Oggi, 8 marzo, è la Giornata Internazionale della donna. Per questo motivo Alfa Romeo si è spesa nel voler ricordare tutte coloro le quali hanno indossato nella lunga storia del Biscione i panni di pilota, donne capace di distinguersi nella storia secolare del brand.
Una carrellata che parte in realtà dal presente, fino agli albori della storia del Marchio di Arese, da subito impegnato nelle competizioni e da subito in grado di attrarre anche il gentil sesso nelle competizioni: un fascino irresistibile che, alla prova dei fatti, è durato fino ai giorni nostri.
Nata nel 1993 a Bogotà, in Colombia, Tatiana muove i suoi primi passi negli sport motoristici nel 2005, aggiudicandosi un campionato nazionale nella serie Easy Kart Pre-Junior. Appena tre anni più tardi diventa la prima donna a vincere la classe JICA del campionato Stars of Karting Divisione Est negli Stati Uniti. Nel 2017 Calderon viene nominata pilota di sviluppo per il team di Formula Uno Sauber. Un anno dopo, Sauber promuove Calderon a collaudatrice di F1 per Alfa Romeo Racing.
Nel 1992 la Vidali vinse il Campionato Italiano Turismo (Gruppo N) su un’Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde preparata dal neocostituito Reparto Corse del marchio. Indimenticabile anche la livrea totalmente gialla dell’Alfa Romeo 155 da lei guidata nel Campionato Italiano Superturismo CIS del 1994, che potete vedere in questa foto.
Dopo Maria Teresa de Filippis negli anni ’50, la seconda donna italiana a scendere in pista in una gara di Formula 1 – in ben 13 GP – fu Maria Grazia “Lella” Lombardi. Tra il 1982 e il 1984 partecipò al Campionato Europeo Turismo con l’Alfa Romeo GTV6 2.5 insieme ad Anna Cambiaghi, Giancarlo Naddeo, Giorgio Francia e Rinaldo Drovandi, contribuendo alla conquista di molteplici titoli. Resta l’unica donna pilota italiana a essere “andata a punti” durante una gara di Formula 1, il Gran Premio di Spagna 1975, interrotto anticipatamente.
Gli anni ’60 furono l’epoca dell’Alfa Romeo Giulia Sprint GTA, vettura memorabile per i risultati, le vittorie e l’importanza che ebbe nella storia di Alfa Romeo. Meno note sono invece le vicende dell’Alfa Romeo GTA-SA (sovralimentata). Preparata in dieci esemplari per il Gruppo 5, era dotata di due compressori centrifughi ad azionamento idraulico che aumentavano la sua potenza a 220 CV consentendole di arrivare a una velocità massima di 240 km/h. Pur raggiungendo prestazioni di punta, la GTA-SA presentava “un imprevedibile picco di potenza che interveniva all’improvviso e in modo inaspettato, rendendola difficile da governare in curva o in manovra” spiegava Teodoro Zeccoli, storico collaudatore di Autodelta. Chi seppe addomesticare meglio di chiunque questo mezzo irascibile, fu la giovane pilota belga Christine Beckers, che conquistò la vittoria a Houyet nel 1968 e ottenne ottimi risultati anche l’anno successivo a Condroz, ai “Tre Ponti”, a Herbeumont e a Zandvoort. Beckers non fu l’unica, tuttavia, a distinguersi con la GTA. L’Alfa Romeo 1300 Junior del team di Toine Hezemans fu portata agli onori dalla velocissima pilota olandese Liane Engeman, successivamente scelta dall’Alfa Romeo come modella.
Forse l’unica donna a conquistare un campionato mondiale su quattro ruote fu la romana Susanna “Susy” Raganelli, che nel 1966 si aggiudicò il Campionato del Mondo di karting classe 100 cm3 sconfiggendo Leif Engstrom e il grande Ronnie Peterson. Raganelli legò per sempre il suo nome ad Alfa Romeo concludendo la sua carriera al volante di una GTA, ma fu anche la prima in Italia ad acquistare una leggendaria Alfa Romeo 33 Stradale del 1967, prodotta in appena 12 esemplari.
