Harakiri è un termine che andava di moda in Giappone, paese dove l’onestà e il senso d’identità nazionale è ai massimi livelli. Basti pensare alla Seconda Guerra Mondiale e ai famosi kamikaze pronti a dare la vita per il proprio paese, Harakiri è infatti l’atroce procedura con la quale i giapponesi erano soliti suicidarsi con onore. Ora, non siamo ovviamente arrivati a tanto, ma l’aria d’oriente non ha fatto troppo bene alla Ferrari al GP del Giappone 2019, dopo una strepitosa qualifica che, per chi ha puntato la sveglia alle 3 del mattino, è valsa una nottata ricca di emozioni.
Una qualifica, dicesi prima fila rossa, buttata via in meno di un minuto. Vettel, cui va riconosciuta la capacità di aver reagito dopo una Monza amara, ha prima stampato il nuovo record del circuito poi, poche ore dopo (le qualifiche si sono disputate la mattina della domenica in Giappone, causa tifone) ha sprecato tutto con un “semi jump-start”, mossa che non è stata punita dai commissari ma che ha tratto in inganno, quasi senza volerlo, lo stesso Leclerc.
Se Vettel ha poi saputo impostare il suo ritmo arrivando sul secondo gradino del podio, Leclerc è invece incappato in un errore evitabile all’uscita della velocissima destra dopo il traguardo, quando si è visto Verstappen sopraggiungere all’esterno ed è arrivato al contatto con quest’ultimo, venendo poi penalizzato dopo la gara di 15 secondi. Onesto il monegasco, che ha poi ammesso l’errore sulla sua pagina Instagram, scusandosi con il rivale che avrebbe voluto chiudere sicuramente più in alto il GP casalingo per il suo motorista.
Dopo la Russia, non si può che rispondere sì. Vero che ormai i giochi sono fatti, Mercedes ha vinto il suo sesto mondiale consecutivo (eguagliando proprio la Ferrari, vincitrice di sei titoli tra il 1999 e il 2004) mentre per Hamilton e il suo sesto alloro servirà pazientare due settimane, massimo tre. Per il 2020, invece, il discorso cambia, visto lo stato di forma di questa SF90 comunque in crescita. Contro una Mercedes capace di tornare presto in vetta, non bisognerà più sprecare nulla.
Sebastian Vettel: “Abbiamo avuto una mattinata fantastica. Il pomeriggio invece è stato meno buono per quanto riguarda il risultato che come squadra siamo riusciti a portarci a casa. La partenza non è stata buona né per me né per Charles e credo che se non fosse stato per il via così negativo saremmo stati entrambi in grado di stare davanti. Ma onestamente oggi i nostri rivali in gara erano più veloci e Valtteri in particolare andava fortissimo. Il mio avvio è stato pessimo: ho rilasciato la frizione in anticipo, quindi l’ho dovuta riazionare e ho perso il momento buono per scattare. Di solito le nostre partenze sono molto buone, certamente non questa volta. Dietro a Valtteri ci mancava un po’ di ritmo e abbiamo usurato le gomme più dei nostri rivali. Specialmente alla fine degli stint andavamo in difficoltà, mentre loro tenevano il passo senza problemi. Verso la fine il mio unico obiettivo è stato difendermi da Lewis: sapevo che sui rettilinei avrebbe fatto fatica a superarmi, quindi mi sono concentrato sull’uscire pulito dalle curve dopo le quali lui avrebbe potuto attaccarmi”.
Charles Leclerc: “La gara è stata difficile fin dal via: non sono scattato al meglio e mi sono ritrovato a contatto con Max (Verstappen) in curva 1. Ho danneggiato la mia ala anteriore e quell’episodio ha condizionato la gara di entrambi. Da quel momento ho provato a raccogliere il miglior piazzamento possibile: dopo la sosta ai box, nella quale mi è stata sostituita l’ala anteriore, ho provato a rimontare ed è stato anche abbastanza divertente visto che ho potuto fare molti sorpassi fino a risalire alla sesta posizione finale, ben lontano da quello che era il nostro obiettivo. Nel complesso è stato decisamente un weekend diverso dal solito. Non vedo l’ora di tornare in pista per portare a casa un risultato migliore in Messico”.
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