Quando in Ford annunciarono che la nuova Fiesta ST 2018, la versione più prestazionale della variegata nonché ricca settima generazione, avrebbe ricevuto sotto il cofano l’apprezzato Ecoboost, con i suoi tre cilindri, a noi appassionati, ammettiamolo, venne un mezzo infarto. Una scelta figlia della moda del downsizing che sta contagiando un po’ tutti, in un’epoca dove le norme anti inquinamento iniziano a fare sul serio. Quando si dice mai considerazione fu più sbagliata…andiamo però con ordine.
La nuova Ford Fiesta ST, aggiunta a listino pochi mesi dopo il debutto ufficiale della settimana generazione, è stata presentata al Salone di Ginevra 2017, andando così a prendersi, con tutti le dovute premesse, l’eredità della ST200, facente parte della sesta generazione, e soprattutto i 200 CV tondi tondi che già a motore spento fanno venire un certo languorino. Personalmente, dopo averla vista a Ginevra, la voglia di guidarla e di verificare quanto del divertimento sarebbe rimasto rispetto alla ST200, già garanzia di sorrisi e qualche traversino, era tanta, davvero tanta.
Dopo Titanium, Vignale, e Active, potevamo farci sfuggire la più sportiva di tutte? Ovviamente no, quindi ecco come va la Ford Fiesta ST 2018 con il suo tre cilindri pronto a stupirci, o forse no?
La Fiesta ST 2018, fin dall’esordio sulle scene, si è sempre ben distinta dal resto della “famiglia” della compatta dell’Ovale Blu. Un po’ per il suo kit estetico dedicato, il quale prevede una calandra con griglia a nido d’ape, più sportiva (con il bel logo ST in rosso ad adornarla) un po’ per quel lato B che, aiutato dalla disposizione orizzontale dei fari introdotta con la settimana generazione, la fa sembrare ancora più attaccata per terra. Un po’ meno, se vogliamo, per quel finto diffusore (personalmente non l’avrei fatto dello stesso colore della carrozzeria) che serve solo ad accontentare lo sguardo di chi questa nuova piccola hot hatch se la vuole divorare con gli occhi, ma poco utile ai fini pratici. E poi lui, lo scarico, anzi il doppio scarico, posizionato là sulla destra, dentro al quale, sul terminale di sinistra, se farete attenzione, noterete una piccola valvola che, alla magica pressione di un tasto sul tunnel centrale, fa cambiare voce al terminale, regalando qualche borbottio e scoppiettio, specie a fondo corsa, che non fa mai male.
Se la ST-Line vuole farle il verso, in una certa maniera riuscendoci, almeno esteticamente, la ST è più aggressiva, più cattivella, lo si nota anche dalla presenza del piccolo spoiler solidale con la carrozzeria e dalle minigonne laterali. Di serie, poi, troviamo cerchi da 18” con pinze rosse Ford Performance, e queste, da sole, cambiano aspetto alla linea laterale. I fari sono anche Full LED a richiesta, a fronte di un pagamento di 750 euro in più, ma cambiano, in meglio, il raggio luminoso della fanaleria.
Dentro, invece, è la parte che meno è cambiata sempre rispetto a una ST-Line, almeno guardando al quadro e alla zona centrale. Sì, è vero, sul volante rivestito in pelle c’è il bel logo ST in basso ma, se non fosse per questo particolare, sarebbe facile confonderla con la sorellina che con lei condivide parte del DNA. Il SYNC 3 è sempre una garanzia (con Apple CarPlay e Android Auto annessi), un po’ meno per i comandi vocali, mentre il clima automatico è di serie così come i sedili riscaldati. Già, i sedili, e qui iniziamo ad apprezzare il lavoro fatto internamente sull’erede della ST200. Sempre firmati Recaro, contengono bene il corpo a patto di non essere troppo robusti, lo spazio in abitacolo d’altronde è quello che è. Se risulta leggermente ostico agguantare la cintura di sicurezza, tutta la loro capacità di contenere il corpo si svela quando si alza l’andatura, così come sanno essere comodi quando si vuole stare tranquilli.
Infine il bagagliaio che è rimasto su livelli simili, se non avete grandi pretese, rispetto al passato: 292 litri di capacità minima e 1.093, esattamente identico al resto della famiglia Fiesta che può contare su una lunghezza di 4,04 metri, sicuramente meglio della sesta generazione che si attestava poco sotto i quattro (3,97 metri per la precisione). Un altro tratto caratteristico della vettura da noi provata è la colorazione Ford Performance Blue Premium, in optional a 900 euro, d’altronde è lo stesso che potete trovare su una certa Ford GT…ma ovviamente sono disponibili anche altre colorazioni, come ad esempio la Race Red Solid proposta senza sovrapprezzo.
