C’è un misto di emozione e commozione, nella voce di Sebastian Vettel al termine del Gran Premio d’Ungheria. La gioia e la felicità per una vittoria conquistata in maniera autorevole e la voce tremula nel ricordare quel Jules Bianchi che per la Scuderia Ferrari rappresentava il futuro, la stella più luminosa del programma giovani e che troppo presto si è spenta.
La gara in Ungheria è stata emozionante, incerta e molto movimentata. Al via le due Mercedes pasticciano e ne approfittano subito le due Ferrari che si portano in testa con Vettel e Raikkonen, mentre Hamilton finisce fuori pista nel tentativo di attaccare Rosberg e precipita al decimo posto.
A questo punto le Ferrari possono dettare il passo e incredibilmente riescono a crearsi un piccolo gap e a gestirlo fino alla prima sosta. A sorpresa Rosberg monta le gomme medie mentre le Ferrari continuano su gomma soft, condizione che permette a Sebastian di guadagnare oltre 20 secondi su Rosberg. Al 41° giro Kimi comunica al box di avere una perdita di potenza alla power unit. Dopo due giri Hülkenberg perde l’ala anteriore e va a sbattere contro le barriere: virtual safety car e poi safety car vera. Tutti ai box: i due ferraristi passano sulle medie, così come Hamilton e a sorpresa Rosberg. A questo punto i distacchi si azzerano e per i ferraristi si preannuncia un finale di gara difficile.
Alla ripartenza della gara Rosberg passa subito Raikkonen e si porta al 2° posto. Hamilton invece continua a pasticciare, va lungo in frenata e si tocca con Ricciardo: l’inglese deve rientrare al box per cambiare il muso, mentre l’australiano, così come il compagno di squadra Kvyat su gomma soft, iniziano a credere alla vittoria.
Raikkonen alla fine sarà costretto al ritiro per problemi all’MGU-K che non si riescono a risolvere neanche con un reset.
Vettel è primo e continua con il suo show soprattutto nel secondo settore dove riesce sempre a tenere a distanza Rosberg che è rapidissimo nel settore 1, ma che non riesce quasi mai ad andare sotto al secondo per attivare il DRS. Nel finale Ricciardo prova il tutto per tutto e si scontra con Rosberg nel tentativo di passarlo, Nico fora ed è costretto a rientrare ai box, così come Ricciardo che dovrà sostituire il muso. E così Vettel va a vincere in scioltezza davanti a Kvyat e Ricciardo, mentre Hamilton ne approfitta chiudendo al sesto posto con Rosberg ottavo.
Gara spettacolare anche di Verstappen su Toro Rosso, 4° al traguardo e splendida prova anche di Alonso quinto e Button nono, entrambi a punti.
Analizzando i dati è evidente che le Ferrari hanno costruito un piccolo miracolo sportivo e senza i guai di Kimi si sarebbe potuta festeggiare una doppietta. La cosa sorprendente è che in un circuito di alto carico, abbiamo visto un comportamento delle gomme posteriori della Ferrari davvero eccellente, unito ad una costanza nei tempi sul giro – soprattutto Sebastian – incredibile.
Certo, Hamilton con pista libera ha dimostrato di essere il più veloce e la sensazione è che con una partenza perfetta avrebbe vinto agevolmente la gara, così come la scelta nel finale di Rosberg di rimontare gomme medie è parsa strana visti i tempi alti ottenuti dal tedesco. È molto probabile che se Nico avesse scelto le gomme più morbide avrebbe attaccato e superato la Ferrari e vinto la corsa. Altro dato di fatto è che in un circuito dove la potenza pura del motore conta relativamente, abbiamo rivisto le RedBull entrambe a podio e le McLaren a punti, a dimostrazione che la parte telaistica di questi due team è di assoluto valore. Sparite dai radar invece le Williams che evidentemente continuano a soffrire troppo i circuiti che richiedono tanta deportanza.
Prossimo appuntamento dopo le vacanze estive in Belgio a Spa Francorchamps.
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