Categorie: Prove su strada

Fiat Freemont Cross: la prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Presentato a Ginevra il nuovo Freemont Cross, il crossover italo-americano si rivolge ad un pubblico eterogeneo, che cerca il migliore equilibrio tra funzionalità e design, senza dimenticare la trazione integrale e lo spazio generoso a bordo per sette persone.

La vettura in prova: Cross, 4×4 per tutti gli usi

La Cross si arricchisce dalle versioni Urban e Lounge per i paraurti cromati, la griglia anteriore nero lucido, i cerchi in lega Hyper Black da 19 pollici e le minigonne laterali in tinta. Le cornici nere dei gruppi ottici anteriori e posteriori conferiscono un carattere ancora più audace, anche se dei fari lenticolari xeno-led sarebbero stati graditi, sia per l’estetica, sia per l’efficacia, visto che l’impianto di serie illumina la strada in modo meno efficiente.

Dentro la “matita americana” si riconosce subito: gli interni per quanto curati con nuovi sedili in pelle con cuciture a vista di colore grigio ardesia sono molto “plasticosi” con materiali rigidi e poco raffinati, sia per le parti nascoste che per quelle in vista. Lo spazio però è pluri-configurabile grazie alle 32 posizioni dei sedili e ai più di 20 vani portaoggetti dislocati nell’intero abitacolo, per una capacità complessiva di 140 litri, dove si possono stipare chiavi, cellulari, portafogli, bottiglie, giochi per i bimbi e quant’altro. Fondamentale per chi ha dei figli il secondo schermo estraibile per le file posteriori, dotato di cuffie wireless, lettore DVD e ingresso video RCA: è possibile vedere un film o addirittura collegare una Playstation. Inoltre le file centrali e posteriori sono dotate di bocchette di areazione dal comando indipendente di serie (clima trizona).

L’accesso all’ultima fila non è troppo faticoso e permette anche a due adulti di viaggiare per brevi tratti. Nel divano centrale invece si sta comodi anche in tre persone, con quello centrale che però ha una seduta parecchio rialzata. Lo spazio comunque non manca, sia in altezza che a livello delle spalle. Il bagagliaio è abbastanza capiente, i sedili ripiegati rubano parecchio spazio, ma in cinque abbiamo comunque 540 litri a disposizione, in sette a bordo solo 145, ma sfruttando la possibilità di abbattere la seconda e terza fila dei sedili è possibile creare un volume di carico di circa 1,5 metri cubi. Manca la cappelliera utile quanto vogliamo nascondere il carico da occhi indiscreti.

Molto valido il navigatore satellitare touchscreen Uconnect da 8.4″ con telecamera posteriore di parcheggio e impianto audio Premium Alpine con 6 speaker dotato di amplificatore da 368 watt e subwoofer. I comandi del navi e del clima sono disposti sulla stessa altezza e spesso ci si confonde; d’inverno sono fondamentali i sedili riscaldati.

Alla guida: sicura, anche per l’off-road, beve un po’ troppo

Una volta in marcia il Freemont si comporta come tutte le auto dal baricentro alto e dalla mole imponente: il rollio c’è, ma mai esagerato, merito della taratura delle molle e delle barre di rollio per il mercato Europa.

L’assetto è abbastanza rigido per il genere di vettura, e nelle buche o nei dossi si sobbalza, soprattutto dietro. Tra le curve conviene mantenere un’andatura turistica, esagerare non conviene, pena l’elettronica che “taglia” e un evidente sottosterzo, ma sempre in sicurezza. La modalità automatica del cambio tende a “tirare” le marce, mentre in manuale i desideri dell’autista non vengono sempre corrisposti in tempi celeri. In autostrada invece i chilometri passano in fretta, con il motore che ronfa a 2.000giri in sesta marcia e un abitacolo abbastanza ovattato, il tipico timbro del diesel si sente solo in piena accelerazione. In città trovar parcheggio non è cosa facile dovendo occupare un’area di 4.9 x 1.87 metri, rispettivamente lunghezza e larghezza. Per fortuna i sensori anteriori e posteriori e la telecamera facilitano non poco il compito.

