Rosberg vince sul circuito cittadino di Baku dominando la gara dall’inizio alla fine; secondo Sebastian Vettel che rifiuta la strategia della squadra e opta per una sola sosta. Terzo dopo l’ottima qualifica di ieri Sergio Perez che guadagna il podio superando Kimi Raikkonen all’ultimo giro. Problemi per Hamilton, attardato da problemi di natura elettronica alle mappature del motore che chiude quinto.
Doveva essere la gara più pazza e imprevedibile del recente passato; è stata invece una delle più lineari e da sbadigli che si ricordino. Nessuna safety car, nemmeno virtuale. Nessun incidente, scontro, tamponamento. Niente di niente. Questa edizione del Gran Premio d’Europa verrà ricordata come l’emblema della Formula Sicura e della guida pulita.
Nel trambusto che tutti aspettavano e invece non c’è stato, Rosberg vince la quinta gara stagionale senza che nessuno lo impensierisca nemmeno per un momento optando per una strategia di una sola sosta passando da supersoft a soft.
La Ferrari invece marca stretto Ricciardo, partito secondo, che si ferma per la sosta al giro 7 puntando sulle due soste. Richiamato, Vettel si oppone alla decisione, giudicando le gomme ancora in grado di reggere parecchi giri. É la mossa che gli vale il secondo posto, perchè Ricciardo finirà invece settimo risucchiato in mezzo al gruppo. A podio assieme ai due tedeschi finisce il messicano Perez, abilissimo nel rimontare Kimi Raikkonen (che aveva lasciato strada al compagno dopo il pit stop) e a sorpassarlo sul rettilineo più breve della pista durante l’ultimo giro. Il finlandese rimedia anche una penalità di 5 secondi per avere tagliato la linea bianca di ingresso in corsia box, errore dettato dalla bagarre delle fasi iniziali e forse da un pizzico di disattenzione.
Difficile la gara di Lewis Hamilton che, partito dalla decima posizione dopo l’errore di ieri in qualifica, fatica fin da subito a recuperare posizioni, al contrario di quanto solitamente ha mostrato in occasioni analoghe. La spiegazione salterà fuori poco più avanti durante un colorito dialogo via radio con il suo ingegnere di pista e riguarda le mappature del motore che i piloti possono selezionare con il loro magico manettino sul volante. Il pilota inglese chiude dunque al quinto posto una gara anonima senza mai impensierire quelli davanti a lui.
Il Gran Premio si risolve negli episodi che sono mancati; abbiamo avuto meno incidenti di molte gare tradizionali, e persino coloro che si sono ritirati come Sainz e Wehrlein l’hanno fatto nel modo più pulito sicuro possibile. Neanche a farlo apposta.
Il weekend azero si chiude così per la Ferrari con un altro secondo posto, ennesimo di una lunga serie questa volta dal sapore più dolce di quello di Montrèal. Il podio di oggi infatti regala un recupero consistente sul ritardo accumulato venerdì e sabato che certo non basta perchè con i soli piazzamenti, per quanto costanti, non si vincono i campionati. Per lo meno non contro questo mostro a quattro ruote marchiato Mercedes che dimostra talvolta segni di cedimento (anche mentale dei piloti) ma è sempre davanti e dannatamente veloce. Sergio Marchionne, apparso a sorpresa oggi a Baku, ha dichiarato di credere ancora nella vittoria del campionato: resta un mistero come conquistare più vittorie della Mercedes nelle restanti tredici gare senza averne raccolta nemmeno una nelle prime otto. Questo sarà quanto dovranno discutere i dirigenti e i tecnici per recuperare terreno e conquistare la vittoria fondamentale per il morale della squadra. ‘Il motore è la nostra forza’ ha detto Arrivabene dopo la gara, e gli crediamo: la macchina ha recuperato potenza e affidabilità, e per questo la base è sicuramente buona, ma occorre lavorare su telaio e aerodinamica perchè anche qui a Baku si è fatto un lavoro misto all’anteriore portando delle novità salvo poi ritornare indietro alla soluzione precedente. Questo denota una certa incertezza nonchè indecisione su dove effettivamente operare e sviluppare.
Con la vittoria di oggi e il ritardo di Hamilton, Rosberg allunga in classifica a 141 punti davanti a Hamilton a 117. Seguono Vettel (96), Raikkonen (81) e Ricciardo (78).
Il weekend della Formula 1 in Aerbaijan si chiude con un bilancio incerto. La pista è interessante ma la gara è stata dannatamente noiosa, la location è davvero suggestiva e la città accogliente, ma al costo di migliaia di militari e soldati dislocati per tutta la città. La cittadinanza non voleva la F1 e le tribune, mai inquadrate, erano desolatamente vuote persino lungo il traguardo. Qualcosa nel’organizzazione andrà sicuramente migliorato ma c’è tempo il prossimo anno per farlo; con la prospettiva, forse, di trasformare la corsa in una gara notturna come nei sogni di Ecclestone.
L’appuntamento è fra due settimane per il ritorno in Europa e una lunga lista di classici. Si parte con il Gran Premio d’Austria sul Red Bull Ring a Zeltweg, dove nella meravigliosa cornice delle Alpi continuerà la rincorsa della Ferrari alle Mercedes e alla vittoria.
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