanno lasciato il loro sigillo a Montecarlo, per questo il sogno di ogni pilota è vincere qui: per il prestigio che ne deriva certo, ma anche per la cornice, che se non fa la gara, fa sicuramente il Gran Premio. Feste, yacht, luci, eventi e glamour rendono questo appuntamento il più esclusivo di tutti, tanto per chi lo vive dall’interno, quanto per chi lo sogna dall’esterno. 3.337 metri di curve (19) estreme sotto ogni punto di vista, sia per soluzioni tecniche adottate che per stile di guida: il raggio di sterzata incrementato per affrontare il tornante del Loewes, le mani che si incrociano, le prese d’aria maggiorate dei freni per dissipare il calore delle tante frenate (leggere ma continue) e della processione in fila indiana, il carico aerodinamico esasperato, solo per citarne alcune. Pista poco abrasiva per le gomme che offre scarso grip, in rapida evoluzione però durante il weekend.
Qui per la prima volta quest’anno Pirelli ha portato la mescola Ultrasoft provata finora solo durante i test invernali di Barcellona con temperature peraltro molto più basse su una pista completamente diversa per carico e usura; non particolarmente indicative dunque. Il tracciato è severo per la trasmissione, il cambio e i freni; la qualifica sarà fondamentale come sempre per partire dalle prime file ed evitare l’imbuto della prima curva, la St. Devote, peraltro unico potenziale punto di sorpasso durante la gara. Un sapiente uso delle strategie è l’unico altro elemento che può dare un buon risultato.
Giungiamo qui in una fase particolare del campionato. La sensazione è che si respiri da un lato aria di sfida e dall’altro di prova d’appello. Protagonista di entrambi gli scenari è la Ferrari: una macchina in difficoltà, vittima in apparenza designata della crescita Red Bull che punta al ruolo di seconda forza del campionato (presenta qui tra l’altro una nuova evoluzione del motore potenziato disponibile solo per Ricciardo), che fino a un mese fa sembrava appannaggio esclusivo delle Rosse. Mercedes sembra inarrivabile e punta in scioltezza ad una facile doppietta. Rosberg si deve confermare lepre imprendibile per il compagno Hamilton e riprendere la sua striscia di vittorie; l’inglese in cerca di riscatto dopo il pasticcio di Barcellona e del primo successo stagionale. Difficile prevedere un impedimento che possa ostacolare la cavalcata delle Frecce d’Argento verso la conquista della vittoria tranne forse la pioggia, attesa per domenica, che potrebbe movimentare gara e strategie.
Per le prime risposte dalla pista l’appuntamento è per oggi con le prove libere, il venerdì qui si riposa (come da tradizione), e poi il bagno di folla atteso nel weekend.
Seguiteci per il racconto della gara più patinata dell’anno sui nostri canali social da vostro inviato in pista, Stefano De Nicolo’.
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