Categorie: Prove su strada

Ford B-Max EcoBoost : la prova su strada

Tempo di lettura: 4 minuti

Le piccole monovolume si stanno diffondendo a macchia d’olio: più spaziose delle citycar da cui condividono il pianale, sfruttano l’altezza in modo ottimale, così, a fronte di una lunghezza fuoritutto paragonabile alla gemella compatta, hanno un maggiore spazio interno e una versatilità senza precedenti.

Anche la B-Max, derivando dalla Fiesta (qui la prova) e sostituendo la precedente Fusion, ha queste caratteristiche e rischia di perdersi nell’affollato segmento delle auto da famiglia, se non fosse per una soluzione originale, che viene ben ripresa dallo spot pubblicitario Ford del tuffatore olimpionico: l’apertura delle portiere innovativa.

La vettura in prova: poco più lunga della Fiesta, ma molto più spaziosa

La più piccola della famiglia Max, composta anche dalla C-Max e S-Max, si trova ad introdurre un’intelligente trovata come l’Easy Door Access System per incrementare l’accessibilità a bordo: il montante B sparisce, o meglio, si sdoppia nell’ossatura interna delle porte, che una volta aperte creano un ampio varco di un metro e mezzo di larghezza. Molto comodo salire a scendere specie per i passeggeri posteriori.

La carrozzeria è lunga 4,077 metri, +12mm sulla Fiesta, larga 1,751 metri (+29) e alta 1,604 metri (dodici centimetri in più), ma la differenza di spazio interno è notevole, nonostante il passo gemello di 2.489 metri, visto il pianale comune. Solo il peso è ben superiore visto che il sistema di rotaie e doppie serrature non contribuisce certo a “snellire” la massa della piccola monovolume, che alla bilancia fa segnare 1310kg, ovvero 210 in più della piccola.

I 318 bagagliaio permettono di caricare l’occorrente per un weekend per quattro persone, inoltre il sedile libera spazio per oggetti fino a 2,35metri di lunghezza.

Gli interni presentano una plancia ampia dalle forme arrotondate (simile a quella del modello Fiesta) con sistema multimediale nella parte centrale e strumentazione con quadranti a “binocolo” e sistema multimediale SYNC, criticabile per l’elevato numero di tasti e lo schermo piccolo. Debutta invece l’evoluto SYNC a comandi vocali con funzione “Emergency Assistance”, che chiama il numero di emergenza europeo 112 attraverso il Bluetooth del telefono.

Alla guida: spinta e consumi adeguati

La B-Max, nonostante il peso non proprio piuma è spinta dall’EcoBoost, Engine of the Year 2012-2013, ovvero il tre cilindri mille a iniezione diretta, doppio variatore di fase e turbo. I risultati sono di rilievo, con “soli” 100cv (fino a 125 su altri modelli) e 170Nm (200) a 1.400 giri al minuto la spinta non manca mai, anche a veicolo carico.
I 175km/h di velocità massima e lo scatto di 13.2 sec nello 0-100 rivelano il DNA “rilassato” del mille tre cilindri che ripaga con consumi adeguati: siamo intorno a 14km/l, merito dello Smart Regenaritve Charging ovvero la ricarica batteria intelligente, dell’EPAS il servosterzo elettrico intelligente, i consigli di guida Ecomode, l’indicatore cambio marcia e lo Start and Stop.

Nonostante la cilindrata ridotta però non si ha mai l’impressione di un motore sottodimensionato e le cinque marce sono adeguate e ben rapportate, la sesta avrebbe aiutato in autostrada, abbassando il regime a 130 orari. Il timbro del propulsore è avvertibile solo in piena accelerazione, quando il sound tradisce l’assenza del quarto cilidro. A gas costante invece il confort è buono, meno alle alte velocità complici i fruscii tipici delle vetture con ampia superficie frontale. Con 48 litri di benzina l’autonomia è buona e considerando un consumo autostradale di circa 13 km/l, più di 600km con il pieno sono percorribili.
Le sospensioni non troppo “frenate” e la spalla alta delle gomme sono perfette in ottica confort, le asperità vengono assorbite bene, forzando il ritmo la B-Max da poche soddisfazioni, ma sempre di auto per la famiglia stiamo parlando.

Sicurezza passiva e attiva “di livello”

Infatti la sicurezza non viene mai meno e, grazie alla logica dell’ESP e alla taratura dell’assetto, un vistoso sottosterzo ci avvisa che stiamo esagerando nella guida. Numerosi poi i dispositivi per la sicurezza, come il radar dell’Active City Stop che controlla fino a 100 volte al secondo la strada e attiva I freni, sotto I 30km/h, se il conducente è distratto. Poi è presente anche il MyKey e la chiamata dei soccorso già visti con la Fiesta. Non ultimo l’Easy Fuel: il bocchettone che oltre a evitare l’introduzione del carburante sbagliato permette di non sporcarsi le mani durante il rifornimento.

Sottoposta ai crash test EuroNCAP la B-Max, nonostante la mancanza del classico montante B, ha ottenuto il punteggio di 5 stelle con protezione degli adulti pari al 92%, protezione bambini del 84%, investimento pedoni 67% e dispositivi tecnologici 71%.

Prezzi e concorrenti: non proprio regalata

La B-Max non si trova a buon prezzo: si parte dai 19.000€ del 1.0 100Cv Titanium, ma la versione presente in questo test “stacca” i 24.400€. Con 900 euro di metallizzato, 500 di pelle, 750 l’Easy drive Pack, 500 il Premium City Pack, 750 il Titanium Pack, 500 per il Winter Pack, 250 divStart and Stop, 750 il tetto panoramico, 500 per il navigatore con SYNC

La politica Ford è di dotare gli allestimenti del minimo indispensabile e di fare pagare la maggior parte di accessori attraverso l’acquisto di optional singoli o di pack. Tra le avversarie troviamo le francesi Citroen C3 Picasso, Renault Captur e Peugeot 2008, l’italiana Fiat 500L, le coreane Hyundai iX20 e Kia Venga, le giapponesi Nissan Note, Toyota Verso S e Subaru Trezia e la tedesca Skoda Roomster e Opel Meriva che è più lunga di qualche centimetro, ma condivide la soluzione delle porte innovative.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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