Per molti il nome Gerosa è associato ai veicoli a due e tre ruote da lavoro. Arrivarono prima dell’Ape 50 e risolsero i problemi di trasporto o di consegne di chi non aveva la patente.
La Società Angelo Gerosa, fondata nel 1953 con sede in via Solferino 65 a Brescia e stabilimento in località San Polo iniziò la sua attività di costruttore di moto con una serie di moto di 50, 125 e 175 cc con motore a due e quattro tempi. La 175 aveva la distribuzione ad albero a camme in testa.
Dal 1956 si dedicò alle cilindrate più piccole e a un motofurgoncino di 50 cc la cui portata era di 180 kg.
Negli anni ’60 al tre ruote fu affiancato il Folletto e il Ciclocarro 3R con il cambio a tre marce comandato da manopola al manubrio. Tutti col motore Minarelli.
Il Folletto ebbe un successo enorme. Credo tutti i motoappassionati un po’ attempati lo ricordino posteggiato fuori dai negozi, portapacchi davanti e dietro, pronto per andare a fare le consegne.
In quel periodo la produzione era di 50 unità settimanali, che per una piccola azienda con circa 20 dipendenti rappresentava un ottimo risultato.
Più che produzione era più corretto parlare di assemblaggio, poiché alla Gerosa la gran parte dei componenti arrivavano da fornitori esterni: Grimeca per i freni, Radaelli per i cerchi, Verlicchi per i telai, che però erano verniciati all’interno e poi tutti i piccoli accessori.
Alla fine degli anni ‘60 la Gerosa mise in catalogo anche una serie di fuoristrada, tutti di 50 cc, denominati Cross SS, Cross Corsa e Cross Corsa Speciale, tutti dotati del motore Minarelli P4.
Il Cross motorizzato Minarelli P4 del 1969 si collocava tra le tante piccole fuoristrada del periodo ma si distingueva per la forcella Ceriani e gli ammortizzatori Marzocchi regolabili, componenti che si trovavano solo sulle moto più sofisticate.
Un bel salto qualitativo avvenne nel 1973 con la versione motorizzata Zündapp 50, prodotto nelle versioni codice (col gruppo termico di piccole dimensioni e l’alettatura della testa radiale) oppure nella versione “Export”, ovvero senza il limite degli 1,5 CV di potenza e dei 40 orari, con il gruppo termico maggiorato e una potenza di 7 CV. Cambiano il telaio, più robusto, e il serbatoio.
Nello stesso periodo la Müller proponeva delle piccole regolarità dotate di motore Zündapp di 50, 100 e 125 cc che rappresentavano il sogno proibito di tanti appassionati.
La Gerosa costava meno, ma nonostante la stessa motorizzazione non aveva il fascino della Müller-Zündapp, che godevano anche di un rispettabile blasone sportivo.
La Gerosa, passata nel frattempo nelle mani del figlio del fondatore, Sergio, terminò l’attività nel 1984.
(Foto di Alberto Cervetti)
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