Fiesta 6.2 ovvero sesta serie, in gergo Mk VI e restyling di metà carriera. Eh si, dopo 38 anni di successi, dal 1976, siamo arrivati addirittura alla sesta serie di quella che probabilmente è l’unica utilitaria più longeva, o almeno l’unica a mantenere il suo nome invariato per quasi 40 anni.
La Fiesta si rinnova, per restare al passo di un segmento molto più che agguerrito. Lo fa con fari LED, con una calandra più “importante”, un paraurti più bombato e un cofano più scolpito, che donano dinamismo alla linea: leggasi Kinetic Design volume due. Oltre che l’adozione di nuovi motori 1.0 tre cilindri figli del downsizing, pronti a ringiovanire la citycar di Mr. Ford.
La vettura in prova: tecnologia e sicurezza non mancano
A bordo la Fiesta si aggiorna del sistema mutlimediale SYNC, che è l’evoluzione del sistema vivavoce Bluetooth, che permette di effettuare chiamate, riprodurre musica e molto altro attraverso semplici comandi vocali, con le mani sempre sul volante.
Alla guida: la più “dotata” tra le citycar gasate non è mai in impaccio
Il motore 1.4 da 96 cv (92 a gas) rimane lo stesso della versione pre- restyling. Un aspirato non proprio innovativo, senza dispositivi per ridurre il consumo, ma con un impianto gas targato BRC e quindi di qualità.
Con 128Nm a 4.200giri (122 a 4.300 a gas) si rivela adeguato a spingere la leggera utilitaria. Leggera perché il pianale della Fiesta è stato sviluppato con Mazda ed è lo stesso della piccola 2 e si sa che ai giapponesi i kg superflui vanno stretti. Così la Ford GPL fa segnare poco più di 1.100kg alla bilancia ovvero meno 100 rispetto alla precedente serie a parità di motorizzazione.
Alla guida, grazie alla gommatura standard della Titanium meno generosa che in passato 195/55 R15 in luogo delle 195/45 R16, è ora più morbida sulle sconnessioni e digerisce dossi e tombini come nulla fosse. Il rovescio della medaglia è che il telaio, adatto a potenze ben elevate (vedi prova Fiesta ST), è mortificato dalla taratura turistica di sospensioni. Un’auto quindi ideale per le passeggiate e i lunghi viaggi, che tra le curve si dimostra prevedibile e sicura, grazie all’ESP non disinseribile, ma meno divertente di un tempo.
Nel lunghi viaggi autostradali a 130 il motore gira a 3.500 giri e il confort è discreto, con una silenziosità nella norma. Manca forse una sesta marcia, e la quinta lunga non permette grandi riprese, nelle salite autostradali occorre scalare. Per fortuna il cambio ha innesti precisi e mai contrastati: veramente lodevole.
Prezzi e allestimenti: di qualsiasi colore (anche nero), purché si paghi
La concorrenza è serrata: ci sono le nuove francesi Peugeot 208, Renault Clio, Citroen C3, le italiane più attempate Punto e Ypsilon, le giapponesi innovative per vocazione Mazda 2, Nissan Micra, Suzuki Swift e Toyota Yaris e, le tedesche seriose ma di qualità Opel Corsa, Volkswagen Polo, le europee Seat Ibiza e Skoda Fabia, passando per le nuove coreane Hyundai i20 e Kia Rio e l’economica romena Dacia Sandero. Insomma un bel ventaglio di alternative, senza scomodare le premium del segmento, e quasi tutte hanno almeno un motore a gas.
Allora perché scegliere proprio la Ford? Beh il confort è sicuramente di livello, la qualità meno. La Ford si rivela molto sicura nel suo segmento (cinque stelle EuroNCap), una delle poche a offrire l’Active City Stop, cioè il dispositivo di frenata automatica cittadino attivo sotto i 30kmh che, grazie al radar, frena completamente il veicolo eliminando i classici tamponamenti.
Inoltre con 14km/l la Fiesta è tra le “gasate” più parche della sua categoria il che le permette di percorrere più di 450km con un pieno. Con 20euro si fanno più di 350km e al giorno d’oggi non ci sembra affatto poco.
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