Presente, infine, sulla vettura in prova, la Rear View Camera (400 euro) e, di serie, l’impianto audio B&O Play che suona a meraviglia e aiuta, come scoprirete tra poco, ad aumentare il comunque molto gradevole sound dello scarico e del motore tre cilindri che cerca di invadere l’abitacolo. Sempre validi i Door Edge Protector, in optional a 150 euro, in grado di proteggere il margine laterale delle portiere e ugualmente apprezzabile il battitacco sul quale campeggia, in rosso, la scritta Ford Performance.
Le dimensioni, croce e delizia di ogni uomo che si rispetti, questa volta riguardano anche questa piccola hot hatch che, come dicevamo, ha rinunciato a un cilindro e ha perso 100 cc della cilindrata rispetto alla ST200 ma, posso garantirvelo, non ha perso nulla ma proprio nulla del suo caratterino tutto pepe. È vero, c’è il turbo (con doppia fasatura variabile) che dà una grossa mano, ma in Ford Performance i tecnici sono riusciti a tirare fuori un gioiellino che spinge davvero forte ed esalta fino ai 6.500 giri; a quel punto, a fondo scala, il ta-ta-ta che si avverte in abitacolo (aiutato dall’impianto audio) consiglia un cambio marcia con l’ottimo manuale a sei rapporti (non è disponibile l’automatico ed è meglio così) che non si impunta mai, anzi, risultando sempre preciso nell’inserimento e ben rapportato tra una cambiata e l’altra, a parte il passaggio tra prima e seconda che, alle basse velocità, concede troppa inerzia.
Proprio il fondo scala calza a pennello per parlarvi del Performance Pack che, per 1.000 euro in più, uno degli optional irrinunciabili per questa vettura, propone l’indicatore luminoso quando andate fuorigiri, il differenziale meccanico a slittamento limitato (Quaife LSD), sul quale torneremo a breve, e il divertente Launch Control. Quest’ultimo è più un esercizio di stile che, una volta attivata la modalità, premendo frizione e acceleratore simultaneamente, permette di tenere i giri costanti sui 3.000 e far schizzare la Fiesta ST 2018 da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e regalarvi una bella sgommata che non fa mai male.
Il motore, una volta partiti, è sorprendete per quanto rimanga in coppia fino a fondo scala, così come il sound, specie nella modalità Sport e Circuito (c’è anche la modalità normale, una sorta di Eco), non delude affatto. Vi ricordate la valvola nello scarico? È proprio quella che, premendo il pulsante delle modalità di guida più sportive, si apre e permette questo cambio di timbro al terminale.
E in curva? Questa macchina è nata per mangiarsele le curve, grazie a un telaio super piatto con le sospensioni sportive (l’altro lato della medaglia è il non così buono assorbimento di dossi e buche) e al differenziale autobloccante meccanico che garantisce sempre, ma davvero sempre, un ottimo grip. La vettura, piccolo dettaglio, montava le gomme invernali Pirelli Sottozero e la tenuta mi ha comunque sorpreso, voglio solo immaginare cosa sarebbe stato danzare tra le curve con un bel set di gomme estive ad alte prestazioni…
Preciso lo sterzo, pensate che bastano due giri per ruotarlo tutto, segno di un’ottima direzionalità che si sposa perfettamente con l’assetto affilato della vettura. Insomma, la Fiesta ST 2018 si guida molto bene, ed è rimasto quell’effetto ballerino del posteriore che già si avvertiva sulla ST200, mantenuto grazie a molle riviste e migliorate (- 10 kg sulla bilancia) senza mai regalare la sensazione di un improvviso sovrasterzo (che non ci si aspetta da una trazione anteriore) da coda tra le gambe. Anche con l’ESP disattivato (lo fa in automatico selezionando la modalità Circuito), il feeling è sempre di aver tutto sotto controllo, potendosi concentrare solo ed esclusivamente con il divertimento.