Non male il comportamento in off road: l’altezza da terra e la trazione traggono d’impaccio in molte situazioni, in particolare, la trazione integrale attiva AWD (All-Wheel-Drive) è di tipo ‘on demand’ con una centralina elettronica che, tramite sensori, rileva l’aderenza delle quattro ruote e decide quando trasmettere trazione al posteriore fino al massimo 50:50. Il sistema elettronico modula il trasferimento di coppia attraverso l’utilizzo del giunto a controllo elettronico ECC (Electronically Controlled Coupling) e, operando solo quando necessario, in maniera più flessibile e più precisa di un giunto viscoso tradizionale, contribuisce a contenere il consumo di carburante. La trazione posteriore si attiva anche sul fondo asciutto, ad una velocità compresa tra i 40 e i 100 km/h, migliorando la maneggevolezza durante la guida e consentendo di affrontare le curve più agevolmente e con un comportamento più neutro. In fuoristrada però meglio non esagerare però, poiché il peso e l’assenza di ridotte son limitanti e potrebbero arrestare la marcia.

Il 2.0Multijet da 170cv e 350Nm, da 1.750 a 2.500giri, che viene prodotto a Pratola Serra i Campania, trasportano in Messico a Toluca dov’è assemblata l’auto, successivamente riportata in Italia, non è assolutamente sottodimensionato (183km/h e 11.1sec da 0-100) per il crossover americano, ma se si spinge i consumi salgono velocemente. In media si percorrono 11km/l, si scende a 9 in città e si riescono a toccare i 13 in extraurbano: il cambio automatico a sei rapporti, la massa di 2040kg (rilevata), la trazione AWD e l’aerodinamica non aiutano, con il manuale 2WD si migliora sensibilmente. Con un pieno si percorrono circa 800 chilometri.

L’auto è pensata per la famiglia e le dotazione di sicurezza non mancano, a cominciare dai sedili Child Booster (seduta rialzata della seconda fila), sei airbag e l’elettronica convenzionale (ESP e l’antiribaltamento elettronico ERM), mancano i sistemi attivi come radar e telecamere anticollisione e mantenimento di corsia. Nei severi test EuroNcap la Freemont si porta a casa 5 stelle grazie agli oltre 50 dispositivi di sicurezza presenti sulla vettura.

Prezzo e concorrenti: full optional e con forti sconti

L’allestimento Cross offre una dotazione di serie degna di nota, a partire dal navigatore satellitare a mappe con schermo Touch Screen da 8.4″, lettore DVD e slot SD, connessione Bluetooth, telecamera posteriore di parcheggio e impianto audio Premium Alpine con 6 speaker, amplificatore da 368 watt e subwoofer. Troviamo anche il sedile guida regolabile elettricamente a 10 vie e riscaldabile, gli specchietti ripiegabili, il Keyless Entry e Keyless Go, sensori e telecamere.

La nostra versione con pack Video (schermo da 9″ e cuffie wireless da 800€), metallizzato (320€), tetto apribile (520€) costa trentanovemila Euro, ma non spaventatevi si trovano forti sconti in concessionaria e una vasta gamma di vetture “pronta consegna”. Per la versione base partiamo da 27.300€, se invece si punta al Cross 2WD 140cv son 32.550€.

Tra le dirette avversarie annoveriamo l’economica Chevrolet Captiva, la cinese Great Wall, le gemelle coreane Hyundai Santa Fè e Kia Sorento, l’ibrida giapponese Mitsubishi Outlander e la fresca di test Nissan X-Trail.

Diciamo la verità: siamo partici con forti pregiudizi negativi verso il Freemont, convinti che il riadattamento di una grossa crossover americana come la Journey non potesse competere con le rivali Europee e Giapponesi. Invece siamo stati piacevolmente stupiti, sarà la versione Cross, ideale rappresentante dell’indole outdoor, sarà per la versatilità dello spazio a bordo o per le soluzioni intelligenti per la famiglia siamo scesi piacevolmente soddisfatti. Certo i consumi son alti e l’interno non è raffinato, ma il Freemont 4×4 sa essere davvero “tutte le auto che vuoi” come recita il claim dello spot.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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