Anche negli anni ’50 vi fu una donna pilota a raggiungere risultati di eccellenza al volante di diverse Alfa Romeo: la torinese Ada Pace. Nei suoi dieci anni di carriera, Pace si aggiudicò ben undici gare nazionali di velocità, sei nella categoria Turismo e cinque nella categoria Sport. Iscritta quasi sempre alle gare con lo pseudonimo di “Sayonara”, dovuto alla beffarda scritta che solitamente apponeva al posto della targa posteriore, raccolse i suoi successi più prestigiosi con l’Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce e l’Alfa Romeo Giulietta SZ, con cui nel 1958 riuscì ad aggiudicarsi la Trieste-Opicina.
Negli anni ’30 Alfa Romeo si affermò tra le principali protagoniste dell’automobilismo. Fu merito di vetture straordinarie, ma anche di piloti che entrarono nella leggenda: erano gli anni di Nuvolari, Varzi, Caracciola e Sommer. Quest’ultimo vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1932 al volante di un’Alfa Romeo 8C 2300, ma l’Alfa Romeo 6C 1750 SS dell’affascinante Odette Siko conquistò il quarto posto assoluto aggiudicandosi la categoria 2.0 litri. La giovane parigina Siko divenne presto una delle star del circuito, distinguendosi con la sua eleganza sia nel paddock che nelle prestazioni agonistiche, spesso in compagnia di un’altra pilota francese il cui destino attraversò più volte il percorso di Alfa Romeo: Hellè Nice.
Hellè-Nice, all’anagrafe Mariette Hèlène Delangle, era una modella, acrobata e ballerina. Nota per la sua personalità estroversa, Nice era in rapporti di amicizia con i Rothschild e i Bugatti. Gareggiò in Europa e in America e fu tra i primi piloti a esporre i marchi dei suoi sponsor sulla carrozzeria di una monoposto. Nel 1933 partecipò al Gran Premio d’Italia a Monza al volante della 8C 2300 Monza di sua proprietà: in quella tragica corsa tra l’altro persero la vita Campari, Borzacchini e Czaikowski. Nel 1936 vinse la Ladies Cup a Montecarlo e partecipò al Gran Premio di San Paolo in Brasile, dove fu vittima di un terribile incidente, da cui uscì miracolosamente viva dopo tre giorni di coma.
Gli anni della Scuderia Ferrari scrissero un capitolo fondamentale nella storia di Alfa Romeo. Tra i piloti del “Cavallino Rampante” vi era la comasca Anna Maria Peduzzi, moglie del pilota Franco Comotti, soprannominato il “Marocchino”. Dopo il debutto a bordo della sua Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport, acquistata dallo stesso Ferrari, Peduzzi corse quasi sempre da sola e solo saltuariamente con il marito. Nel 1934 vinse la Classe 1500 alla Mille Miglia e, nel dopoguerra, gareggiò con l’Alfa Romeo 1900 Sprint e l’Alfa Romeo Giulietta.
La capostipite delle donne pilota dell’Alfa Romeo fu la Baronessa Maria Antonietta d’Avanzo, che debuttò dopo la fine della prima guerra mondiale. Pioniera dell’automobilismo italiano, aviatrice e giornalista, d’Avanzo si piazzò al terzo posto con l’Alfa Romeo G1 sul circuito di Brescia nel 1921 e confermò il suo valore in numerose competizioni sfidando con formidabile grinta i migliori piloti dell’epoca, non ultimo un giovane Enzo Ferrari. La Baronessa d’Avanzo gareggiò fino agli anni ‘40 in svariate monoposto e competizioni, in tutti gli angoli del pianeta.
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