L’auto non va guidata “sporca”, ma reagisce sempre bene a tutte le condizioni, dimostrando un leggero sottosterzo, ma proprio accennato, se si entra troppo decisi. Diciamo che, con il famoso effetto ballerino del retrotreno, l’inserimento diventa più facile, sempre considerando che l’assetto rimane fedele e fa percepire ogni minima variazione dell’asfalto. Mettici poi l’azione del Quaife LSD e del torque vectoring (che frena la ruota interna) e addio definitivo al sottosterzo, ovviamente quando quest’ultimi due gingilli sono presenti, essendo un optional.
Ottimi i freni, l’auto non si scompone e si arresta in uno spazio ridotto. Tornati in città? Lo scatto è sempre apprezzabile anche al semaforo ma attenzione a non esagerare con il Launch Control altrimenti inizierete a sentire puzza di frizione bruciata. 290 Nm di coppia bastano, e avanzano, sempre e comunque.
Essendo una Fiesta, con poco più di un anno sulle spalle in termini di innovazione tecnologica, non mancano poi tutti i sistemi di aiuto alla guida che stanno arrivando a scalata anche sulle piccole. Segno dei tempi che cambiano e segno che questa ST rimane pur sempre una versione esuberante ma pur sempre una Fiesta. Ecco quindi il Lane Keeping Assist, il Traffic Sign Recognition, il cruise control e, non ultimo, il BLIS per stare all’occhio in fase di sorpasso, grazie alla classica luce arancione che si accende nel retrovisore.
Tirando le somme, con il magone di aver abbandonato questo piccolo gioiello, ciò che di buono è stato fatto sulla vecchia ST200, con quel suo fare affilato ed esuberante, è stato mantenuto e migliorato con l’arrivo della nuova ST. Altro che deludere, questo tre cilindri è una bomba a orologeria pronta ad esplodere quando affondate il piede sul gas, regalando così sensazioni che, come abbiamo voluto ricordare nell’introduzione, era difficile aspettarsi da un motore che di cilindri ne ha scelti tre, un po’ per economia un po’ perché se no che Ecoboost sarebbe.
Senza considerare che, e qui viene, il bello, tre cilindri innanzitutto fanno consumare meno, visto che si parla comunque di una macchina da città o gita domenicale, e, ciliegina sulla torta, c’è la disattivazione dei cilindri che contribuisce a contenere ancora di più i consumi quando si viaggia a velocità costante, riattivandosi in un batter d’occhio, anche meno (14 millisecondi stimati) appena viene richiesta più potenza. Insomma, cattiva quando serve, blanda quando c’è da tirare dritto.
Con consumi che, dopo averla torturata per bene, non sono mai scesi sotto gli 11 km/l. Diciamo che, con un piede leggero, anche se sarebbe stata abbastanza dura, i 15 km/l non sono affatto un miraggio così come i 17 km/l garantiti in sesta marcia a velocità da tangenziale (la Casa dichiara 6 l/100 km, abbastanza reali). E poi, vuoi metterci la comodità? Rispetto alla ST200 è migliorato il comfort grazie a sedili sempre ben profilati ma più comodi, oltre ad aver guadagnato qualcosa in termini di spazio. Insomma, se pensate di comprare una piccola hot hatch, prima leggete i prezzi, poi aprite il configuratore sul sito di Ford Italia per farvi la vostra Fiesta ST su misura…
Se la gamma Ford Fiesta 2018 parte da un prezzo di listino di 14.500 euro, prezzo indicativo per la versione d’ingresso Plus che potrebbe tranquillamente rappresentare l’antitesi della ST pur rimanendo una Fiesta a tutti gli effetti, l’attrice protagonista di questa prova parte invece da 26.300 euro (27.050 la cinque porte), con cambio manuale dotato di Start&Stop di serie e una dotazione già molto completa.
Così accessoriata, con la sola assenza del vetro panoramico, la Ford Fiesta ST che avete imparato a conoscere in questa recensione supera i 30.000, toccando quota 30.450 euro, prezzo promosso a 25.400 solo fino al 31 dicembre 2018.
Tra le hot hatch di segmento B pronte a tenerle testa, e non sono poche, troviamo la nuova Volkswagen Polo GTI, la Peugeot 208 GTi by Peugeot Sport, la Renault Clio R.S. 18, la nuova Audi A1 45 TFSI e tutte quelle compatte che, con il motore giusto sotto il cofano, diciamo attorno ai 200 CV, sono ancora oggi il desiderio di molti appassionati, non per forza con un’età circoscritta al di sotto dei trent’anni. Il divertimento è davvero senza età, anche con un cilindro in meno.
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