Al termine del GP Australia, Sebastian Vettel al suo muretto box oltre a ringraziare tutta la squadra, i tecnici e chi lavora a Maranello ha detto la parola “calma”.
Perché dopo un inverno di silenzi, di testa bassa e lavorare, finalmente a Maranello qualcuno qualche sassolino dalla scarpa ha potuto toglierselo.
Perché dopo un 2016 disastroso, la nuova stagione è iniziata con una vittoria ed una prima fila in qualifica a soli 0,268 secondi da Hamilton. Un sogno per chi per tutto l’inverno non ha fatto altro che sentire e leggere da siti, giornalisti e insider più o meno informati, quanto anche quest’anno ci sarebbe stato da penare.
Si parlava addirittura ancor prima che le monoposto fossero svelate, di una Ferrari indietro, con una versione B della monoposto già in cantiere che avrebbe debuttato non prima dei primi appuntamenti europei. Perché la scelta della Casa di Maranello di puntare ad una vettura a passo corto, rispetto alla soluzione a passo lungo della Mercedes era stato un errore di valutazione a cui con colpevole ritardo i tecnici Ferrari stavano ponendo rimedio.
Poi sono arrivati i test di Barcellona, dove oltre ad una buona affidabilità generale, sembravano essere arrivate anche alcune risposte confortanti dal cronometro.
E da lì sono partiti i primi timidi apprezzamenti, i primi commenti ad una vettura che era “nata bene”. Insomma il festival dell’incoerenza.
Per cui dove sta la verità? Limitandoci ai fatti la vittoria nel GP Australia della Ferrari è stata bella, netta e convincente. A titolo di esempio pure nel 2016 la Ferrari rischio di vincere il primo appuntamento, ma lì i distacchi, soprattutto in qualifica, non facevano presagire nulla di buono.
Pertanto se non consideriamo la mancata vittoria del GP Australia, probabilmente dovuta ad una gestione non perfetta del primo stint su gomme ultrasoft di Hamilton, la Mercedes come un’ottima monoposto, è evidente che le parole di Vettel e dell’ambiente ferrarista che professano appunto calma, siano la risposta migliore. Perché non era tutto da buttare prima, e non è tutto perfetto ora.
Qualcosa di più veritiero lo scopriremo già dal prossimo appuntamento in Cina, anche perché ed è inutile negarlo il vero problema della Ferrari negli ultimi anni è stato quello di non essere mai riuscita a migliorare molto la monoposto nel corso della stagione.
Basti pensare alla situazione della Red Bull nel 2016, che chiuse davanti proprio alla Ferrari il campionato costruttori e che nella scorsa gara inaugurale, sempre il GP Australia, con Ricciardo chiuse quarta, ma a 24 secondi dal vincitore e con Kvyat non riuscì nemmeno ad iniziare la gara.
Per cui ancora una volta calma e aspettiamo i risultati, perché di parole, spesso a vanvera, sulla Ferrari, nell’inverno ne abbiamo sentite fin troppe.
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