Su una cosa si è sicuri: la Fiat Panda è parte integrante della storia d’Italia, come un marchio indelebile sulla pelle degli automobilisti. Indistintamente dal sesso e dalla classe sociale questo mezzo è sempre stato in grado conquistare la vetta della classifica delle auto più vendute in Italia. Un mito senza tempo passato attraverso differenti generazioni, con stili e filosofie uniche. Mai niente o nessuno è stato in grado di batterla, se poi si tratta della variante 4×4, non c’è santo che tenga, rappresenta un unicum nella storia dell’auto.
Tutto nacque nel 1983 con la prima serie, equipaggiata con un sistema firmato dall’austriaca Steyr-Puch. Da quel momento in avanti la Fiat Panda 4×4 ha trovato e consolidato un posto nel firmamento delle auto più amate, apprezzate e desiderate nel Bel Paese.
Ora, a quasi 40 anni dalla sua nascita, la Fiat Panda 4×4, la piccola della casa torinese, a trazione integrale rinasce grazie a un restomod firmato dall’emiliana Inglorious Basterds Cycle, officina specializzata nella realizzazione di moto custom fatte a mano, non insensibile al fascino dell’immortale Fiat Panda 4×4.
Se uno la guarda, della Fiat Panda 4×4 prima serie rimangono le proporzioni e l’inconfondibile stile generale, reso però decisamente più muscoloso dai numerosi interventi apportati alla carrozzeria. Il tutto per amplificare la sua vera indole, ovvero quella fuoristradistica, prendendo in prestito alcuni elementi da altri grandi miti italiani su ruote tassellate, come la Lancia Delta e la Fiat Campagnola.
La Fiat Panda 4×4 è stata di ispirazione per i passaruota allargati, interamente lavorati e battuti a mano, mentre dal fuoristrada anni ’50 vengono le luci circolari anteriori, che ora adottano una tecnologia full LED, e il cofano bombato al centro. A richiamare la vocazione selvaggia della Fiat Panda 4×4 della IBC Cycles ci sono il bullbar anteriore, le protezioni sottoscocca e gli immensi pneumatici montati su cerchi da 15 pollici. L’opera di personalizzazione è completata dall’immancabile portapacchi sul tetto con luce supplementare per il vero off-road, ovviamente e rigorosamente a LED.
Passando al motore la piccola Fiat Panda 4×4 da fuoristrada non mantiene più l’originale Fire 1.1 ma passa ad un più potente e corposo 1.2 fire derivato dalla Fiat Punto e completamente smontato per poterlo aggiornare e migliorare. Ecco quindi spuntare nuove valvole, aspirazione e scarico rivisti, nuova testata; viene inoltre vitaminizzato con un modulo mild hybrid firmato Newtron per portare la potenza dai 75 CV originali a 90 CV. Il cambio rimane completamente manuale, ma in futuro potrebbe arrivare anche l’opzione automatica, allo stato attuale senza ridotte, anche se i meccanici potrebbero optare per un riduttore sulla prima marcia.
Se quindi a guardarla da fuori il restomod della Fiat Panda 4×4 mantiene parti in comune con il modello generale, all’interno la sobrietà vista in passato è messa da parte facendo spazio a rivestimenti in pelle, plastiche morbide, climatizzatore e servosterzo, inoltre vi è perfino un richiamo alle Rolls-Royce con l’ombrello inserito nella portiera, un dettaglio che fa capire come questa sia una vettura per tutti e senza tempo.
Protagonista del restomod emiliano è però senza dubbio la strumentazione: addio elementi analogici perché al loro posto sono arrivati un doppio monitor touch, per gestire ogni aspetto della Fiat Panda 4×4 restomod.
Il prezzo non è ancora stato ufficializzato, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 50.000 euro per la versione “base”, per salire in base alla numerosa lista di optional disponibili, sia dal punto di vista dei materiali sia per quanto riguarda vari accessori esterni come il verricello anteriore e molto altro.
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