Al termine di uno splendido Gran Premio di Abu Dhabi, che ha tenuto tutti gli appassionati incollati allo schermo fino all’ultimo metro grazie ad una “furbata” di Hamilton, Nico Rosberg si laurea campione del mondo per la prima volta in carriera.
I 12 punti di vantaggio erano troppi per essere recuperati da Hamilton, che ha comunque dominato anche nell’ultima tappa del mondiale.
La domanda però che si fanno tutti gli appassionati è: “Ha vinto il pilota migliore?”.
La risposta a mio avviso è no, ha vinto il pilota che ha sbagliato di meno, e che ha voluto questo titolo più di ogni altro. Nico è stato bravissimo a reggere la pressione di essere quello con tutto da perdere. Ci è riuscito anche nell’ultima gara, nonostante Lewis in maniera maliziosa abbia scelto di rallentare volutamente il proprio ritmo di gara, per cercare di tenere il gruppo compatto, al fine di mettere sotto pressioni il compagno di squadra da possibili attacchi avversari.
Nico ha stoicamente resistito, ed ha amministrato la posizione con classe e tanta, tanta freddezza. Ecco, per questo motivo Rosberg, a mio avviso, è da considerarsi davvero maturo, perché ha sempre raccolto il massimo possibile da ogni gara di questo campionato.
Certo i fan di Lewis potranno obiettare che senza il ritiro della Malesia, si parlerebbe d’altro, ma questa è una scusa da perdente, che poco si addice ad Hamilton che, invece deve solo rimproverare se stesso per aver troppe volte sbagliato la partenza quando era in pole position.
Lo smacco di vedere il compagno di box festeggiare, spero motivi Hamilton a perfezionarsi sempre più, perché il talento seppur cristallino a volte non basta: questa è la dura e splendida legge dello sport.
Raccoglie un altro podio la Ferrari che non vedeva l’ora di archiviare questa stagione disastrosa, senza neppure una vittoria, con il secondo posto nel mondiale costruttori sfuggitole di mano per merito di una RedBull splendidamente cresciuta nel corso del campionato.
Nel 2017, si cambierà quasi tutto e ci sarà spazio per chi ha arrancato in questi 3 anni, per interrompere un dominio (quello Mercedes), che mai nella storia della Formula 1 si era palesato in maniera così netta.
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