Siamo alle porte degli europei di calcio e sta andando in scena uno scontro che ha più il sapore di un match fatto di orgoglio patriottico che di contenuti oggettivi.
Stiamo parlando dello scontro tra FCA e la Germania che coinvolge dal Ministro dei Trasporti Tedesco ai quotidiani, sempre tedeschi.
Andiamo con ordine. All’indomani del dieselgate l’autorità dei trasporti tedesca KBA, su mandato del Governo di Angela Merkel, ha iniziato una serie di controlli su veicoli di diversi costruttori per verificare se anche questi utilizzassero o meno dispositivi per ridurre le emissioni durante il ciclo di omologazione.
Dai test è risultato che in Germania circolano 630.000 veicoli da richiamare per una discrepanza tra le emissioni durante un utilizzo reale e quelle dichiarate dal costruttore.
Tra questi ad esempio, hanno fatto notizia, Opel, relativamente alla Zafira 1.6 Cdti 136 cv e Fiat con la 500X equipaggiata con il 2.0 Multijet da 140 cavalli.
Entrambi i costruttori erano stati chiamati a un incontro con il Ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, la settima scorsa, per fornire spiegazioni sulle emissioni di ossido di azoto, il famoso NoX che abbiamo conosciuto con il dieselgate, le cui particelle nei modelli incriminati dalla KBA sarebbero molto al di sopra della realtà.
Per Opel si è presentato il numero uno della casa del fulmine, Karl-Thomas-Neumann, ammettendo che effettivamente il congegno volto a ridurre le emissioni, in determinate condizioni, viene spento, ma in buona fede, per preservare la durata del motore. Una sorta di legittima difesa, anche se alquanto discutibile. La KBA ha dato a Opel altre due settimane per fornire ulteriore spiegazioni e in seguito decidere se questa pratica è legale o meno.
FCA invece ha deciso di non presentarsi all’incontro, inviando una lettera nella quale giustifica la sua assenza con il fatto che spetta alle autorità italiane, paese nel quale è stata omologata la 500X, verificare se il modello rispetta o meno le norme vigenti in termini di emissioni.
Il modello in questione è accusato di spegnere il sistema di trattamento delle emissioni dopo 22 minuti, mentre il test di omologazione europea dura 20 minuti.
I tedeschi non l’hanno presa bene, accusando FCA di creare un precedente, dando un cattivo esempio. I quotidiani tedeschi hanno rincarato la dose con l’Handelsbaltt che ha invitato i tedeschi a “pensarci due volte prima di comprare una vettura del Gruppo”, per cui la Germania è il secondo maggiore mercato d’Europa dopo l’Italia.
La Bild, citando una fonte vicina al Ministro dei Trasporti Tedesco, ha riportato che nel caso più estremo, i tedeschi sarebbero pronti a bloccare le vendite del modello incriminato, cosa che invece non è successa con modelli del Gruppo Volkswagen.
La legge, tecnicamente, è dalla parte di FCA, perché la verifica delle emissioni va fatta dalle due autorità di omologazione italiane.
Gli europei non sono ancora iniziati. La rivalità automobilistica, sì.
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