Il mitico Avvocato, Giovanni Agnelli detto Gianni, è sempre stato un grande protagonista dell’industria automobilistica italiana e internazionale sia durante il suo operato in Fiat, sia dopo la sua morte, come lascito e fonte d’ispirazione per le generazioni a venire. Da sempre uomo pieno di idee e il cui pensiero certamente non era mai banale.
Gianni Agnelli oltre ad essere il dirigente di una della case automobilistiche più grandi d’Europa, la Fiat, e una squadra calcistica come la Juventus, veniva spesso coinvolto a dire la sua sui temi più disparati, un particolare quando era in villeggiatura a Villar Perosa dove si trova Villa Agnelli e dove oggi riposa nella tomba di famiglia.
Nell’ottobre del 1972 il settimanale Le Point intervistò Pierre Dreyfus della Renault ed un giovane, Gianni Agnelli.
I temi dell’incontro? Indubbiamente molteplici, ad esempio il futuro delle grandi città “investite” dalle automobili, la voglia di un trasporto sempre più rapido, la proprietà dell’automobile, eravamo infatti in un periodo pre crisi petrolifera degli anni 70 che sarebbe arrivata di lì a poco.
Gianni Agnelli propose così la sua visione: «Le città antiche verranno conservate come centri storici, come musei, ma non saranno più abitate. Si abiterà nelle città nuove dove i problemi della circolazione saranno esaminati e risolti in partenza. A lunga scadenza, la proprietà dell’automobile sarà meno importante della sua utilizzazione. Non conta la gioia del possesso, ma il servizio. Se si considera il tempo durante il quale i cento milioni di macchine nel mondo sono ferme sì giunge ad un fantastico investimento perso».
Dreyfus affermò il suo parere, dicendo che le nuove città, costruite accanto alle antiche, sarebbero state concepite tenendo presente il problema dell’automobile. Tuttavia disse anche che non sarebbe stato giusto sacrificare i centri storici, né scoraggiare i desideri di coloro che amano l’automobile.
Di tutti questi discorsi, resta una realtà vera cinquant’anni dopo: le automobili stanno effettivamente ma lentamente abbandonando i centri storici, per via dell’inquinamento e delle norme che ne conseguono, oggi infatti per accedervi sono necessari permessi per la ZTL, vetture praticamente a zero emissioni, se non elettriche e di piccole dimensioni. Di contro però le periferie non hanno ottenuto la supremazia, e non sono state costruite in realtà tenendo troppo conto delle esigenze di mobilità a lungo termine, a pensarci bene sembra proprio non sia stato preso in considerazione.
Su una cosa, però, Gianni Agnelli potrebbe aver avuto ragione: l’auto di proprietà potrebbe essere destinata a non essere più la scelta preferita dagli automobilisti. Oggi l’auto, soprattutto se elettrica, costa tanto, è difficilmente utilizzabile nelle città, come sta accadendo per la ZTL di Milano, e le opportunità di noleggio sono sempre maggiori, si potrebbe forse dire che l’Enjoy, che utilizza le Fiat 500 Elettriche rosse, non sia frutto delle parole di Gianni Agnelli o che lui non sia stato una fonte d’ispirazione?
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